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30 marzo 2010

leggere le percentuali o contare i voti?

Regionali, pensieri in libertà:
- penoso il livido comportamento di Mercedes Bresso dopo il risultato; un po' di sport da giovane le avrebbe insegnato a perdere da signora;
- capire dalle percentuali il "chi sale e chi scende" è impossibile, vanno presi i voti in assoluto, non le percentuali. Due esempi: il PD sarebbe cresciuto in Toscana. Falso: in realtà ha perso oltre centomila voti. La Lega è cresciuta in Piemonte. Falso: nei fatti ha perso sessantamila voti. Sono stati gli astensionisti a gonfiare e sballare le percentuali, è il loro partito il vero vincitore;
- Di Pietro ha rotto la stantia tradizione del "hanno vinto tutti", dichiarando con chiarezza esemplare che il centrosinistra è stato sonoramente sconfitto. Bravo Tonino, una boccata di aria fresca;
- certamente ha perso Gianfranco Fini: novella Penelope dovrà ricominciare da capo a tessere la sua tela;
- Porta a Porta, déjà vu: la maleducazione di Rosy Bindi è sempre più insopportabile. Che sia una quinta colonna del PDL? Ogni volta che apre bocca, il PD sanguina voti.

5 commenti:

  1. Credo che, al di là di numero dei voti e percentuali e del fatto che tanto vincono sempre tutti, per il centrosinistra (?) è venuto il momento di porsi qualche domanda su cosa fare e come farlo. L'Italia ha bisogno di "decisioni" forti, i ciurlatori nel manico hanno i giorni contati. La determinazione di Maroni ha tirato la volata finale, per la seconda volta la Lega ha intercettato il voto "proletario" (non mi piace per nulla questa espressione, ma serve a spiegare il concetto). La delusione di una sinistra frammentata e non più capace di dare l'esempio ha fatto confluire nella Lega una marea di voti (in alcune regioni li ha raddoppiati) non più di protesta, ma di speranza. Perchè quando sei au bout du rouleau non ti interessa più protestare, ma diventi terribilmente pragmatico e premi quello o quella che ha fatto, che ha dato segni di vita. La mollaggine della Bresso appartiene agli anni 80, dove bastava saper parlare, ma oggi non convince più nessuno. Discorso diverso, ad esempio, per Chiamparino che a più riprese ha saputo agire, anche scontrandosi con gli apparati di partito. Non leggo il risultato come un successo personale di Berlusconi, non voglio credere che gli elettori italiani siano una massa di cerebrolesi imbambolati da Emilio Fede. Ancora una volta la "sindrome degli indiani" ha funzionato a meraviglia, quello che non ha ancora compreso la sinistra è che più attacchi Berlusconi e più lui prende i voti.
    A Cesare quel che è di Cesare, la gestione post-terremoto è stata un esempio di pragmatismo. Questo premia oggi, l'abbiamo visto nella recente vita politica regionale, lo vediamo oggi su scala nazionale. Bersani parla di due "pali" presi a Torino e a Roma, io vedo che il PD ha perso il Piemonte e il Lazio, in politica non esistono né supplementari, né rigori, né golden goal!
    Ciao.

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  2. Be', io ho votato per Cota, ma non mi pare così "penoso" il comportamento della Bresso che invoca il riconteggio: non so se è a questo che ti riferissi, ma mi sembra lecito chiedere accorte verifiche qualora il proprio avversario abbia vinto per un'inezia (senza con ciò intendere la sussistenza di brogli elettorali). In fondo, è la stessa cosa che è successa, a parti rovesciate, nel 2006, in occasione della vittoria di Prodi alle elezioni politiche nazionali. Poi non so, magari la Mercedes ha detto e fatto ben di peggio.
    Inoltre, ho letto da più parti l'osservazione secondo cui avrebbe vinto l'astensionismo. Non direi: è vero, è cresciuto, ma meno di quello che secondo me era legittimo attendersi, dopo mesi in cui si è parlato di tutto, ma solo rarissimamente di politica e mai di politica regionale.

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  3. mi riferisco al tono acido, livido e saccente.
    Bisogna saper perdere e prendere atto che non si era un candidato (a) vincente. Chiamparino avrebbe vinto.
    Su brogli e riconteggi, nulla da ridire, se ci vogliono si fanno, per carità.
    Ma bisogna saper perdere.

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  4. ...che vuoi che ti dica, caro eddy: già è difficile vincere in generale, ancor più vincere con eleganza; ma perdere e - soprattutto - perdere in modo stiloso risulta, per un'avventizia "zarina", assolutamente inconcepibile.
    Valete omnes.
    Michele

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