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24 gennaio 2009

"chi tocca la legge 300 muore"

Pietro Ichino mi piace sempre di più.

25 gennaio 2008

la violenza non serve

molto, molto interessante, cliccando qui, sul blog di Luigi De Marchi (il blog del solista), il post del 21 gennaio, intitolato "Certo, bisogna contrapporsi all’Islam, ma la violenza non serve", interessante commento ad un editoriale di Maria Giovanna Maglie.

7 gennaio 2008

pillole di fine anno - 4 - alla frutta

La monnezza campana dimostra una volta di più che in Italia l'emergenza non può essere affrontata con strumenti ordinari, quali appunto sono, al di là del nome, i commissari straordinari. Dalla poltiglia civile di Giuseppe De Rita siamo in Campania alla poltiglia incivile, un melmoso brodo primordiale dove la delinquenza prospera nutrendosi di garanzie democratiche in cambio del consenso elettorale per chi legittima le sue porcherie.
Dove il potere dello Stato e quello della criminalità organizzata mirano al controllo dello stesso territorio la possibilità sono solo due: o si fanno la guerra o si accordano.
La seconda.

Questa è l'amara sintesi di certo nostro sud, diciamocelo.
Non si tratta di destra o di sinistra, a tutte e due per governare servono i voti, a tutte e due li possono garantire solo camorra, n'drangheta, mafia e sacra corona unita, il vero cancro di questo paese (e non mancano le metastasi).

La politica non funziona? Mandiamo il commissario. E con quali strumenti? Il solo potere di dare ordini ad un'amministrazione che rimane agli ordini della politica che non funziona, così fallisce e possiamo sostenere che la soluzione è tornare alla politica, e via da capo? Ridicolo.

Se la politica ha ormai inequivocabilmente optato per un accordo con la camorra in cambio dei voti (perché questo è il problema, tutto il resto è letteratura), sospendiamo la politica, tutti a casa.
Servono i militari? Allora codice e regole militari, questi gli strumenti per un commissario, non il dover chiedere sommessamente a Bassolino e Russo Jervolino e ai sindaci che si rivoltano (di qualunque parte politica siano) che, per favore, facciano finalmente quello che hanno da tempo deciso di non fare, che vedano finalmente quello che hanno da tempo deciso di non vedere. Finita la guerra si potrà tornare al diritto e alle garanzie di pace.
Reset.

12 novembre 2007

che si sappia

non perché la cosa non fosse sconvolgente, ma non ne ho parlato sin qui perché tutti ne parlano fin troppo e non ha senso volersi aggiungere e fare i fenomeni. Per qualche giorno e per duecento trasmissioni non sentiremo parlare d'altro, poi lunedì prossimo sarà tutto dimenticato, tutto normale. Questa è la tragedia.
Mi riferisco a quanto accaduto ieri, tifoso morto sull'autostrada, partite ritardate e fermate, disordini a Bergamo, violenze inaudite a Roma.
Degenerazioni del tifo, ok. Pretesto per l'esplosione di violenza repressa, ok. Prevenzione insufficiente, ok. Club che scherzano con il fuoco finanziando gli ultrà, ok. Barbara inciviltà, ok. Paese che dà un'immagine pietosa di se stesso, ok. Crisi dei valori, ok. Prendiamo provvedimenti, ok.
Ci sta tutto, tutto già visto.
Un elemento nuovo deve però preoccuparci e farci riflettere: quanto è accaduto a Roma, tutto pronto, dalla sistemazione delle transenne per deviare il traffico alla comunicazione tra le bande, l'assalto coordinato alle caserme in punti diversi della città, tutto questo ha un nome: guerriglia urbana. Guerriglia organizzata.
Roba che non s'improvvisa, roba per la quale ci si è addestrati, coordinati e preparati. Roba per la quale tutto era pronto, per la quale si aspettava, appunto, solo il pretesto. Per la quale esistono capi, soldati, gerarchie, disciplina.
Da qualche parte, là sotto i tombini, nelle trippe della capitale, c'è qualcuno che ci ha dichiarato guerra. Che si sappia.

19 settembre 2007

so' ragazzi...

Lo si apprende solo oggi: in una riunione "riservata", forse per evitare imbarazzo al Governo, Francesco Caruso è stato reinserito nel gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista alla Camera.
Aveva definito «assassini» Marco Biagi e Tiziano Treu.
Il deputato ha ritirato la propria autosospensione. Il suo partito ha deciso di non adottare nessuna sanzione...
Probabilmente Franco Giordano e Fausto Bertinotti l'hanno ritenuta una semplice birichinata.
La famiglia di Marco Biagi non si sa.

7 febbraio 2007

Vergogna! (e ti pareva?)

Scattata l'operazione perdonismo.
Alcuni titoli su La Stampa di oggi, a meno di cinque giorni dall'omicidio di Filippo Raciti:
Il calcio si ribella ad Amato (prima pagina). Il solo titolo conferma il sospetto che il calcio dà gli ordini, l'Italia obbedisce non sia solo il Matarrese-pensiero, ma il calcio-pensiero tutto.
Queste norme ci dissanguano (pag. 8). Quasi che le campagne acquisti le società le facciano con i soldi del Monopoli (ho proposto in Giunta Coni a Roma che una percentuale del bilancio delle società di calcio sia destinata obbligatoriamente alla gestione della sicurezza).
Quanto costa ogni giornata di stop (pag. 8). Della serie un po' di terrorismo economico non guasta.
Chiudere gli stadi è roba da fascisti (pag. 9). Questa è di Aurelio De Laurentiis, che ha anche affermato, ripreso da radio e televisioni "chiederemo i danni allo Stato". Meraviglioso: anche le persone più intelligenti, quando sono possedute dal dio calcio, sbarellano.
I padroni ingordi già (s)vestiti a lutto (pag. 9). Un altro apprezzabilissimo articolo di Mattia Feltri (uno dei pochi giornalisti equilibrati in tutta questa disgraziata vicenda). Lo raccomando.

3 febbraio 2007

2007, fuga da Catania

Smettiamo di scandalizzarci ogni volta dinanzi ad insensate tragedie come questa, per diluire subito dopo le responsabilità spalmandole su tutto il mondo sportivo italiano, blaterando di mancanza di cultura delle regole. Smettiamo di sparare nel mucchio con discorsi sui massimi sistemi, facendo a gara per scusare alla fine il calcio. E’ ora di dire chiaramente che il problema sta proprio qui, nel calcio, non nel resto dello sport. Purtroppo, il calcio ritiene di essere fuori di ogni regola, di godere di una sorta d’investitura divina, di salvacondotto universale, di essere superiore alla comune morale e alle leggi dello Stato, comprese quelle fiscali. Se non si parte da questa considerazione per intervenire, tutto sarà inutile. Guardiamoci negli occhi: il calcio è malato, non è vero che sia lo specchio della società, risparmiamoci i soliti bla bla bla, che servono solo ad attribuire le colpe altrove, coinvolgendo anche gli altri sport. Smettiamola con il tutti colpevoli e perciò tutti innocenti. E’ inaccettabile. E’ il calcio ad essere malato, le parti in cancrena siano amputate, prima che infettino irrimediabilmente gli altri sport.
Ogni domenica, oltre 20.000 rappresentanti delle forze dell’ordine, pagati dallo Stato e non dalle squadre, presidiano gli stadi con l’assurdo compito di prevenire sistematici comportamenti delinquenziali organizzati da sedicenti tifosi. Oltre 20.000: una follia che tutti i cittadini pagano con le tasse, i poliziotti con la vita, le loro famiglie con un dolore del quale nessuno le ripagherà mai.
Perché? Per una partita di pallone.
Basta.