facciamo pure una legge per dare due ergastoli, anzi quattro, a chi ha messo sabbia di mare e ferro della mutua nelle case di L'Aquila, quattro a chi non ha controllato chi doveva controllare gli estintori alla Thyssen, quattro a chi ha commesso altre nefandezze di cui i giornali sono ormai pieni.
Signori giudici, smettiamola però di definirli "omicidi volontari". Sono peggio, d'accordo, ma non "volontari", per favore. La gara a chi la spara più grossa non aiuta la giustizia.
Se l'italiano significa ancora qualcosa.
PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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29 aprile 2009
"volontario" significa "volontario"
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Eddy
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23 novembre 2008
el culebrón - nuevo episodio
tra il 17 e il 21 novembre, mentre La Stampa si interrogava sul dilemma "pubblichiamo o non pubblichiamo la replica di quel rompicoglioni di Eddy Ottoz", avevo chiesto un parere ad alcuni amici giornalisti professionisti valdostani, anticipando loro privatamente il contenuto della mia lettera.
Ecco alcune email ricevute mercoledì 19 (mantengo la riservatezza sui nomi):
1 - "avevo letto e mi chiedevo se avresti accusato il colpo in silenzio... per fortuna mi hai smentito. Spero di vedere la lettera pubblicata, ma ne dubito. Ormai la quantità di merda è trasversale: tocca tanti ambiti, non solo quello deontologico, ma perfino quello penale. Questa volta hai ragione tu, è il caso di andare fino in fondo. Anzi, ti consiglio di chiedere la pubblicazione della precisazione ai sensi della legge che individua anche tempi ridotti ed, eventualmente, di procedere con ricorso all'Ordine."
2 - "Come ti ho detto per telefono, mi sembra che vada bene, anzi, molto bene."
3 - "ho letto la lettera... Che dire, hai colto molti bersagli! Certo metti a dura prova il caporedattore che ha scelto un nuovo collaboratore con tali referenze :-) Sono curioso di vedere se la pubblicano e con quale risposta."
4 - "Non avevo letto la stampa del 12 (ero fuori valle), ma avevo visto il tuo post. In realtà, condivido (la posizione del...) l’Eddy 1. Mettersi a discutere con un cretino, con quel che segue. Parla un esperto in materia. Ma la lettura della tua risposta mi ha fatto ridere fino alle lacrime (quella del scendi la monnezza ecc. è grandiosa e veramente insultante, proprio come deve essere una risposta a un simile articolo, tanto valdostano non solo nell’approssimazione del linguaggio, ma soprattutto perché allusivo, fumoso, velleitariamente diffamatorio). Quindi il mio consiglio è di tenere il punto: tanti capiranno la tua risposta, ma pochi l’apprezzeranno, mentre molti la troveranno presuntuosa e arrogante, massime nella massa di cerebroxxxx che siedono in Consiglio regionale e in altri circoli dirigenziali – ti immagini Xxxxxxxxxx preso dal subitaneo terrore che le espressioni che lui usa abitualmente possano essere un giorno pubblicamente derise? Pochi l’apprezzeranno, ma quei pochi te ne saranno profondamente grati. Soprattutto per aver dimostrato che si può reagire a questa purea di deficienti che ci ammorba l’esistenza e che tanto più pretende quanto meno conosce."
(A proposito di Xxxxxxxxxx, ricordo un simpatico comizio off-Broadway della campagna 1998, in cui Yyyyyy Yyyyyy, per redresser la barre fino a quel punto troppo axé sul francese e sul patois, esordì con un magistrale "In giro per tutta la Valle ci stanno vilipendo...", e, dopo una sapiente pausa retorica, concluse: "...ma non ci lasceremo soccombere.")Altri mi avevano scritto subito dopo la pubblicazione dell'articolo di Assanti e senza aver ricevuto l'anteprima della mia risposta (il secondo non è un giornalista):
"catechizza eddy catechizza..."
"Mah, ho letto la cosa. Da un lato l'articolista non commenta ma riporta solo delle dichiarazioni del Vuillermoz che sembrano più contro i predecessori che contro di te. Si parla di un "sermone" ammettendo che la cosa è riportata dal Vuillermoz per "sentito dire", a dire il vero, e senza citare bene la fonte del suo "sentito dire". Per simmetria io preferirei una replica fatta con un'intervista rilasciata allo stesso articolista, che non con una lettera che sa tanto replica piccata. Così salveresti anche la faccia all'articolista. Sulla libertà di stampa, alla faccia della libertà di stampa un giornale è libero di ascoltare anche solo una campana. Ciao"
Rispetto tutte le opinioni, ma vorrei capire dove Assanti ammette "che la cosa è riportata dal Vuillermoz per "sentito dire"". Nell'articolo che ho letto io non ne trovo traccia.
Nel frattempo ho scritto ieri a La Stampa una nuova replica, questa volta alla controreplica di Assanti. Accetto il veleno nelle considerazioni personali, ma ribatto e ribatterò ad ogni espressione falsa o volutamente fuorviante.
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20 novembre 2008
el culebrón
n'ata nuttata s'est écoulée, n'ata matina senza pubblicazione della mia replica su La Stampa.
La telenovela, soprattutto il thread di email e sms con la premiata ditta, si sta facendo divertente.
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22 aprile 2008
picchiatelli, stéteve 'bbúoni...
"Sarebbe bello se - su blog e giornali - la si smettesse di dare spazio ai picchiatelli. Capisco che la nobile chiusura dei manicomi implica soluzioni alternative, ma la scrittura compulsiva e insultante non mi sembra terapeutica...."
È la proposta avanzata ieri dal Presidente Luciano Caveri nel suo sito. Proposta, a dire il vero, un po' bizzarra, che capita nel momento in cui proprio su questo blog, a seguito dell'innocente pubblicazione di una datata storiella che garbatamente ironizzava sulla politica nazionale, si è scatenato un putiferio che reputo francamente esagerato.
Il tema sottostante, la libertà di opinione, è vitale per la nostra Valle. Non a caso a fine gennaio avevo presentato un'interpellanza sulla comunicazione dell'Amministrazione regionale (qui) e a metà febbraio una seconda (qui) sulle logiche con cui l'Amministrazione acquista pubblicità sui media locali (dove, quanta e perché). Non a caso nella legge sugli aiuti all'editoria locale, approvata durante l'ultimo consiglio, ho proposto un emendamento (approvato a seguito del noto accordo anti-ostruzionismo) per il quale il Co.Re.Com. (l'organismo di garanzia sulla par condicio) avrà l'incarico di monitorare i media e riferire alla commissione competente sulla parità di accesso (tutto l'anno, e non solo in campagna) di tutte le forze politiche su giornali, radio e tv locali.
Se per scelta, peraltro legittima, molti direttori/webmaster/blogger hanno recentemente chiuso i loro spazi di libero confronto, è naturale che la denuncia di certe istanze si concentri sui rimanenti.
Se alcuni di questi spazi residuali sono al di fuori del raggio di azione della ragnatela comunicativa del potere, pazienza, non si può avere tutto. Si chiama internet, ragazzi.
Se poi, chi si riversa in questi spazi residuali per esprimere il proprio dissenso, non è interdetto né privato del suo diritto di voto, non si vede perché debba essere oggetto inconsapevole di un patto stretto da altri alle sue spalle per impedirgli di esprimersi, purché non trascenda nel reato di diffamazione.
Casualmente, proprio oggi alle 17.30 avrò un incontro con il direttivo dell'Ordine dei Giornalisti della Valle d'Aosta (sono iscritto dal 1970), al quale un mesetto fa avevo richiesto un incontro ufficiale.
Vi farò sapere.
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5 marzo 2008
faxinternetsms Ansagiuntaveline
non è vero che le iniziative dei consiglieri di minoranza non ottengano alcun effetto. I miei interventi sull'esorbitante costo delle faxinternetsms Ansagiuntaveline (450.000 euro l'anno, soldi dei contribuenti) ha avuto un risultato apprezzabile: Piero Minuzzo, patron dell'Ansa de no s-atre, mi ha tolto il saluto.
Una sorta di "fragoroso silenzio": il modo in cui l'ineffabile Piero si volta dall'altra parte quando lo saluto fa risaltare più di un saluto il suo non saluto.
E' peraltro normale che uno specialista delle non notizie sia anche esperto di non saluto, il figliolo prediletto della non educazione.
(questo scrivevo alle 16.15. Ora sono le 17.10 e, dal box vetrato che ospita i giornalisti, Piero Minuzzo si sbraccia, mi saluta e manda baci. Sono felice che apprezzi tanto appropò. Contraccambio)
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21 febbraio 2008
te la do io, la velina...
La Regione può favorire lo sviluppo di una libera informazione e della pluralità di voci che permettano ai cittadini di formarsi una propria opinione.
Ciò può avvenire:
a) Distribuendo, secondo parametri oggettivi, contributi diretti ai mezzi d’informazione (stiamo approvando una nuova legge);
b) stipulando convenzioni a pagamento per servizi di comunicazione (la Giunta);
c) acquistando spazi pubblicitari sui mezzi d’informazione (la Giunta).
Negli ultimi due casi lo scopo primario è un altro (acquistare servizi), ma non è secondario l’effetto di aiuto al bilancio delle testate. Se la scelta dei fornitori “beneficati” avviene in modo discrezionale, ad esempio premiando chi parla bene di te e punendo chi ti critica, la libertà d’informazione risulta distorta. Ecco che 450.000 euro l’anno solo all’Ansa locale si commentano da soli: un gigantesco spreco, un flusso continuo di dispacci-veline e di imbarazzanti sms, un monumentale spottone pro-Giunta a spese dei cittadini.
Lo stesso rischio corrono i soldi dei cittadini con la pubblicità. In un mondo normale si scelgono i mezzi su cui fare pubblicità in funzione del rapporto costo/risultato (per spendere bene i soldi), ossia ci si basa sul costo per contatto, secondo un calcolo che lega il numero delle copie vendute, il numero dei lettori (ogni copia è letta da più persone), l’autorevolezza della testata, la tipologia dei lettori che si vogliono raggiungere (il “target”).
L’acquisto di inserzioni sui giornali locali, sulla base dei dati forniti giovedì dal Presidente della Regione nella risposta alla mia interpellanza, non mi pare basarsi su questi criteri di efficacia ed economicità. Alcune testate sembrano privilegiate rispetto ad altre. Ognuno di noi ha, infatti, la sua percezione dell’autorevolezza e della diffusione di ogni giornale e può farsi la sua opinione. Solo per uno di essi ci sono tra l'altro dati certificati.
Per la Regione alcune testate parrebbero più uguali di altre. Se così fosse, ciò si tradurrebbe in una turbativa del mercato, una manipolazione del consenso, un deficit di democrazia.
Ecco la pubblicità acquistata dalla Regione nel 2007 sulle cinque principali testate regionali (dati forniti in Consiglio), per un totale di 138.652 euro:
48.769 euro (35,17%) a La Vallée Notizie
33.469 euro (24,14%) a La Stampa
24.384 euro (17,59%) a La Gazzetta Matin
16.200 euro (11,68%) a Il Corriere della Valle
15.828 euro (11,42%) a Il Corsivo
Aggiungere come contorno i famosi 450.000 euro dell'Ansa, una spruzzata di Avipresse e servire caldo. Giudicate voi.
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24 gennaio 2008
formazione locale
l'ineffabile Sandro Camera è ben noto per i suoi quotidiani pensieri ed omissioni con i quali guida per mano i lettori de La Stampa locale orientandoli verso la via della luce e della saggezza politica, quasi ritenesse che abbiano più bisogno di essere formati che informati.
Poiché non perdo occasione di sottolineare questi trucchetti da neo-giorn, il prode Sandro reagisce escludendomi sistematicamente dal suo orizzonte degli eventi, delimitato dalle pagine del suo quotidiano. A dire il vero qualche volta mi cita, se ciò può danneggiarmi. Questa, almeno, è l'impressione che si ricava dalla lettura dei suoi articoli.
Devo dire che la sua puntuale attenzione alla disattenzione nei miei confronti mi onora e mi diverte, in quanto è talmente palese da ottenere l'effetto contrario.
Poiché però talvolta esagera, il nostro gruppo ha ritenuto oggi necessario scrivere al Direttore Giulio Anselmi, al capo redattore di Aosta e al caro Sandro Camera. Cliccare qui.
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10 gennaio 2008
in apnea fino a domenica
All'alba parto per Roma. Riemergo domenica mattina.
Consiglio concluso mezz'ora fa, ho anticipato ad oggi il deposito di due iniziative. Chi fosse interessato le trova qui. La prima riguarda la comunicazione istituzionale, la seconda è un po' più pesante da leggere.
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9 gennaio 2008
pillole di fine anno - 5 (fine) - belle figure a costo zero
Archiviamo il 2007 attribuendo ex-aequo gli oscar per le belle figure a costo zero.
Sul piano nazionale l'indiscusso vincitore è Lamberto Dini, principe del penultimatum. Lo sottolinea oggi anche Mattia Feltri su La Stampa: Dpef, welfare, usuranti, incapienti, rendite finanziarie, finanziaria, tutti semidurissimi semicazzutissimi semiukase. Un vero capolavoro poi i famosi sette punti di fine anno (o Prodi dice si o stavolta è crisi). A guardarli bene, però, tutti con scappatoia sul retro. Gennaio era il Piave, si è spostato ieri di tre mesi, anche se l'anno resta da stabilire. In confronto Clemente è un dilettante.
Sul piano regionale l'oscar va a coloro che ci hanno tenuto a comunicare forte e chiaro che "loro" fanno beneficenza, per la precisione il 2,5% del loro emolumento, ben spalmato su più iniziative per soddisfare tutte le esigenze del mercato della bontà.
I nostri vecchi ci avevano insegnato a fare del bene senza clamore. Ognuno di noi aiuta il prossimo come meglio può, senza stoppare la sua generosità al 2,5%. Pochi hanno però il becco di farci una conferenza stampa. Così ora sappiamo che hanno destinato quasi 71,43 euro ai familiari di ognuno dei morti nel rogo della ThyssenKrupp.
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4 dicembre 2007
california fece, valle d'aosta (malheureusement) tentò di disfare
"Da oggi ogni blogger è più libero": così scriveva Vittorio Zambardino commentando un'illuminante sentenza del tribunale di San Diego (leggete qui). Zamba è un mio vecchio amico, un tempo giornalista dell'atletica, al quale, correvano i primi anni 90, inoculai il virus dell'informatica, ceppo Apple, varietà Mac. Alla corte di agorà fummo poi assieme infettati dalla varietà radicale di internet. Oggi Vittorio è responsabile dello sviluppo web di Repubblica, kata e non.
("Gli rss di google la danno oggi come notizia fresca, nei commenti mi avete segnalato che è superstantia. C'è qualcosa che non quadra anche in google. Verificate qui sotto a destra in "notizie dal web"... prima che la bica sia corretta.")
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3 dicembre 2007
20.000
domattina appropò, poco prima di compiere il suo primo anno di età, raggiungerà i 20.000 accessi.
Aperto il 13 dicembre 2006, ci vollero 36 giorni per toccare i 1.000 visitatori. Nei successivi 55 (14 marzo) arrivò a 3.000. Il giro di boa dei 10.000 richiese un supplemento di 163 giorni (era il 24 agosto). Ora ha raddoppiato in soli 101 giorni.
Il vostro personalissimo cartellino? Critiche? Suggerimenti?
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Etichette: blog, comunicazione, cyberspazio, internet
5 novembre 2007
par condicio
due opinioni, due stili di comunicazione, due messaggi (cliccare sulle immagini).
Ironicamente trasgressivo, quello dei referendari è diffuso gratuitamente su internet.
Imperativo e aggressivo, quello degli anti campeggia a piene pagine sui media locali.
I tempi stretti hanno impedito all'Académie Française di controllare il testo, à moins que ce veux ne soit pas volute à poste...
Più secco, efficace e scevro di sottili distinguo semantici o filosofici il va pa voutì.
Finalmente un po' di chiarezza, toteun!
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