PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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29 giugno 2007

Your vote has been cancelled! (perché?)

Il software easy-poll, per evitare manipolazioni del voto votando a raffica, ricorda il numero IP, pur anonimo, di ogni computer. Se riceve più di un voto in giornata dallo stesso IP, annulla ogni tentativo di voto ripetuto. Solo il giorno seguente è possibile rivotare dallo stesso IP. Tutto ciò quesito per quesito, ogni domanda è un sondaggio a sé.
Nelle reti di computer collegati allo stesso server e/o router, i voti di utenti e pc diversi hanno un unico identico IP, e quindi, su ogni quesito, passa solo il primo voto della giornata.
In Regione, dove centinaia di pc si collegano con lo stesso IP, è difficile riuscire a votare.
In questo caso l'unico modo per votare consiste nel farlo dal proprio computer, a casa, o comunque non dall'ufficio. E' il prezzo da pagare per garantire sia l'anonimato che un risultato corretto: one IP, one vote.
Sto cercando un software one computer, one vote. Forse ce la faremo.

28 giugno 2007

Me voilà





Lingotto democratico: à vous Veltrozy...!

misteri della democrazia


L'adulto non crede a Babbo Natale. Ma lo vota.

(Pierre Desproges)

23 giugno 2007

evolviamoci: non è più l'autonomia di una volta (etica della montagna o montagna etica?)

foto A.ManoEvolvendo-show ieri sera a palazzo. Seconda autonomia simulacro di una seconda repubblica valdostana, questo in sostanza il tema. Introduzione di Bruno Milanesio, inquadramento giuridico di Claudio Dalle, european considerations di Enrico Martial, casinò-pensiero di Paolo Giovannini, e via con gli interventi. Sala gremita all'inverosimile, surplus stipato in saletta a seguire su grande schermo.foto A.Mano Parecchi restano fuori. Molte le signore tra il pubblico, tutte e tutti però chiaramente addetti ai lavori. Niente dibattito, possono intervenire solo gli invitati alla tavola rotonda: da sinistra a destra, per chi guarda, Enrico Martinet, Aurelio Marguerettaz, Luciano Caveri, Bruno Milanesio, Leonardo La Torre e Roberto Louvin.
Sornione Milanesio, enigmatico Martinet (i valori sono quelli etici, allora il francese non è un valore, però è un valore la montagna...), Luciano Caveriefficace e controllato Caveri, prevedibile La Torre, accattivante Louvin, tribunizio Marguerettaz che, accusati i diritti di generare costi, si lancia poi in un metaforico outing con Chicco Martinet, mentre sull'altro lato del tavolo si discetta su castità e verginità ricostruite in laboratori politici (Casablanca?). Discorsi generalmente criptici. I pochi espliciti in stretto patois politichese.
Curiose le novità, vistosi e colorati i ballons d'essai. Nell'ordine: Milanesio che si erge aLeonardo La Torre difensore del francese, Giovannini che sostiene la necessità di una gestione pubblica del Casinò, Martinet che fa carotaggi proponendosi quale guru anti-referendario. Marguerettaz in secondo intervento si corregge (i diritti generano costi sociali, non finanziari...) e passa ad enunciare un curioso sillogismo sui referendum, che provo a sintetizzare: referendum uguale più potere al popolo, uguale meno potere alla politica, uguale popolo più forte, uguale pena di morte, ergo sostegno ai referendum uguale sostegno alla pena di morte...
Aurelio MarguerettazUn esempio: gli USA.
Marguerettaz dimentica forse la classifica delle esecuzioni nel 2006: 1.010 in Cina (in realtà, secondo Amnesty International addirittura quasi 8.000), 177 in Iran, 82 in Pakistan, 65 sia in Iraq che in Sudan, USA in bassa classifica: 53 (spalmate in dodici stati).Roberto Louvin
Forse l'altro ieri, mentre eravamo distratti al bar, ci siamo persi che in Cina, Iran, Pakistan e Sudan il popolo si è appropriato della politica.
Tutti paesi in cui fioccano i referendum.

21 giugno 2007

la verità

C'è la verità che si conosce. C'è la verità che va provata. C'è la verità offuscata da evidenze fattuali sconcertanti. C'è la resa. C'è la resa dovuta a circostanze traumatiche. C'è la resa come casino colossale. La verità trionfa, la verità sfugge, la verità postula principi che proteggono il peccatore. Ogni giorno, ogni caso, ogni verdetto - pura verità -, verità a due facce, verità fraintesa.

(James Ellroy, "Destination: morgue")

20 giugno 2007

risparmiamo sul VOIP

Dopo l'installazione del VOIP, come effettuare le chiamate telefoniche senza gravare sui costi del Consiglio e, in linea più generale, della politica?

Questo l'interrogativo che da giorni tormenta consiglieri e dipendenti del Consiglio regionale.
Propongo perciò un innovativo utilizzo di Voipex™, uno strumento già esistente sul mercato, trasparente, efficace, efficiente ed economico, in linea quindi con i dettami delle leggi Bassanini sul riordino della Pubblica Amministrazione. Voipex™ garantisce la privacy, blocca alla nascita pettegolezzi e fughe di notizie, è facilissimo da reperire e risolve definitivamente il problema.

Voipex™ permette di:
- non rinunciare al piacere della telefonata;
- trattenere nell'apposito serbatoio l'importo della chiamata, rimbalzandolo automaticamente a carico dell'utente;
- impedire che la conversazione o parti di essa filtrino sui media;
- prevenire la diffusione di patologie trasmissibili per via orale.

Voipex™ è disponibile in versione standard, stimolante (telefonate noiose) e ritardante (interlocutori che cercano di tagliare corto). Effetti collaterali: in rari casi produce un abbassamento del vippometro su La Vallée Notizie.

In linea con l'obiettivo della riduzione dei costi dell'Amministrazione, acquisto e installazione sono a carico dell'utente.

Come si monta (vedi foto):
- computer o apparecchio dedicato: Voipex™ va inserito tra il cavo di rete e la presa RJ-45;
- telefono normale: Voipex™ va inserito tra il cavo del telefono e la presa RJ-11 della cornetta o del cordless.

19 giugno 2007

giustizia




Sono un cinico che ha ancora voglia d'illudersi.

(Henry John Woodcock)

18 giugno 2007

fare non è un optional

Quand on est célèbre, il vaut mieux faire que ne pas faire.

(Simone Signoret)

La Chine s'est éveillée

Tre giorni a Pechino.
Inaccessibili, ad esempio, blogger e wikipedia, stoppati da un gigantesco firewall orwelliano, versione internet della Grande Muraglia, proibito sostare a Tien An Men, in via d'estinzione le biciclette, proibite le motociclette, muggisce il traffico, all'interno del quarto cerchio i cani devono essere al massimo 35cm al garrese, i grattacieli crescono come funghi anche se non piove mai, se serve fa piovere il governo bombardando il cielo, ma costa troppo, ogni tanto però se po' fa'. Per avere il sole all'inaugurazione delle Olimpiadi, tre giorni prima lo farà di certo. Tutto è in vendita, tutto si contratta, meno le ideologie. Scorte esaurite.
Tredici milioni di abitanti registrati più quattro non registrati, il secondo cerchio è ormai una delle larghissime fubinofobiche circonvallazioni, per realizzare la quale è stata spianata un'intera cerchia di antiche mura della città (la quarta direi). L'economia galoppa oltre il 10% di pil, la sovrintendenza può aspettare.
Sarà una grande Olimpiade, impianti meravigliosi, tutto disegnato from scratch, urbanistica compresa, tutto progettato con un tecnigrafo a mappe libere: do the best, that's it. Stop. Les jeux olympiques d'abord, l'intendance suivra, avrebbe detto "le" Général.
Niente transizioni di genere per falsi accrescitivi a bloccare tutto. Amministrazioni di servizio.
Il gomitolo dello stadio olimpico, già oggetto d'arte prima di esistere, darà al mondo intero il segno della complessità di questo grande paese.
Pechino, bella ma meravigliosamente inquinata, ogni grattacielo un nuovo milionario, l'anima lacerata dalla dolorosa necessità di essere più occidentale degli occidentali, ma alla cinese, gli occidentali non possono capire, si grattino. Non hanno compreso che la risorsa più democratica, ma limitata e costosa, è il tempo, per questo non sanno controllare i costi. Ripeto, si grattino. Siamo all'etimo del funzionariato. Per dare risposte, qui la burocrazia dispone solo del si o del no. Poi si esegue. Stop. Abolita la cultura della spiegazione, del perché si o perché no, poco lavoro per i Tar, se no il paese non va avanti.
Le masturbazioni mentali, dopo, a cose fatte. Intanto, facciamo il ponte, anzi i ponti, le Tav, le gallerie, le autostrade, le dighe, poi discutiamo. Il traffico non è un problema ideologico, ma idraulico, e l'idraulica richiede approcci cartesiani. Di nuovo, niente se o ma, just si o no. Non si suona ancora qui, nelle sale da concerto, la democrazia ben temperata.
Per il reato di corruzione? Pena di morte. Niente corruzione, allora? No, per carità, però il più alto numero al mondo di sentenze di morte eseguite ogni anno (solo Amnesty e i radicali di Non toccate Caino ne parlano, i pacifisti di professione preferiscono limitarsi a protestare per quelle eseguite in Usa. Distinguiamo please le condanne a morte buone da quelle cattive...).

Continuate a raccontarvi - paiono dirci i cinesi - che l'1.6% è crescita, che l'1,6% è economia che va bene, che l'1,6% è sviluppo, che con l'1,6% si può fare ricerca, che l'1,6% porta alla felicità, e che il 2,0% sarebbe il paradiso, ma il paradiso non esiste. Continuate a raccontarvi che il lavoro di cui parla la Costituzione è solo quello così definito dalla triplice, da proteggere fino al triplice lavoro, per perpetuare in ultima analisi la triplice stessa. Intanto noi cinesi non ci chiediamo che cosa sia il lavoro, lavoriamo. Sapete, quell'attività che l'Occidente ha dimenticato, quella in cui si suda e si fa fatica ma si producono beni e servizi e non solo parole e obiezioni. Non siamo perfetti, ma se l'11% di pil non sono la felicità, per la crescita della Cina figuriamoci che tragedia sarebbe l'1,6%.

Lo disse un certo Napoleone Bonaparte: "Quand la Chine se réveillera, le monde entier tremblera". In Italia continuiamo a far finta di nulla, ad usare strumenti spuntati e a raccontarci le bugie da soli. Almeno, non crediamoci.
Quando se ne parlerà seriamente?

Non è più la Cina di una volta.

16 giugno 2007

le parti invertite



I bassi prezzi delle merci sono l'artiglieria pesante con la quale l'industria europea abbatte tutte le muraglie cinesi.

(Karl Marx e Friedrich Engels, "Il Manifesto", 1848)

11 giugno 2007

i costi della politica

I consiglieri regionali hanno ricevuto una lettera della dirigente dell'Economato, che trovate a fianco (cliccate su di essa per ingrandirla). Poiché amo affrontare i problemi con una vena d'ironia (se non si era capito), ho risposto con un'altra lettera, che ho inviato per conoscenza a tutti i consiglieri, qualunque ruolo ricoprano in Regione, dai Presidenti della Regione e del Consiglio fino ai più umili peones (quale io sono). Qualcuno l'ha fatta filtrare anonimamente ad un quotidiano.
Il fatto è che il problema dei costi della politica andrebbe affrontato seriamente. C'è il costo dei consiglieri, compresa la loro indennità, c'è il costo delle Comunità montane, che ci domandiamo a che cosa servano, c'è il costo del sistema di organi e organismi pletorici, spesso inutili moltiplicatori di cariche, c'è il costo degli amministratori locali, c'è l'effetto di trascinamento dei meccanismi automatici che legano i compensi degli uni a quelli degli altri, c'è il costo degli amministratori delle società pubbliche, ecc.
Su un altro versante c'è il costo della cattiva politica, delle decisioni non prese, dell'ostruzionismo delle minoranze, che devono potersi esprimere, ma che non dovrebbero, con il loro comportamento, essere loro a decidere. Potremmo parlare di autostrada, di ospedale, altrove di TAV, di passanti, di monnezza, ma anche da noi di un sacco di cose. Quanto è costato, e quanto costa l'ostruzione di pochi? E chi paga?

Parto per Pechino, starò via una settimana, farò il possibile per stare in contatto. In ogni caso al mio ritorno, parleremo dei costi della politica.

Ai lati le due paginette della mia risposta
(solito sistema, cliccare).


organised gossip




Il pettegolezzo organizzato non è mai innocente, e viene alimentato da chi, per denaro, potere e relazioni, è in grado di lusingare, sostenere e impaurire.

(Massimo Mucchetti, "Il baco del Corriere")

l'ottimismo è il sale della vita

Chambre, Confindustria, Banca d'Italia. Nel giro di una settimana tre relazioni. Punto comune un certo ottimismo: il pil della Valle crescerà quest'anno dell'1,6/1,7%, la disoccupazione è al 3%. Francamente, non trovo queste cifre così entusiasmanti.
La crescita del nostro pil è inferiore a quella del pil italiano, e quella italiana è la peggiore in Europa. Gli economisti concordano da sempre sul fatto che, per poter stimolare nuovi posti di lavoro, la crescita deve essere almeno del 3%, e in un'economia di servizi addirittura da mezzo a un punticino di più.
Il numero delle aziende è stazionario, ma in realtà il notevole aumento del numero di imprese di extracomunitari sta bilanciando la diminuzione delle nostre. Gli extracomunitari, che sono ormai il 5% della popolazione, producono oltre il 7% del pil. Hanno capito che, per creare ricchezza, è necessario il buon vecchio lavoro...
L'accesso al credito cresce, ma cresce di oltre il 17% il credito al consumo.
Questi sono i numeri. Qualcuno vuole commentare?

una settimana normale...

Settimana di quelle toste, comunque tu la prenda. Lunedì riunione con Dario Comé (relazioni su leggi), primo pomeriggio gruppo UV, alle sei maggioranza, la sera Fidal.
Martedì Consiglio: bilancio consuntivo 2006 la mattina, con interruzione, dopo intervento in aula sulla situazione economica per scappare in piazza Chanoux e presenziare alla festa dei Carabinieri di Aosta. Colazione di lavoro, pomeriggio Consiglio per l’assestamento di bilancio 2007. Altro intervento, Marguerettaz in risposta nega che esista un casello a Saint-Pierre (l’avranno smontato in nottata). Abbandonare la seduta alle sei, cambiarsi, prendere la macchina e filare a Torino per rappresentare la Regione all’anniversario dei Carabinieri della Regione nord-ovest, con tanto di gonfalone. Tardi a dormire.
Mercoledì ancora Consiglio: entusiasmante giornata destinata al tormentone ospedale nuovo/ospedale ristrutturato. Gramellini è citato per il suo fondo sulla politica fai-da-te (è raro, ma una volta tanto manca il punto anche lui). Chi farà i conti del costo dei ritardi dell’ospedale, in termini di soldi e di servizi non prestati ai cittadini? Chi ne risponderà? Per le leggi elettorali, i tre saggi fanno pervenire il loro parere-bis sull’ammissibilità dei referendum. Si faranno o non si faranno? Si faranno, si faranno. Rimane uno scampolo di tempo alla fine della serata per votare qualche provvedimento, il resto lo si rimanda al prossimo Consiglio, poi a casa a seguire la fase finale del dibattito in Senato sulla Visco-vicenda con la penosa (vergognosa, pasticciata?) versione di Padoa-Schioppa su Speciale. Bersani intanto soffre, i tassisti minacciano, i benzinai sciopereranno, D’Alema smentisce il conto, Putin attacca Bush, Luna Rossa sta soccombendo 4-0. Parisi in Comune trasloca. Giornataccia.
E’ giovedì, un giovedì dedicato all’economia. La mattina, alla Pépinière d’Entreprises, Assemblea dell’Associazione Industriali, con relazione pubblica sull’andamento dell’economia in Valle (e proposta di ridurre i consiglieri regionali da 35 a 30). Cala la disoccupazione, ma non si capisce bene. C’eravamo già sorbiti, la settimana prima, l’andamento del pil visto dalla Chambre. Nel pomeriggio, dopo l’inaugurazione e la visita pastorale alla mostra Rigenergia di piazza della Repubblica, alle 17,30 tutti all’Università per la relazione della Banca d’Italia. E’ evidentemente scattata la sindrome del bicchiere mezzo pieno, tutti parlano di ripresa meno le cifre, ma alle cifre tutti fanno riferimento per dire che c’è ripresa… Che sia una forma d’esorcismo? A forza di dirlo… La Stampa lamenta l’esistenza di troppi pedofili su second life. Sarà vero, ma non è che la vita reale scherzi. Putin spiazza Bush sullo scudo spaziale: fallo direttamente a casa mia. Caveri e Cesal a Bruxelles incontrano Pottering per i buoni benzina.
Massi giganti devastano la strada per Cogne. Déjà vu. Non impariamo mai nulla. Basterebbe entrare nella galleria del trenino di Biancaneve da Acque Fredde a Cogne (quello che non apre mai) con una fresa di quelle che scavano 15 metri di galleria al giorno, allargare il buco alle dimensioni di una strada, e avremmo un percorso Aosta-Cogne di 22 km senza alcun rischio di valanghe, frane, massi giganti, ecc. Come bonus elimineremmo il trenino, già costato una novantina di miliardi (vecchio conio), ma che saprà mostrarsi in tutto il suo splendore di mostruoso costo inutile il giorno in cui il servizio sarà inaugurato (quattro stazioni, per il personale fate voi). Lo dissi in Consiglio, l’ho scritto su Le Peuple all’epoca, lo ripeto sommessamente qui. Facciamo una strada.
Venerdì Bersani comincia a perdere colpi, le mini-liberalizzazioni diventano micro. Scrivo una risposta alla dirigente dell’Economato del Consiglio su una vergognosa lettera ricevuta sulla gestione interna dei telefoni. Tanto per fare più danni deposito un’interpellanza in proposito (al prossimo Consiglio). Antonietta De Martino, che si è allenata quest’inverno al Palaindoor, batte a Torino il record di Sara Simeoni. Bush non andrà a Trastevere alla Comunità di Sant’Egidio, la sicurezza non è sicura, la figuraccia un po’ di più. Pezzotta, come ogni buon big sindacalista ex, vuole fondare un suo partito. Intanto il costo dei soldi sale a seguito dell’aumento dell’euribor, il probabile sotterraneo accordo della Banca Europea con la Federal Reserve prosegue. E il nostro paese soffre nella morsa dei tassi e del patto di stabilità. Le leve di controllo sono altrove.
Così andiamo noi. Così traccheggia l’Italia.
Intanto, Sarkozy governa.

4 giugno 2007

governabilità senza politically correctness

[...] Ne era motivo il fatto che Pericle, potente per dignità e senno, chiaramente incorruttibile al denaro, dominava il popolo senza limitarne la libertà, e non era da lui condotto più di quanto egli stesso non lo conducesse, poiché Pericle non parlava per lusingarlo, come avrebbe fatto se avesse ottenuto il potere con mezzi illeciti, ma lo contraddiceva anche sotto l'influsso dell'ira, avendo ottenuto il potere per suo merito personale. [...] Vi era così ad Atene una democrazia, ma di fatto un potere affidato al primo cittadino.
(Tucidide, Storie, II, 65)

2 giugno 2007

tempi duri per i brahamachari

Misteriosamente, da più direzioni, eventi diversi provocano talora una sorta di agglomerazione, una condensazione d'interesse su temi per lungo tempo sopiti o ignorati. Sta accadendo ora.
Appena attenuata la polemica sui dico, archiviato il successo del family day, ecco subito aprirsi il fronte del dibattito sul celibato dei preti, con la Valle d'Aosta à la une dei media nazionali grazie alla vicenda di Don Paolo Curtaz, popolare e molto amato parroco delle comunità del Grand Paradis. Immediatamente l'ex-sacerdote Giovanni Gilardini, oggi consigliere comunale di Aosta, spara interviste e sembra rivendicare il primato temporale del brevetto sui comportamenti birichini dei religiosi, quasi gli spiaccia il clamore suscitato dal suo collega. Perché, sembra chiedersi, la sua vicenda non aveva interessato tanto? E non basta: tutto ciò mentre da giorni il paese s'interrogava sull'opportunità che Santoro trasmettesse un documentario della BBC sulle supposte responsabilità della Chiesa nel soffocare scandali di preti pedofili in giro per il mondo. Alla fine Santoro manda in onda, ma non sfonda: tutti avevano ormai già visto il filmato, che impazzava da giorni su internet.
Sulla castità si è detto di tutto. Essa sarebbe una malattia che i preti si trasmettono di padre in figlio, ma che, se presa in tempo, può essere curata. Anatole France, da parte sua, sosteneva che, di tutte le perversioni sessuali, la castità è la più strana.
I pessimisti, che non avranno mai cattive sorprese, conoscono la verità: la vita è una malattia che si trasmette per via sessuale, nel 100% dei casi mortale.