PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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31 agosto 2012

esproprio proprio
per niente proletario

L'altro ieri a Fiumicino. Postazione American Express per il cambio della valuta. Mi serve qualche sterlina, allo sportello mi trovo davanti al display che vi mostro.
C'è un prezzo d'acquisto e uno di vendita, e fin qui dovremmo stare nella normale rapacità degli sportelli di cambio. Rapido calcolo, da cui si deduce che tra i due valori (0,8907 vendita e 0,6987 acquisto) balla il 19,20%, ossia 9,60% di differenza in un senso o l'altro rispetto alla media di cambio.
Finito qui?
No: c'è, in più, una commissione fissa di 4,99 euro...
Basta, direte.
No: c'è un'altra commissione, questa volta percentuale, del 9,25% per acquistare sterline e del 5,90% per venderle.
Mettiamo ora che un malcapitato, pur disponendo di una carta di credito, voglia mettersi in tasca qualche spicciolo per piccole spese, che so, un caffé, due cartoline, francobolli, biglietto della metropolitana ecc.
Consegna all'impiegata 50 euro (a Roma "euri").
Viene tosto detratta la commissione fissa di 4,99 e gli euro da cambiare sono solo più 45,01.
A questo punto viene calcolato il cambio (0,6987) e fanno 31,44 sterline.
Bisogna infine pagare la commissione del 9,25% che, su 50 euro, fanno 4,63 euro.
In totale abbiamo dato 54,63 euro e abbiamo ricevuto 31,44 sterline. Ogni sterlina ci è costata 1,74 euro (cambio ufficiale 1,26 euro).
Tenuto conto che il cambio del giorno è 0,7947, 54,63 euro dovrebbero corrispondere a 43,43 sterline. Avendone avute invece solo 31,44 il costo della transazione è stato del 27,60%. Non all'anno, al minuto (ipotizzando che la transazione sia durata tanto)...!
Qualcuno vi dirà che su 50 euro i 4,99 euro di tassa fissa pesano più che su mille euro. Verissimo, ma il 18,85% (9,60%+9,25%) picchia su qualsiasi importo..
Esproprio, usura legalizzata? Fate voi.

s.e. e/o o.



18 agosto 2012

12 agosto 2012


lingua glabra


e l'Atletica italiana?


conciso ma esauriente



minimi e diritti
piccolo aggiornamento

Perché non differenziare Giochi Olimpici e Campionati Mondiali e campionati d'area, evitando doppioni?
Le Olimpiadi potrebbero mantenere il limite di partecipazione a tre atleti per nazione, i Campionati Mondiali, stabiliti i minimi, anche feroci, dovrebbero essere aperti a tutti gli atleti che quei minimi li hanno raggiunti.
Vedremmo così, come accade oggi, tutti i paesi del mondo, o quasi nei Giochi Olimpici e veramente tutti i migliori del mondo nei Mondiali. Magari otto statunitensi e otto giamaicani nella velocità, per dire.
Al di sotto rimarrebbero gli attuali campionati d'area (europei, africani, panamericani, panasiatici ecc.) che garantirebbero comunque un banco di prova per quei paesi e atleti che non potessero, causa i minimi, gareggiare nei mondiali. Paesi che però, grazie ai limiti di partecipazione e il meccanismo dei minimi B, avrebbero in ogni caso il diritto di essere in scena ai Giochi Olimpici.
Questa vuole essere una provocazione, i se e i ma sono sicuramente molti e giustificati. Sono però gli interessi degli organismi detentori del diritti televisivi a farla oggi da padrone e a dettare la direzione verso la quale si muovono le cose.
Che, a mio avviso, non è la direzione giusta.

olympic doodles:
the last one

domenica 12 agosto: si chiude una grande edizione dei Giochi, doodle gioioso.
Tutti gli atleti, ognuno diverso, nella sarabanda finale che concluderà la cerimonia di chiusura.  Arrivederci a Rio 2016.


11 agosto 2012

auguri!

ieri, alle 9.45, quasi all'altezza del forte di Bard il mio fido cavallo ha compiuto 50.000 chilometri. Sosta sulla corsia d'emergenza, pacca sul serbatoio per fargli gli auguri. Fuori l'iPhone, foto veloce per documentare, e via in sella alla volta di Brescia.



olympic doodle 16

sabato 11 agosto, penultimo doodle olimpico, oggi niente giochino, ginnastica ritmica




10 agosto 2012

olympic doodle 15

venerdì 10 agosto: soccer doodle. Ormai sono tutti doodle da giocare...


9 agosto 2012

olympic doodle 14

giovedì 9 agosto: canottaggio (a dire il vero Kayak), altro bel gioco animato...


8 agosto 2012

olympic doodle 13

 8 agosto: oggi non posso pubblicare il doodle, ma solo il suo link. Il doodle è bello, è animato, potete giocarci a basket per misurare la vostra bravura. Non sono riuscito a salvarne l'immagine grafica, né a rifilarne lo screenshot con photoshop.
 https://www.google.it/ 
  P.S. Stamane ho avuto la gradita sorpresa di ricevere un'email di Carlo Cecati, che, evidentamente più bravo di me, è riuscito a scaricare l'immagine del doodle. Eccola.

 

7 agosto 2012

olympic doodle 12

Martedì 7 agosto: il doodle di oggi è dedicato agli ostacoli, ma vi invito ad andare subito su www.google.com per vederlo direttamente. E giocarci.
E' una bellissima animazione che vi consente, utilizzando freccette e barra spaziatrice, di misurare contro il cronometro la vostra abilità nel far superare gli ostacoli all'atleta. Purtroppo qui sotto posso mostrarvi solo l'immagine iniziale inanimata.




6 agosto 2012

olympic doodle 11

6 agosto. Ancora ubriachi di Bolt, torniamo sulla terra. Il doodle di oggi riporta in cielo solo il giavellotto.




5 agosto 2012

olympic doodle 10

5 agosto: nuoto sincronizzato multirazziale



4 agosto 2012

olympic doodle 9

4 agosto: salto con l'asta (ma non solo, entra in gara Usain Bolt!)




3 agosto 2012

olympic doodle 8

3 agosto: benvenuta Atletica!



2 agosto 2012

meditazioni olimpiche
il primo olimpionico
si era pagato il viaggio

Domani finalmente l'Atletica entra in scena.
Il dibattito, che ancora non si è placato, su criteri di selezione e diritti degli atleti, mi fa venire in mente la storia di James Connolly, che vinse la prima gara delle prima olimpiadi moderne, che si disputò immediatamente dopo la cerimonia d'apertura.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Non volevano farlo partecipare si Giochi, ci andò pagandosi il viaggio e vinse.
Meditate.
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Bostoniano di umili origini irlandesi (Séamas Breandán O’ Conghaile), cattolico, James Brendan Connolly, abbandonò la scuola a quindici anni per contribuire a mantenere i suoi undici fratelli. Nel 1895, a 27 anni, fu accettato all’Università di Harvard, faticando però ad adattarsi all’ambiente del college.

Appassionato di sport, campione statunitense di salto triplo, avendo sentito parlare dei Giochi Olimpici che si sarebbero svolti in Europa, chiese ai dirigenti di Harvard una licenza di otto settimane per andare a gareggiare ad Atene. Sia Dean Shaler, grande capo dell’università, sia il chairman dell’Harvard Athletic Committee, gliela rifiutarono sdegnosamente. Definirono la trasferta “una scampagnata” e chiarirono che per andarci avrebbe dovuto dimettersi da Harvard ed eventualmente ripresentare domanda di riammissione al ritorno.
Furibondo Connolly rispose. “I’m not resigning and I’m not making application to re-enter on my return. I’m through with this college right now. Good day.” (“Né mi dimetto, né presenterò richiesta di riammissione al mio ritorno.  Con questa università chiudo definitivamente. Buongiorno”).
  
Subì inoltre uno schiaffo morale quando seppe che a uno studente suo collega, Ellery Harding Clark, veniva concesso di effettuare il viaggio ad Atene.
Fece così parte del contingente di undici atleti americani, ma mentre agli altri le spese furono pagate dalla Boston Athletic Association, Connolly, giudicato troppo povero per essere accettato in una tale élite sociale, fu costretto a farsi aiutare per le spese dal Suffolk Athletic Club. Aggiunse tutti i suoi risparmi, 700 dollari, per pagarsi il viaggio sul cargo tedesco SS Fulda. Due giorni prima della partenza rimase inchiodato da fitte lombari. I dolori passarono durante i diciassette giorni di navigazione fino a Napoli dove, per colmo della sfiga, gli fu rubato il portafoglio… Di qui la squadra proseguì in treno e traghetto fino ad Atene.

Arrivarono convinti di poter recuperare e allenarsi ancora dieci giorni. Scoprirono però che le gare iniziavano l’indomani mattina. Non avevano considerato che, mentre in tutto il resto del mondo occidentale vigeva il calendario gregoriano, in Grecia, come all'epoca in tutti i paesi cristiano-ortodossi ancora si seguiva quello giuliano…
Apprese inoltre che il triplo non prevedeva qui uno hop, uno step e un jump (come si salta ancora oggi), ma che si sarebbero dovuti effettuare due hop e un jump, salto che non praticava fin dai giochi infantili.

Gara su tre prove per concorrente. James saltava per ultimo. Guardò dove erano arrivati gli altri e prima della rincorsa, gettò il berretto nella fossa di atterraggio una yard oltre la loro migliore misura, dichiarando: “my leap will be one for the honour of County Galway” (“salterò per l’onore della contea di Galway”).
Rincorsa veloce, i due hop, il jump. Ben oltre il suo stesso riferimento atterrò a 44 piedi, 11 pollici e ¾ (13 metri e 71). Meno del suo primato e del record mondiale che stabilì più tardi quell’anno, ma comunque un metro più del secondo classificato.
I suoi Giochi non finirono qui. James fu secondo nel salto in alto (1,65m) e terzo nel lungo (6,11m), due gare vinte da Ellery Clark.
Era la pecora nera del gruppo, ritenuto socialmente inferiore dai suoi compatrioti. Una foto lo mostra ancora seduto in disparte sull’SS Fulda. Numerosi articoli dell’epoca riportavano per esteso nomi e cognomi di tutti gli altri atleti americani, lui era semplicemente “Connolly”.
Ritornò in Europa per difendere il suo titolo nelle Olimpiadi di Parigi, dove fu secondo.
Divenne un prolifico scrittore, pubblicò duecento novelle e cinquanta romanzi di mare, ma serbò eterno rancore ad Harvard che aveva cercato di impedirgli di partecipare alle Olimpiadi.
Nel 1949 l’Università, per sotterrare l’ascia di guerra, gli offrì una laurea honoris causa. James sdegnosamente rifiutò. 
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(nella foto James Brendan Connolly ad Atene nel 1896)

P.S. (aggiunto il 21 ottobre 2018)
Nel 2012, quando pubblicai questo post, ricevetti un'email dal mio Comandante Vanni Loriga la seguente email:

"William J. Mallon in Salvatore Massara (I sentieri di Olimpia) racconta che servivano per il viaggio 325 dollari. Connolly ne aveva 250; i Padri O’ Callaghan e Lane della chiesa di Sant'Agostino, par­rocchia di Connolly, organizzarono una colletta con vendita di torte. Furono raccolti 90 dollari, il dolce più caro fu quello preparato da Sabyna Lydon, una torta pagata 5,25 dollari.
Connolly sarebbe in seguito diventato famoso perché in una strada di Monaco a lui intitolata lo scri­vente si sfasciò tibia e perone, stabilendo il record mondiale di salto in basso. Superato 40 anni do­po da Franco Arese con la sua atletica leggera.
Ciao, Vanni"

Qualche commento. La differenza tra le cifre (costo del viaggio, prezzo dell'ultima torta ecc.) è probabilmente dovuta al fatto che non tutti noi abbiamo letto gli stessi libri e dopo centovent'anni non sono disponibili testimoni diretti....La storia del viaggio di J.B. Connolly è poi ricca di tanti altri interessanti episodi. Questo è solo un blog.
In Connollystraße a Monaco '72 (la via in cui si affacciavano i fedayin che assaltarono la palazzina israeliana), mentre il Comandante, giornalista memore dal suo passato di bersagliere, si fiondava da un muro alto quattro metri fracassandosi una gamba, il suo agente segreto (il sottoscritto) stava abusivamente all'interno del villaggio, abbandonato dal nostro giornale.
Last but not least, il primato di Arese è stato largamente battuto.
Tante, forse troppe storie che s'incrociano.
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olympic doodle 7

2 agosto, domani inizia l'Atletica.
Il doodle è per il tennistavolo, per noi nostalgici ping pong...



1 agosto 2012

olympic doodle 6

1 agosto: hockey su prato