ad ogni referendum il dibattito si concentra più sull'invito ad andare o a non andare a votare che sui contenuti dei quesiti. La vergogna del quorum (italica anomalia) pone, infatti, i proponenti in asimmetrico quanto ingiusto svantaggio e uccide alla radice il dibattito politico.
Un penoso andazzo che rende ancor meno democratico questo paese.
Si portino pure le firme ad un livello tale da impedire referendum ad ogni piè sospinto, portiamole da 500.000, che so, a un milione, al limite a due, ma si abolisca la vergogna del quorum.
E' necessaria per questo una modifica costituzionale? La si faccia assieme alle altre di cui si continua a parlare.
Intanto domenica probabilmente assisteremo purtroppo all'ennesimo quorum mancato.
Sarei felice, indipendentemente dal risultato, se ciò non avvenisse e se il risultato riflettesse la volontà dei cittadini.
Io ci sarò.
PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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18 giugno 2009
referendum & quorum
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23 febbraio 2009
libertà digitale
sul fronte dei nuovi diritti digitali, ogni tanto una buona notizia.
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10 febbraio 2009
Consenso significa che tutti sono concordi
nel dire collettivamente
ciò che nessuno di essi individualmente crede.
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20 gennaio 2009
Le style c'est le pays
in ogni occasione ufficiale, da una manifestazione sportiva ad un evento politico, negli Stati Uniti un cantante, sconosciuto o famoso, bravo o cagnaccio, intona a cappella l'inno statunitense. Lo stile può essere ed è sempre diverso: gospel, blues, da opera lirica, jazz, soul. Tocca ed è toccato a tutti. Da Frank Sinatra a Beverly Sills, da Marylin Monroe a Bruce Springsteen, Da Billie Holiday a Ella Fitzgerald, da Lionel Richie a Stevie Wonder, da Jennifer Lopez a Mariah Carey, Louis Armstrong e quanti altri. Tutti. Ognuno con il suo stile, ognuno diverso. Ciò che non manca mai è la partecipazione emotiva del pubblico: non conta il come, il tono, le variazioni personali, ma solo il sentirsi tutti uniti sotto la stessa bandiera, musica, simboli, sentimento.
Oggi, al giuramento di Barack Obama, nel vedere e sentire Aretha Franklin, che con il suo grigio fioccone svarovski-sberluccicante intonava Star-Spangled Banner, ho finalmente capito perché da noi tutto ciò non sarebbe possibile. Se Gianna Nannini, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Adriano Pappalardo, Loredana Berté, Jovanotti e chi volete voi, intonassero un assolo dell'Inno di Mameli (ognuno a modo suo), si griderebbe allo scandalo. Via con le accuse di vilipendio, di storpiatura e dissacrazione. Insorgerebbe l'universo dei benpensanti.
La nostra patria della finta perfezione, maschera della mediocrità, non può capire che proprio il valore della diversità è il vero cuore di un grande paese.
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12 novembre 2008
quel noble langage...
"Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza."
E' la prima legge del dibattito, secondo Arthur Bloch, per la quale non dovrei rispondere alla merdaccia spalmata oggi sul sottoscritto su La Stampa, dove il poliedrico Fulvio Assanti raccoglie le deiezioni verbali di un personaggio tristamente noto qui su appropo' per i suoi periodici etoniani interventi.
Sto ancora riflettendo sull'opportunità di scrivere o meno due righe al giornale, non fosse altro che per difendere l'onorabilità dei consiglieri i quali per quattro anni hanno proposto, condiviso, discusso e infine partecipato ad ogni decisione, per sentirsi oggi in pratica definire e trattare come dei proni yesmanquacquaracquà.
Nel frattempo, tra adempimenti formali, assemblea elettiva Fidal di sabato, salto a Roma ieri per la presentazione dei dati Censis, problemi a Fiumicino che vi lascio solo immaginare, mi sono letto qualche libro. Consiglio "Il ritorno del principe" di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato, "Viaggio in un'Italia diversa" di Bruno Vespa, "Sinistrati" di Edmondo Berselli e "Evasori" di Roberto Ippolito. Assieme a "Mediocri" di Antonello Caporale, che sto addirittura rileggendo, tutti, per un motivo o per un altro, meritano di essere letti. E' un periodo, questo, in cui la produzione di saggistica politica è assai rigogliosa e interessante. Sto cercando "L'Università truccata" di Roberto Perotti, vi farò sapere.
Ho lo scanner scollegato (ennesimo overhaul della mia postazione informatica), domani provo a mettervi su l'intervista di Willonzo (suggestivo nickname freudiano, evocante rime baciate) e qualche copertina.
Bonne nuit.
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26 maggio 2008
Rivoltatela come vi pare, prima viene lo stomaco, poi viene la morale. (Bertolt Brecht)
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5 maggio 2008
casse-croûte con tartufi
(pronto da 15 giorni. Attendevo, per pubblicarlo, un parere su alcuni aspetti deontologici. Lo pubblico comunque oggi, prima che inizi a puzzare)
martedì 22 aprile alle 15.30 ho avuto un simpatico quanto inutile ufficiale incontro con il direttivo dell'Ordine dei Giornalisti della Valle d'Aosta, da me richiesto per illustrare le ragioni delle mie iniziative in Consiglio e le preoccupazioni sulla salute dell'etica giornalistica in Valle.
E' sostanzialmente emerso che, per quanto concerne l'Ordine, tutto va bene.
Non ci sono, per buona parte del direttivo, problemi di libertà di opinione e di equilibrio nell'accesso ai media in Valle d'Aosta, d'altra parte la vigilanza su questo aspetto tocca al Co.Re.Com.
A chi la Regione dà la pubblicità non è un problema dell'Ordine.
La congruità di quanto si spende per l'Ansa non è un problema dell'Ordine, è roba da Corte dei Conti (eventualmente). D'altra parte, mi è stato fatto notare, altre Regioni (tutte?) hanno contratti con l'Ansa. Ho risposto che, dividendo 60.000.000 per 125.000 e moltiplicando il risultato per 450.000, l'Ansa, se tutte fossero generose come la Valle, dovrebbe ricevere 216 milioni di euro dalle regioni. A parte qualche sorrisetto imbarazzato, l'unica risposta è stata: "si vede che il commerciale dell'Ansa qui è stato più bravo..." Ho educatamente ribattuto che non riesco ad immaginare un piazzista dell'Ansa che, con il suo copiacommissioni, si presenta in Regione a vendere servizi: logiche e livelli mi paiono altri. Nuovi sorrisetti. L'indomani mattina mi è stato ricordato (a completamento) che la Lombardia dà ben 4 milioni all'Ansa. Ho risposto che, dividendo 4 milioni per il numero dei lombardi e moltiplicandolo per il numero dei valdostani, il servizio dovrebbe costare meno di 52.000 euro e non 450.000. Sorrisetto imbarazzato, questa volta telefonico.
Insomma, è risultato che questi, e tutti gli altri problemi che ho sollevato, non sono di competenza, per un motivo o per un altro, dell'Ordine dei Giornalisti. Ne prendo atto.
Ah, dimenticavo, un tema di cui il direttivo ha ammesso che l'Ordine potrebbe interessarsi utilmente c'è: l'artistico uso del virgolettato quale sintesi e non come citazione letterale. Gravissimo, s'indagherà.
L'abitudine di considerare un optional la verifica delle informazioni prima di pubblicarle? Altra accusa gravissima, ma non generalizziamo, qualche ramo sarà malato, la pianta è sana. Le prove...
A qualcosa l'incontro è servito: ho appreso dell'esistenza di un esposto dei giornalisti dell'Ansa per il contenuto di questo blog. Non ne conosco i dettagli: che si tratti di una domanda senza risposta? Solo Marzullo potrebbe rimediare. Esiste il reato di interrogativo illegittimo? Che si tratti del tono ironico? Merce così rara, l'ironia in questa valle? Che si scambi un blog con un giornale? E perché poi un giornale non dovrebbe sollevare problemi politici né fare dell'ironia? Che si faccia fatica a capire che l'Ordine è nato quando l'internet non esisteva e che nell'internet si fa fatica a mettere Ordine?
Come dicevo, un simpatico incontro. Facciamolo più spesso.
Di contenuti.
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18 marzo 2008
talebani nostrani
il fatto che a Piero Ferraris sia stata negata l'adesione al Partito Democratico per motivi etici è eticamente inaccettabile.
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16 gennaio 2008
laicità o laicismo?
La Pontificia Università Cattolica dell'Ecuador, al termine della sua "lectio magistralis" ha conferito a Fausto Bertinotti la laurea honoris causa.
Professori e studenti dell'Università laika "La Sapienza" di Roma non gradiscono neppure la semplice presenza del Pontefice.
Sapienza de che...?
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7 gennaio 2008
pillole di fine anno - 4 - alla frutta
La monnezza campana dimostra una volta di più che in Italia l'emergenza non può essere affrontata con strumenti ordinari, quali appunto sono, al di là del nome, i commissari straordinari. Dalla poltiglia civile di Giuseppe De Rita siamo in Campania alla poltiglia incivile, un melmoso brodo primordiale dove la delinquenza prospera nutrendosi di garanzie democratiche in cambio del consenso elettorale per chi legittima le sue porcherie.
Dove il potere dello Stato e quello della criminalità organizzata mirano al controllo dello stesso territorio la possibilità sono solo due: o si fanno la guerra o si accordano.
La seconda.
Questa è l'amara sintesi di certo nostro sud, diciamocelo.
Non si tratta di destra o di sinistra, a tutte e due per governare servono i voti, a tutte e due li possono garantire solo camorra, n'drangheta, mafia e sacra corona unita, il vero cancro di questo paese (e non mancano le metastasi).
La politica non funziona? Mandiamo il commissario. E con quali strumenti? Il solo potere di dare ordini ad un'amministrazione che rimane agli ordini della politica che non funziona, così fallisce e possiamo sostenere che la soluzione è tornare alla politica, e via da capo? Ridicolo.
Se la politica ha ormai inequivocabilmente optato per un accordo con la camorra in cambio dei voti (perché questo è il problema, tutto il resto è letteratura), sospendiamo la politica, tutti a casa.
Servono i militari? Allora codice e regole militari, questi gli strumenti per un commissario, non il dover chiedere sommessamente a Bassolino e Russo Jervolino e ai sindaci che si rivoltano (di qualunque parte politica siano) che, per favore, facciano finalmente quello che hanno da tempo deciso di non fare, che vedano finalmente quello che hanno da tempo deciso di non vedere. Finita la guerra si potrà tornare al diritto e alle garanzie di pace.
Reset.
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3 gennaio 2008
pillole di fine anno - 3
Aborto di una carismatico-ereditaria democrazia annunciata, l'assassinio politico di Benazir Buttho
smaschera la grande illusione occidentale di poter e saper esportare civiltà. In Kenya si brucia una chiesa piena di fedeli solo perché i risultati delle elezioni non soddisfano. In confronto ultimamente Ahmadinejad pare un'educanda:
a differenza di Musharraf lui l'atomica non ce l'ha ancora. Attentati in Turchia. La Cina è cresciuta anche nel 2007 di quasi l'11%, l'India dell'8%.
Il petrolio ha sfondato i 100 dollari a barile. Chavez e i nigeriani si scapezzano, Putin esulta ma riflette.
Gli effetti di tutto ciò rischiano di essere deflagranti.
Non mi sembra di respirare qui una grande consapevolezza, in fondo nel 2007 il Casinò ha incassato 714.000 euro in più (ma quanti milioni ha perso?), e, soprattutto, l'Ansa ci rincuora: "...l'azione del governo valdostano "é stata nel complesso positiva". Lo scrive il capogruppo del Consiglio Valle, Marco Vierin, in un articolo pubblicato sull'ultimo numero del periodico La Stella Alpina".
Una notiziona...
Ben oltre le veline. siamo ormai alla rassegna stampa della non stampa.
Finché le paratie stagne tengono, balliamo pure.
(ci sono volte in cui ci si sente cretini...)
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21 novembre 2007
referendum
Lungo e vario oggi il dibattito sui risultati dei referendum di domenica. Toni accesi, delusi, trionfanti, acidi, di sfida, di rivalsa.
Cliccando qui potete leggere e commentare.
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18 novembre 2007
onore ai vincitori, onore ai vinti
pur non disponendo di alcun dato ufficiale (né ufficioso), si può ritenere che nella battaglia del quorum i referendari abbiano subito una sonora sconfitta. Una suonata di tale ampiezza, pare, da rendere del tutto inadeguati gli strumenti di analisi con i quali da entrambe le parti ci si era attrezzati per commentare i risultati.
Resettiamoci perciò tutti il cervello e attendiamo i risultati definitivi.
Per ora, complimenti ai vincitori (astensionisti) e onore delle armi agli sconfitti (referendari).
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17 novembre 2007
Augh... links all'indice
Grande Capo Matita Spezzata segnala link proibitissimi:
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14 novembre 2007
ultime dal fronte referendum
Oggi arriva in V Commissione Giovanni Sandri e comunica che "parrebbe" che da un sondaggio di Piepoli risulti che il 40% dei valdostani andrà a votare e il 13% sarebbe ancora indeciso. Ve la vendo così come l'ho sentita.
Su La Voce, giornale della Stella Alpina, a proposito dei referendum si riportano autorevoli opinioni in favore della tesi dell'assoluto valore democratico del non-voto.
Citazioni di: Fausto Bertinotti, Piero Fassino, Sergio Cofferati, Manifesto dei DS, Guido Dondeynaz.
Chi è l'intruso?
Sempre su La Voce, il manualetto del perfetto astensionista. Tre le sconvolgenti novità:
1 - se il referendum non raggiunge il quorum è considerato nullo;
2 - non andare a votare non comporta nessuna conseguenza, anzi illustri giuristi sostengono che è pienamente legittimo e giustificato;
3 - chi pensa di andare a votare scheda bianca sappia che contribuisce al quorum.
Per una svista del tipografo è saltato il quarto comandamento:
4 - chi non vota in compagnia, o è un ladro o è una spia.
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12 novembre 2007
referendum n. 1 “Disposizioni in materia di preferenza unica nelle elezioni del Consiglio regionale della Valle d’Aosta”
Commentate perché e per come siete favorevoli o contrari alla preferenza unica.
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referendum n. 2 “Disposizioni per l’elezione diretta della Giunta regionale della Valle d’Aosta"
commentate perché e per come siete favorevoli o contrari all'elezione diretta del Presidente della Giunta e degli assessori.
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referendum n. 3 “Dichiarazione preventiva delle alleanze politiche"
commentate perché e per come siete favorevoli o contrari alla dichiarazione preventiva delle alleanze di governo.
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referendum n. 4 “Disposizioni per favorire l’equilibrio della rappresentanza tra i generi"
commentate perché e per come siete favorevoli o contrari alle quote rosa.
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referendum n. 5 “Disposizioni per la realizzazione di un unico e nuovo presidio ospedaliero regionale”
commentate perché e per come siete favorevoli o contrari alla realizzazione di un ospedale nuovo che sostuisca quello attuale di Viale Ginevra.
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