non so se qui siano intelligenti i semafori, ma sicuramente lo sono i cinesi. Un grande display riporta di fianco il conto alla rovescia in modo che tutti sappiano quanto manca al cambio.
Il semaforo diventa rosso? Ecco che il display, rosso, lampeggia: 60, 59, 58, 57 ecc. fino allo zero, ossia quando scatta il verde. Verde diventa anche il display e lampeggia 54, 53, 52 e così via fino a quando non diventa giallo e lampeggia giallo da 6 secondi a zero quanto torna rosso e via per un altro giro. Pedoni idem.
Ovviamente da noi, con il rosso che scandisce -5, -4, -3, -2, -1 e... ...vvvia col verde, tra sgassate e martirio di frizioni parrebbe di essere a Monza, ma qui funziona.
Unico inconveniente: il sindaco di Beijing, Ghui Ghree-Mow, e il suo assessore Dong-Zehl non potrebbero ispirarsi al loro collega di Perugia, l'idolo degli amministratori del nostro capoluogo, quello che tra truffaldina riduzione del giallo e multa-camere ha moltiplicato gli incidenti e arricchito il suo comune e la solità società di Pescara titolare dell'appalto per le buste ed i francobolli, quella che si puppa 24 euro su ogni multa pagata dai cittadini (fonte RAI, direi Report...). Un mito.
Qui pare che lo scopo dei semafori non sia quello di far cassa, ma piuttosto di evitare gli incidenti. Questi cinesi sono proprio pazzi, costruiscono addirittura rotonde che fludificano il traffico anziché inchiodarlo. Pensate: riescono a svoltarvi persino i pullman, e senza alcuna manovra! Non saranno molto forti sui diritti civili, ma su quelli dei pedoni, dei ciclisti e degli automobilisti non si battono.
In cinese anche solo pronunciare APS è reato, cinque anni di campo di rieducazione.
Recidivo? Pena capitale.
PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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16 settembre 2008
Ghree-Mow, Dong-Zehl e il semaforo intelligente
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Eddy
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20 febbraio 2007
E io pago...
E' di ieri la notizia di un Comune, in provincia di Pisa, dove un autovelox rende più delle tasse comunali. La Gazzetta dello Sport di oggi scopre questo tema, già indirettamente affrontato qui nel blog a proposito della proliferazione delle zone blu in Aosta (cliccando sulla foto sopra potete leggere l'articolo).
La domanda non è peregrina: i Comuni considerano le multe una forma di prevenzione o una lucrosa fonte per rimpinguare le loro casse?
Le multe dovrebbero essere una sopravvenienza attiva del bilancio, ossia dovrebbero tendere a zero (ciò significherebbe, infatti, che i cittadini non commettono più infrazioni). Pare invece che siano un cespite strutturale, un business, e che si faccia di tutto per appiopparcene sempre di più. Tra un po', dopo il city manager e l'energy manager, il Comune si doterà di un multa manager.
A meno che non ce l'abbia già. La sigla APS vi suggerisce qualcosa?
Commenti?
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Eddy
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