Due fantastiche staffette 4x400 (USA über alles in entrambe), premiazioni che s’interlacciano con uno spettacolo di nipponici Tamtando che cavalcano giganteschi tamburi massacrandoli con muscolartirtaica foga. Adunata degli atleti sul prato, allegra e disordinata quanto basta a sottolinare il sollievo della tensione che si allenta nel tutto è finito, poi tutti a Casa Italia Atletica per l’ultima mostruosa spaghettata, questa volta informale e piccante, piatti di cartone e posate di plastica.
Come in una fiera, tutto è ormai stato smontato e imballato.
Domani si torna in Italia.
Dodici ore e mezzo di volo. Sull’aereo ritrovi Corriere, Repubblica, Giornale, Espresso, Panorama, giusto per apprendere che, mentre eri ad Osaka a occuparti di sport serio, in Italia è cambiato tutto (?): Padoa Schioppa è ancora lì che rimanda i tagli alle imposte a dopo i tagli alle spese (come dire mai…), l’evasione fiscale è ancora il babau e la colpa di tutto (prima o poi dovremmo parlarne), ancora l’esegesi socioantropologica di che cosa abbia portato le due gemelle Stefania & Paola Cappa a photoshopparsi con la defunta cugina Chiara Poggi per scalare l’Olimpo delle veline. Per i costi della politica, destracentrosinistranonfadifferenza, si apre il volet dei casti della casta, che al centro di Roma si sono comperati al prezzo delle patate attici, superallloggi o interi piani di proprietà pubblica, ossia un po’ anche nostri. E pensare che il nostro vicino amico Hervé Guémard di Bourg Saint Maurice, due anni fa ha dovuto dimettersi da ministro della République Française perché scoperto ad occupare a spese del governo un alloggio troppo grande a Parigi (ha otto figli...), contravvenendo alla dovuta sobrietà!
Courmayeur, Berlusconi, Michela Vittoria Brambilla, Albarello (quale?), Romano Blua e il Circolo della libera Union sono ora à la une di Panorama.
Stai via due settimane e non è cambiato nulla.
Friday Squid Blogging: Transcriptome Analysis of the Indian Squid
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Lots of details that are beyond me.
Blog moderation policy.
2 ore fa
Bentornato Eddy.
RispondiEliminaAggiungo alla tua rapida disamina della situazione due parole sui blog locali.
BOLSCEVICO STANCO
Da segnalare una recrudescenza dell'atteggiamento staliniano del gen. Zuchkov che ha cancallato un sacco di post che non contenevano alcun insulto ma, semplicemente, pareri che non gradiva. Tra i cassati sono da segnalare l'appunto dell'Anarchico Bresci su comunisti e anarchici in Spagna e la mia risposta ai poveri Lucio Cervia e Redold che dell'attacco personale a me hanno fatto la loro ragion di vita.
UNION VALDOTAINE
Non si muove foglia, il forum continua a essere disattivo, spero non sia segno di volontà di chiusura.
12VDA
In casa di Musumarra è stato dato l'avvio alle purghe, un utente (che conosco personalmente) che ha messo in discussione i dati sugli accessi è stato brutalmente represso e il povero Augusta Praetoria che ha lamentato la poca democraticità del metodo usato ha ricevuto risposte prima evasive e poi quasi da richiamo scolastico.
Da segnalare la comparsa anche qui di Lucio Cervia, noto stalinista nostrano orfano del forum di Caveri e ben integrato nel blog sovietico di Zuckov. Ormai aspettano solo Redold e poi ci sarà una bella festassa con caviale e vodka.
APPROPO
Purtroppo anche qui qualche segnale di intolleranza. Il buon Andrea Vuillermoz mi ha fatto capire che l'Union non è il mio posto e mi ha chiesto di togliermi dalle palle. Dopo i dubbi espressi da Louis Bionaz è la seconda volta che un collega di sezione mette in dubbio la logicità della mia adesione all'UV, che sia un segno?
Comunque aspetto ancora una risposta da Willino che spero vorrà interloquire con tono un po' più cordiale.
Una piccola sventagliata sui blog che apro e leggo. Saluti.
Corrado
in effetti il panorama, sia italiano che valdostano, è e rimane squallido, e non vi è alcun segnale di miglioramento, salvo i fermenti politici in atto, sia a sinistra (PD)che a destra PDL(nulla si muove ovviamente nel mouvement, almeno alla luce del sole) che vedremo se sapranno produrre qualcosa di concreto, al di là delle parole e delle buone intenzioni (di qualcuno, non di tutti). Mi limito al panorama valdostano, dopo le ultime novità (salvataggio pubblico degli impianti a fune da parte di regione o comuni o comunità montane, non cambia nulla, son sempre soldi pubblici):
RispondiEliminail cosiddetto "sistema Valle d'Aosta":
1) agricoltura: tenuta miseramente in piedi con i soldi pubblici
2) industria: idem come sopra
3) turismo e terziario: idem come sopra
cioè in due parole:socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti in maniera sistematica e generalizzata (grazie a fondi che arrivano in larga misura dall'esterno): c'è ovviamente chi ne approfitta alla grande.
Fino a quando? Fin che la barca va?
E noi qui a perdere tempo e magari ad insultarci nei blog?
Tasse, risanamento, costi: al di là dei bei discorsi sembra appurato da illustri analisti economici che immancabilmente chi più ha più spende: sembrerebbe pertanto che l'unico modo efficace per obbligare chi di dovere a limitare o sopprimere le spese inutili sia quello di dar loro un pò meno soldi.
Ad es.: perché qua in Regione dobbiamo pagare l'addizionale regionale IRPEF? Per dimostrare allo stato che non ci bastano i soldi che ci trasferisce?
Miseramente? A parte che è allevamento e non agricoltura, mi pare che l'avverbio "miseramente" sia da giustificare, non basta inserire qua e la avverbi ed aggettivi per fare un ragionamento. Perchè miseramente? Perchè non ci sono basta sussidi e sono quindi miseri? O perchè la qualità dei prodotti non è buona? A mio avviso invece lo è. Mi pare la tua quindi una facile diffamazione di tutto un settore, quello dell'allevamento, appunto.
RispondiEliminamiseramente nel senso che sopravvive (agricoltura o allevamento)grazie alle laute sovvenzioni pubbliche, come tutti i comparti economici in Valle d'Aosta, non nel senso qualitativo del prodotto. Pertanto potrei dire che sopravvivono miseramente anche l'industria, il terziario ed il turismo, per non essere frainteso. Sarebbe interessante verificare e censire quante aziende economiche, in Valle d'Aosta, vivono e stanno economicamente in piedi senza contribuzioni pubbliche in modo, queste sì, da premiarle e indicarle ad esempio.
RispondiEliminaBuon V.Day a tutti quanti (mentre qualcuno fa il buffone alla cosiddetta festa nazionalista e propagandista della VDA). Anche qui in VDA ne sentiamo particolarmente il bisogno.
RispondiEliminanutro un irrefrenabile penchant per l'intelligenza e sono perciò un estimatore di Grillo. Sono stato oggetto in luglio e agosto, come penso tutti voi, del vaffanculodaywebtamtam.
RispondiEliminaTrovo però, da alcuni passaggi del webvolantino, che vi si cavalchi una demagogia una volta tanto eccessiva, e che si inneggi allo sfascio più che ad una sana riforma di questa nostra società.
Non sono per il tento peggio tanto meglio.
Buon vaffanculo a tutti, questo sì, ma buon vaffanculo day lo trovo francamente eccessivo. O vogliamo buttare via il bimbo con l'acqua sporca? c'è già chi li butta vivi nei cassonetti, questi poveri neonati, ci sarà pure qualche cosa, non dico molto, ma qualche cosa, da salvare.
Preferisco analizzare e criticare, anche ferocemente, per specifici punti, non amo sparare nel mucchio.
non spariamo nel mucchio, d'accordo, selezioniamo, ma non inneggiamo neanche alle celebrazioni di regime (perché come tali sono nate e tali voglione essere).
RispondiEliminanon ricordo in quale dei libri di Jan Fleming a New York offrono da bere a James Bond e gli chiedono se con al whisky vuole aggiungere po' di soda.
RispondiEliminaLa risposta:
"no grazie, non c'è nulla come un cattivo whisky per rovinare una buona soda".
D'accordo, sopravvive solo grazie ai soldi pubblici, ed allora? Chissenefrega, vuol dire solo che la globalizzazione annienterebbe gli allevatori di qui perchè non concorrenziali rispetto a quelli sfruttati di altre parti, non è che è buono solo quello che il libero mercato dice che è buono e merda tutto il resto. Significa solo che l'allevamento in zone impervie di montagna costa di più. E si sapeva già, ed è una scelta quella di fare in modo che comunque la montagna venga tenuta in ordine dagli allevatori. In fondo a livello pubblico si sceglie quello che il singolo a livello privato non se la sente di scegliere, si fa del protezionismo del nostro territorio, lo si fa non mettendo tasse sui prodotti esteri ma agevolando i produttori locali. Lo si fa per salvare quello che va salvato, per non lasciare l'economia in balia del puro libero mercato fatto anche di sfruttamento dei lavoratori altrove, di economie di scala diverse, di diverso costo della vita. E lo stesso vale per l'industria in crisi strutturale in TUTTA Europa, e per il turismo in vda che ora è in competizione con le località di tutto il mondo nel solo mercato italiano, MENTRE il mercato estero non eguaglia questa perdita di competitività nel mercato italiano. La globalizzazione ed i voli low-cost hanno sfavorito la nostra offerta turistica ma migliorato la nostra qualità della vita. Non si può avere tutto e lagnarsi di tutto, e bisogna anche distinguere quelle che possono essere nostre responsabilità da quelli che sono cambiamenti epocali (è finita l'epoca delle vacche grasse e non è colpa di nessun valdostano, prima c'era il quasi monopolio nell'offerta turistica di montagna per il nord-ovest d'Italia, ora la VDA è una delle tante località e delle tante offerte). Tutto è sovvenzionato ma da qualche parte i soldi arriveranno pure. Ok, dall'Italia, significa semplicemente che è una scelta politica italiana che si sovvenzioni la Valle d'Aosta affinchè non muoia, si fa una scelta economica politica d'imperio contro la non scelta economica del privato spinto dal libero mercato. Si sceglie di sovvenzionare la Valle perchè rimanga una diversità culturale in Italia e rimangano le popolazioni sul territorio. In fondo si fa quello che si dovrebbe fare con il terzo mondo per evitare i flussi migratori, si paga perchè questo non succeda. Niente di male in questo, anzi, questa è POLITICA, non pretendere che quello che noi vogliamo accada perchè le condizioni al contorno dell'equazione del libero mercato lo facciano accadere.
RispondiElimina1) d'accordo: non mescoliamo whisky e soda, così possiamo apprezzare (o disprezzare) l'uno e l'altro distintamente;
RispondiElimina2) dobbiamo decidere: vogliamo entrare in Europa (come tutti dicono), oppure nel terzo mondo? In questo secondo caso, preferisco vivere, come dici, un pò più modestamente, senza pretese, ma senza andare in giro a chiedere l'elemosina.
Guarda che rispetto a quello che si lavora, chi chiede ed ha l'elemosina è il primo mondo, non il terzo che mantiene il primo. Giappone, USA, ed Europa mantengono MISERAMENTE i loro allevatori (non so quanti euro al giorno a mucca), non il terzo mondo. Quindi se non vuoi chiedere l'elemosina devi vivere come nel terzo mondo, se vivi come nel primo sei un mantenuto che chiede ed ottiene l'elemosina.
RispondiEliminaQuindi, primo passo per riottenere la dignità: niente internet, d'accordo Bruno Courthoud?
Poi gli agricoltori non campano di elemosina, semplicemente il loro prodotto non è pagato il giusto dal mercato ed allora ci pensa la politica a far si' che questi agricoltori siano pagati il giusto per quello che lavorano, considerato che con un dollaro se campi un giorno in Bangladesh non lo fai in Italia. E' lo stesso che accade con il commercio equo solidale: non è elemosina, è il giusto che occorre dare ai produttori. L'aggettivo solidale è fuorviante ed in inglese correttamente non c'è, si dice fair trade, commercio corretto.
RispondiEliminanon ho capito niente, comunque va bene lo stesso. Non mi interessa proseguire oltre questa sciocca discussione.
RispondiEliminaHai capito, hai capito, tu non vuoi che si dica che fai l'elemosina, ma l'elemosina, se non si dice che la fai, ti va bene, eccome se ti va bene... Non vuoi che si dica che sei privilegiato rispetto agli altri italiani ma del privilegio di essere italiano non discuti, perchè nessuno lo fa, e ti va bene così, e non te ne vergogni perchè nessuno te lo fa notare. In una parola sei un IPOCRITA SUPERFICIALE.
RispondiEliminava bene, faccio l'elemosina, sono un privilegiato italiano e non me ne vergogno, sono un ipocrita superficiale, ecc.. Sei contento?
RispondiEliminaTu piuttosto, sei contento di fare l'elemosina?
RispondiEliminano, sono stato pagato per almeno SEI anni dall'amministrazione regionale, con soldi anche tuoi e degli allevatori, senza sapere, nonostante plurime richieste, cosa dovessi fare e senza fare quasi niente. A tanti va bene così (Palazzo regionale è pieno, non sanno più dove metterli), a me no. A te va bene? Credo che qualche posto ci sia ancora. Ma adesso basta, anonimo Revil, torna su 12vda (francovaldostanesimo, tegole, locali notturni e mucche, ecc.), oppure me ne vado io: non sono né un assistente sociale né uno che ha la pretesa di risolvere i problemi di questo mondo.
RispondiEliminaSe non ti fosse andato VERAMENTE bene te ne saresti andato da li'. Non ti andava tanto bene, ma non tanto da andartene. A me è successa la stessa cosa (MOBBING) in un posto ma me ne sono andato in tempi brevi, accettando certo situazioni economicamente meno vantaggiose di quella che pero' non mi soddisfaceva. Ma prendo atto della tua insoddisfazione lo stesso.
RispondiEliminaTrovo sempre interessante vedere il modo in cui chi non ha niente da dire vada a mettere zizzania in casa d'altri. Fuori tema, poco educati, noncuranti delle banali regole di vivere civile che, malgrado tutto, ci sono anche in Internet.
RispondiEliminaMi rivolgo al buon Courthoud, che pensa esistano non più di due o tre persone a frequentare blog e forum e assegna identità a caso. Caro Courthoud, perché continua a vantarsi di non aver fatto niente per anni pur pagato con denaro pubblico? Perché invece non spiega come ha messo in imbarazzo i colleghi dirigenti con un uso maldestro della tecnologia? E che un dipendente regionale è pagato anche laddove converrebbe a entrambe le parti cambiare aria?
Forse, Courthoud come l'anonimo, non ha mai avuto a che fare con una mucca né ha idea di quanti costi, tasse, fatica fisica richiedano fare l'agricoltore o l'allevatore. Forse anche qualcuno di quelli che si sporcano ancor oggi le mani con il letame o tenendo aperti rifugi preferirebbero stare dietro ad una scrivania con stipendio da dirigente, invece di rischiare ogni anno azienda e tranquillità se la stagione va male e la brucellosi dilaga.
Mai provato, vero?
pensieri autonomi
No, non ho idea della fatica che sta dietro al mestiere di allevatore, anche se credo che anche i pendolari facciano una vita da sfigati... ma in definitiva credo che chi resiste in qualunque mestiere lo fa perchè sceglie di farlo e reputa che quella sia la situazione migliore per lui. Non credo che chi fa da una vita l'allevatore vorrebbe fare altro: se lo volesse veramente, pianterebbe il lavoro che ha e lo farebbe, quell'altro. Credo un po' in quello che dice Sartre, ci creiamo noi le nostre prigioni perchè abbiamo paura della nostra libertà.
RispondiEliminaProvato, sono nato accanto alle mucche, sono andato al pascolo prima di andare a scuola (e tu?), e, caro pensieri autonomi, visto che mi tiri per i capelli, a breve se non già stasera dopo la partita, ti farò conoscere le birichinate di Cerise e Rocco a cui accenni nei minimi dettagli: i sopra citati dovevano "condonare", in maniera più illegittima che legittima , rispettivamente un sottotetto di villa in zona vincolata (Brissogne)e autorimesse in collina (Aosta). Seguiranno dettagli. E ora, se la cosa ti fa piacere, querelami (io non ho nulla da perderci), così potrò spiegarmi ancora meglio (Eddy Ottoz non è assolutamente responsabile di quello che ho scritto). Poi, caro pensieri autonomi (????????), visto che ci siamo, passeremo ai metodi usati da Caveri per restaurare ruderi personali in quel di Ayas. Tutti avevano bisogno di "funzionari ligi" (l'hommage lige medioevale, come ben sai, prevedeva il bacio alla Andreotti) e li hanno trovati. Sono quelli di cui parli e che vedo conosci benissimo. Sono "la nuova frontiera" dei dirigenti regionali.
RispondiEliminaOra dopo il Vday nazionale "Per un parlamento pulito", avremmo bisogno di un Vday regionale "Per un consiglio regionale pulito"
Esonero i responsabili di questo sito da qualsiasi responsabilità per quanto sopra scritto, che mi assumo invece integralmente e totalmente.
Ing. Bruno Courthoud
via Parigi, n. 51
11100 AOSTA
domiciliato a
Rhemes-Saint-Georges (AO)
frazione Coveyrand, n. 42.
Un consiglio da chi è stato querelato: non fare cazzate Bruno, non ne vale la pena. Goditi i soldi che spenderesti in avvocati per altro, per te stesso od i tuoi cari.
RispondiEliminase mi querelano, ovviamente vengo condannato, ma almeno mi tolgo una soddisfazione rendo di pubblico dominio non tanto le marachelle di cui sono a conoscenza (c'è da ridere, soprattutto per quanto tempo hanno fatto perdere a diversi dirigenti regionali, fedeli e liges, per cazzate private che interessavano esclusivamente ai diretti interessati), quanto il metodo, tratto da esempi concreti e pratici, con cui vengono ormai scelti e valutati tutti i dipendenti pubblici, dopo la cosiddetta riforma della pubblica amministrazione.
RispondiEliminaPer pensieri autonomi (???????), che dimostra di conoscere tante cose..... : non mi sono MAI vantato del poco o niente che ho fatto per sei anni, anzi, per sei anni, ho cercato di sapere quali erano i miei compiti, senza avere risposte, e quel poco che ho potuto fare, l'ho potuto fare solo dopo aver bistticciato con tutti per vedermelo assegnato (salvo il disegno di legge sul condono, per il quale sono venuti a cercarmi quando, dopo due o tre mesi di inutile ravanamento, i dirigenti di cui parli non avevano ancora la più pallida idea di che cosa fare (ovvero, come si suol dire, non sapevano che cazzo fare!).
In sede di primo grado ad Aosta il mio ricorso è stato respinto (l'appello è per aprile), anche se il giudice, nel dispositivo, ha, di fatto, riconosciuto almeno due anni di totale demansionamento. Mah! Misteri della giustizia italiana!
Salutami Caveri e compagnia brindante
Si, è un po' IL PROBLEMA di una regione piccola come la nostra: il conflitto di interesse e la pressione dei politici sulla vita dei cittadini. In fondo è il problema che avevano gli aostani prima delle Carte delle Franchigie, carta che doveva limitare la tracotanza dei nobilotti locali e che fu una carta che ribadiva il potere centrale contro i poteri locali, tutto il contrario di quello che raccontano (ma basta leggere, sapendo il francovaldostano, l'histoire du duché d'Aoste scritta dall'abbé Henri, per rendersene conto). Ma ti faccio una domanda: non era anche sotto la Presidenza di Louvin e di Perrin che sono avvenute le cose che denunci? Poi mi pare che la cosiddetta meritocrazia intesa come fidélité lige sia così in tutta l'amministrazione pubblica italiana, non solo in valle.
RispondiEliminaCaro Courthoud,
RispondiEliminalei insiste nell'assegnarmi un'identità e conoscenze che non mi appartengono. Non ho mai fatto riferimento alle persone ed ai fatti che lei cita con dovizia di particolari: non so nulla di quanto lei si ostina a voler rendere pubblico.
Da quanto leggo nelle sue continue rivelazioni pubbliche e dai media, abbiamo diverse generazioni di differenza. Ma quello che sicuramente ci distingue è il rispetto per il proprio lavoro: ogni ruolo comporta una parte di "segreto d'ufficio". Non so se lei ne abbia mai sentito parlare, ma se lei ha sassolini da levare e inimicizie personali, il raccontare pubblicamente fatti accaduti nell'esercizio delle sue funzioni non l'aiuta né rende onore alla sua intelligenza.
Finché gli "esperti" danno questo esempio ai "giovani" non possiamo aspettarci correttezza da parte di chi, come lei Courthoud, ha lavorato ad alti livelli nel settore pubblico.
Quanto alle querele, non sono di mia competenza. Non in questo caso.
pensieri autonomi
Sono d'accordo con Anonimo quando dice
RispondiElimina"In fondo a livello pubblico si sceglie quello che il singolo a livello privato non se la sente di scegliere, si fa del protezionismo del nostro territorio, lo si fa non mettendo tasse sui prodotti esteri ma agevolando i produttori locali. Lo si fa per salvare quello che va salvato, per non lasciare l'economia in balia del puro libero mercato fatto anche di sfruttamento dei lavoratori altrove, di economie di scala diverse, di diverso costo della vita."
Il problema di chi protesta sempre e contro tutto è che spesso ha i piedi al caldo e troppo tempo da perdere oppure ha veramente qualcosa da dire ma non ha ancora capito chi è l'interlocutore giusto. Anche chi può investire non ha la bacchetta magica: ci sono periodi di transizione, in cui bisogna lavorare per poi ottenere i risultati del proprio investimento. C'è bisogno di guardare cosa succede attorno a noi, ma spesso giudichiamo senza avere le conoscenze adeguate per farlo. Non è facile capire se stiamo andando nella direzioni giusta...
pensieri autonomi
quanti anonimi cuori di leone in questo paese (hic sunt leones)! tutti col burka e il passamontagna in testa, quasi come al paese di San Damiano (butto il sasso e nascondo la mano)! Ma in quali tane si nasconderanno?
RispondiEliminalé non e lé cognon passi, ma niente nomi e cognomi, per favore!
RispondiEliminaDiscutiamo anche accanitamente, purché tra di noi. Non accusiamo altri che non si possono difendere.
Mi pareva di avere chiarito a sufficienza che, in cambio di libertà e di non moderazione del sito, ognuno dovrebbe controllarsi...
Il dibattito è interessante, l'argomanto (i contributi alle attività agricole) è pertinente, anche se l'approccio è forse un po' semplicistico.
Gli insulti non aggiungono nulla.
mettiamola così: come in ogni buona gaussiana che si rispetti, i due estremi (in questo caso "tutto stato" oppure "tutto mercato") non esistono e sarebbero comunque nefasti. Va trovato un equilibrio, sapendo che più c'è stato (nel nostro caso regione) e più c'è inefficienza, sovracosti, partitocrazia (unica) e clientelismo, più c'è mercato più vanno garantite le fasce più bisognose, cosiddette "deboli".
RispondiEliminaNé stato o ragione, né mercato vanno demonizzati, Ahura Mazda (non a caso dall'anima bovina) emana sia Angra Mainyu che Spenta Mainyu, Osiride non avrebbe senso senza Seth.
Trovare il punto di equilibrio tra socialismo reale (quello nostro attuale) e liberismo sfrenato (con il quale la sinistra radicale si sciacqua la bocca, ma che non ha neppure idea di che cosa sia) dovrebbe essere appunto il compito della politica.
Diciamo anche che, quasi sempre, i contributi, quando diventano strutturali (dati sempre) e non congiunturali (dati a termine per superare una fase difficile) finiscono alla lunga per danneggiare proprio chi vogliono aiutare. Abbiamo i contributi in conto interesse? Ed ecco che, miracolosamente, i tassi bancari in Valle sono i più alti d'Italia, e si mangiano il contributo. Risultato: il contributo lo paghiamo tutti noi (i valdostani) e non va finire a chi ha bisogno di credito, ma alle banche. Però qualcuno l'ha dato, l'ha deliberato, e scatta l'operazione grazie, l'anticamera del consenso.
Lo stesso per quasi tutti gli altri contributi. Qualcuno ha provato a comperare una stufa a pellets in Canavese? O una motofalciatrice, un trattore, che so? O anche solo un'automobile? Per non dire un autocarro?
Per gli attrezzi agricoli i prezzi in valle equivalgono a quelli di fuori solo per il materiale hobbistico, poiché è arrivata la grande distribuzione (Prealpina, Brico Center, ecc.).
La politica è anche la gestione del punto di equilibrio tra gli interessi delle varie categorie, non c'è nulla di male.
Va protetto il piccolo commercio nei centri storici, ok. Alzi la mano tra voi chi non va regolarmente alla Cidac o da Carrefour... E così via.
E' il contributo la soluzione? La Comunità Europea pensa di no.
Cosa accadrà quando l'obiettivo 2 della UE sarà limitato alle new entries dell'est, più povere di noi?
Avremo sempre tutti questi soldi per i contributi, se non smettiamo di non distinguere gli investimenti pubblici che, effettuati e entrati a regime, generano nuova spesa corrente e gli investimenti pubblici che, conclusi, ne generano poca?
Ci rendiamo conto del paradosso per cui i nostri Comuni non hanno mai avuto tante risorse come oggi e non hanno più un picco per gli investimenti, ingessato com'è il loro bilancio dalla spesa corrente?
Il contributo smorza poi la selezione, la competitività, e Dio sa quanto questa Regione avrebbe bisogno di punte di eccellenza, di tendere all'eccellenza.
E' quanto ha detto pubblicamente il mio amico anticonformista Nex nel ritirare sabato il titolo di Cavaliere dell'Autonomia. Per non parlare di Giarda, che ho trovato a tratti addirittura offensivo.
Fare economia in montagna costa di più, è vero. Non sarebbe male, però, andare a vedere come si fa economia in montagna negli altri paesi dell'UE, se i prezzi e i costi sono come i nostri, se, come direbbe Orwell, tutte le montagne sono diverse, ma qualcuna è più diversa delle altre. Se i costi in montagna sono più alti, ma sono più alti ancora dove i contributi li rendono strutturalmente tali.
Il sistema dei contributi è sostenibile con le nostre prospettive future?
E\\\' un po\\\' quello che succede ai prezzi dei panini nei bar frequentati da chi ha il buono pasto o ticket che dir si voglia... il prezzo nominale sale per allinearsi come prezzo reale a quello che altrove è nominale senza ticket: ove per prezzo reale intendo quello percepito dal consumatore, ovvero privo del contributo dell\\\'azienda al valore nominale del ticket. Non lo so, adesso mi pare che l\\\'allevamento in Valle giri, forse certi aiuti andrebbero erogati in funzione di come e quanta superficie agricola viene ben mantenuta dall\\\'allevatore.
RispondiEliminagli aiuti, quando necessari, vanno erogati:
RispondiElimina1 - nel rispetto delle norme comunitarie, ecc.
2 - studiando i meccanismi, in modo da evitare il problema di cui sopra.
3 - valutando attentamente i casi nei quali le condizioni infrastrutturali al contorno sarebbero più utili (quando ossia elargire contributi a singole aziende e quando invece investire in infrastrutture che rendano più appetibile "fare impresa" per tutti. Bassa Valle docet.
e non solo bassa valle, cela va sans dire...
RispondiEliminae la parentesi andava chiusa...
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