dal sotterraneo dei commenti - che non tutti leggono - ecco due analisi del voto, la prima delle quali anonima su richiesta dell'autore.
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La statistica dice che se, per esempio, piove dodici volte all’anno, questo significa che mediamente avremo acqua una volta al mese. Immaginiamo ora di verificare l’andamento effettivo delle precipitazioni durante due anni e di constatare che è in effetti piovuto una volta al mese. Dovremmo concludere che le 24 piogge sono state “perfettamente” aleatorie? No, dovremmo chiederci se qualcuno non ha trovato il modo per controllare il tempo che fa. I fenomeni aleatori, appunto descritti dalla statistica, sono tali perché non seguono regolarità se non sui grandi numeri. L’ordine è invece il prodotto dell’intervento diretto di una volontà umana.
E’ con questa logica che è potrebbe essere divertente analizzare l’ultimo risultato elettorale. Cominciamo con il successo di Augusto Rollandin. L’UV ha perso quasi 3.000 voti rispetto al 2003, i votanti stessi sono in calo, Rollandin non era un candidato uscente e perdipiù la sua ultima esperienza elettorale era stata una solenne trombatura alle politiche del 2006. E’ invece riuscito a incassare un numero spaventoso di consensi personali, il che avrebbe già del miracolo. Ma non basta. Nella nutrita pattuglia UV, sono spariti quelli che gli avevano dato fastidio o che minacciavano la sua onnipotenza. Fuori A. Viérin, fuori Césal, fuori Praduroux, fuori la Charles, gli ultimi due forse semplicemente non abbastanza devoti. Fuori anche CL, la cui potenza tutti vantavano. Niente Gioia Brunod in Consiglio, e niente Maquignaz. Anzi, a essere ben sicuri che non entrerà non è nemmeno il primo degli esclusi. Se un eletto UV dovesse volontariamente o meno rinunciare, sarà Prola a prenderne il posto. Entrano invece solidi valori elettorali e umani come Lanièce, Impérial, Empereur (quanti imperatori, nell’UV...), Crétaz, Rosset, Bieler, Rini, Norbiato, Agostino, Zublena: sinite parvulos... Tra gli eletti, Caveri esce talmente ridimensionato che è difficile pensare per lui a un futuro politico. A. Cerise, che tanto si è congratulato per la sparizione dei Verdi, dovrebbe forse pensare a guardarsi le spalle: chi gli garantisce una conferma da assessore? L. Viérin è solo. E Pastoret, beh, diciamo che è spendibile. Tutti gli altri sono uomini di fede rollandiniana. Secondo miracolo, dunque: è riuscito a vincere in un’UV che ha perso dei voti e nel contempo a far “pulizia” di chi gli era sgradito.
Dove però il miracolo comincia ad assomigliare a una precipitazione al mese è nella formazione dell’opposizione. La sinistra arcobaleno era notoriamente intrattabile. Pasticciona, arruffona, confusa, ma talvolta dura. Nessun problema: non entra, per 200 voti. Nel PD, Sandri era considerato un cavallo pazzo, inaffidabile ma brillante. Uno capace di infastidire, come dimostrano i suoi ficcanti interventi in Consiglio. Fuori, con un PD che non fa meglio dei vecchi DS. Ci saranno invece Donzel, Fontana e Rigo, con cui, diciamo, si può discutere. RVDV ottiene un ottimo risultato, a spese però di una sinistra distrutta e della coalizione nel suo complesso, che, dal 2006 al 2008 si è fumata 6.000 voti nelle politiche, e altri 6.000 da aprile alle regionali di maggio. In più, gli eletti sono notoriamente persone di buona educazione, moderati, pronti, come già dichiarato, al sogno di ogni maggioranza, l’”opposizione costruttiva”. D’altronde, sono tutti e cinque ex-UV, e a vederli seduti fianco a fianco con i loro vecchi compagni di partito si faticherà a ricordarsi che sono “diversi”: sembrerà piuttosto di vedere un’UV con 22 consiglieri... Un caso per tutti, Giuseppe Cerise, direttore del Peuple Valdôtain fino a metà 2007 e dal 2008 direttore del mensile di RV, nonché forse ancora proprietario di una parte della sede UV. O, se si vuole guardare ai leader, basti pensare a Chatrian, fino a qualche mese fa dirigente fiduciario di Aurelio Marguerettaz... e che si è dimesso dall’incarico solo per non rischiare l’ineleggibilità. Con nemici così, uno può davvero dormire sonni tranquilli.
Andiamo a destra. Frassy era senz’altro il più tiepido rispetto a un’alleanza eventuale con l’UV. Si possono o meno condividere le sue idee e le sue battaglie, ma era considerato non in vendita. Fuori, da capogruppo uscente. Tu eri un transfuga dell’UV, e non avevi fatto mistero di non volerti piegare. Qualcosa che, se i miracoli esistono, richiedeva una punizione. Fuori anche tu, sulla soglia ma comunque fuori.
E ora la foto che ci mostri.
Ecco, si ha un po’ la sensazione di leggere un bollettino metereologico che riportasse una precipitazione al mese, ogni mese durante svariati anni. Tutto in accordo con la statistica, con le coincidenze che capitano in ogni elezione, con l’alea delle urne: o no?
27/5 ore 11:01 - email firmata
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prime impressioni "a caldo"
Il risultato di queste elezioni regionali a me appare, grosso modo, come una fotocopia del risultato delle regionali del 2003 (sui piccoli numeri, quali quelli della VDA, le variazioni % in più o in meno sono poco significative). La sconfitta di Rollandin, nel 2006, ha ingannato tanti. Non si trattava di una novità politica (AAP), quanto di un "regolamento di conti" all'interno dell'UV. Tutto è stato ricomposto con il rientro dell'uomo "forte" (si fa per dire), il quale ha avuto carta bianca, previo accordo con il suo rivale Viérin(ha zittito Caveri, "fatto fuori" Césal che non lo voleva in lista, fatto eleggere tutti i suoi uomini, salvato il pargoletto di Viérin, ecc.). E tutti i valdostani (e non solo) o quasi, zitti, con la mano tesa e la coda tra le gambe.
In definitiva questa valle rimane un paese fermo, immobile, sordo a qualsiasi novità, sia nazionale (PD, PdL, bipolarismo), che sovranazionale. Un mondo a parte, sia rispetto all'Italia (che a sua volta è già praticamente un mondo a parte anche solo rispetto al resto dell'Europa), sia rispetto al resto dell'occidente.
Viviamo ancora in un ambiente tipicamente "feudale", con i suoi feudatari e i suoi vassalli: chi non si adatta viene immediatamente invitato ad andarsene (basta leggere alcuni vergognosi post su questo blog) o viene zittito.
Come, mi pare, ha giustamente sottolineato Bongiorno per il PdL, ci stiamo sempre più "emarginando" ed "isolando", sotto tutti i punti di vista. Peccato!
p.s. Ma, "etnicamente parlando" (che disgrazia per la VDA fintanto che si abbinerà l'etnia alla politica) Rollandin è il più valdostano dei calabresi o il più calabrese dei valdostani?
Al seggio n. 15 di Aosta, quartiere Cogne, quartiere squisitamente "calabrese", dove ho votato ed ho assistito allo spoglio in qualità di rappresentante di lista per il PD, ha stravinto l'UV (?! nulla di particolare se uno non avesse a mente l'art. 1 del relativo statuto) e, in quanto a preferenze, Rollandin ha fatto man bassa, con accoppiate varie.
Non mi si dica che qui entra in gioco il cosiddetto "sentiment" (appartenenza etnica).
Infine, in VDA, la democrazia (sostanziale, non formale), può ancora aspettare.
Alle opposizioni, di centrodestra e di centrosinistra indistintamente, per i prossimi cinque anni di "regime", l'arduo compito di verificare quotidianamente (insieme a noi semplici cittadini) come verranno spesi (o sperperati) i nostri soldi, di controllare l'informazione di "regime" e di offrirci, se possibile, una informazione alternativa, di verificare che vengano premiate le persone meritevoli e non gli "hommes liges", come è avvenuto in tutti questi anni (so che la Giunta regionale, nell'ultima sua riunione, ha approvato le "linee guida" per la riforma della dirigenza regionale: tra l'altro la nomina dei nuovi "dirigenti" e la revisione dell'apparato amministrativo sarà uno dei primi atti della nuova Giunta: prestateci attenzione, anche se di solito avviene in piena estate - luglio/agosto - e così passa quasi inosservata).
27/5 ore 17:55 - Bruno Courthoud