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3 giugno 2009

lunedì, la somma farà il totale?


Rhédy chéri,

drôles de valdôtains: c'est mercredi, mancano meno di tre giorni al voto, stasera comizi finali, ma nessuna atmosfera da dernière semaine. Zero capannelli, scarsi in città i falchi intercettatori da marciapiede agli angoli che contano, sempre la solita compagnia di giro per i paesi - ogni lista con la sua, ognuna diversa - che per un mese è andata per altrimenti deserti comizi(etti) giusto per fare numero ("vediamo di non fare troppo cattiva impressione...").
Quanta gente andrà a votare? Il 62%, come nel 2004? Di più? Di meno?
L'apparentamento dell'Union Valdôtaine al PDL, considerato empio e contro natura da parte degli elettori dell'UV e del PDL, farà salire o calare la percentuale di partecipazione al voto?
Un eventuale aumento dei votanti si tradurrà in un travaso di voti verso il Galletto o in un festival della scheda bianca?
Oppure, come sostiene qualcuno, gli ostaggi umani argineranno l'emorragia, le message est passé e le trippe mammellate, turandosi il naso "e quant'altro" - direbbe Rennie Smith, in pectore (suo) Sindaco di Aosta - apporranno in massa la crocetta sul jambon de Bosses?
Cosa hanno capito gli elettori del PDL?
Che votare Marguerettaz equivale a votare per il PDL?
Oppure che votare PDL equivale a votare per Marguerettaz?
Chi avesse capito la seconda, andrà a votare?
O prevarrà in ogni caso il nostro vecchio adagio "alle elezioni con i tuoi, allo hammam con chi vuoi"?
I Depretis d'ici, illuminati da un'epifania cadendo dallo sgabello durante un happy hour sulla via di Tabasco, hanno ufficiosamente attivato un servizio di pronto soccorso al vincitore, che alimenta non poco la confusione.
La madre di tutte le domande: premesso che nelle europee del 2004 la lista UV-SA-FA prese 21.124 voti e le liste confluite oggi nel PDL 13.535, la somma dei voti delle liste "Vallée d'Aoste" e PDL sarà uguale, superiore o inferiore a quattro anni fa (34.659)?
Cosa troveranno lunedì nelle urne i valdostani?
Sulla carta Marguerettaz pare avere ben poche chances. Qualcuna di più forse Louvin (chez Di Pietro potrebbero servire molte meno preferenze).
Se saranno entrambi eletti, o entrambi bocciati, si potrà dire tutto o il contrario di tutto, la politica serve appunto a questo. Idem se Marguerettaz fosse eletto e Louvin no. In questi casi resterebbe da verificare se la serendipity degli apparentamento-boys si rivelerà giustificata o se dovranno riattraversare lo specchio.
Ben maggiore però il casino se fosse eletto solo Louvin e/o gli elettori UV e PDL bocciassero sonoramente il padre di tutti gli apparentamenti non facendo quadrare il conto dei voti.
Si aprirebbe la caccia ai responsabili e un duro regolamento di conti.

Strana la politica in montagna, eh, Rhédy? Non come da noi...
Stammi bene, bisou à Roxane.
Usbek

6 aprile 2009

Elezioni europee: prove politiche di trasmissione

Da diverso tempo i media valdostani pubblicano appelli dei Consiglieri regionali del PDL all’Union Valdôtaine affinché riveda il quadro delle sue alleanze. Nel caso di una sterzata a destra, dicono, in favore del Popolo delle Libertà, essi s’impegnerebbero a favorire e rendere più proficui per il Governo regionale i rapporti con quello centrale.
In stretto politichese, l’unica risposta del Conseil Fédéral UV è stata sinora il mandato ai suoi massimi rappresentanti di fare il possibile perché la Valle d’Aosta possa finalmente avere un suo rappresentante a Bruxelles. Vediamo se stasera il Conseil si pronuncerà più chiaramente.

Le candidature per il Parlamento europeo, il modo in cui avverranno le scelte di partiti e movimenti e le relative dichiarazioni ufficiali costituiranno perciò un’importante cartina di tornasole. Esistono reali e concrete intenzioni dell’Union Valdôtaine di ridiscutere le sue alleanze? Rischierebbe l’UV problemi di tenuta interna, considerata l’âme gauchiste che da sempre la caratterizza? L’emorragia verso Renouveau e Aoste Vive (il Galletto) ha spostato in modo così sostanziale i rapporti tra le componenti di sinistra e di destra al suo interno? L’apparente luna di miele tra alcuni esponenti unionisti e alcuni Consiglieri regionali del Popolo delle Libertà sboccherà in una presa di posizione ufficiale UV a favore del PDL?

Sul fronte del Popolo delle Libertà, caratterizzato da un prevalente voto d’opinione, estraneo in Valle alle reti d’interesse clientelistico personale, gli elettori sarebbero favorevoli ad un accordo con l’UV oppure preferirebbero proseguire la pur faticosa traversata nel deserto fino alla terra promessa dell’alternanza? Non è forse l’alternanza uno dei valori fondamentali sostenuti e realizzati dal PDL nel nostro Paese? Non cozza essa duramente con il dividi et impera implicito nel precetto “ni droite ni gauche”? Alternanza può avere qui da noi significati diversi da “alternativa all’UV”?

Su un piano più realistico si possono avanzare più ipotesi.

Scenario uno (vive da solo o, a scelta, con uno qualsiasi dei tre successivi): l’UV dichiara ufficialmente e inequivocabilmente, prima delle elezioni europee, che il PDL entra, o entrerà subito dopo, quale che sia il risultato, nella compagine di maggioranza in Regione. E’ possibile? Che succederebbe nell’elettorato dell’UV?
Scenario due: l’UV non presenta una propria lista ma concorda di inserire un candidato unionista nella lista del PDL, e stringe un accordo di scambio di preferenze con un candidato PDL di fuori valle. Come sarebbe percepito dall’elettorato valdostano del PDL? Seguirebbe l’indicazione, votando per un unionista? Se così non fosse, non ci sarebbe il rischio di sentirsi dire, dopo le elezioni: “la gente, gli elettori non hanno capito, i tempi non sono maturi…?”. Quanti unionisti voterebbero una compagine con Silvio Berlusconi capolista?
Scenario tre: l’UV propone al PDL valdostano di “desistere” non presentando un proprio candidato e di votare il candidato unionista di una lista unionista, in cambio di un mutato futuro atteggiamento. Fantapolitica.
Scenario quattro: è l’UV a “desistere”, invitando il proprio elettorato a votare per un candidato del PDL valdostano. Esiste un tale candidato? Come per lo scenario uno, sarebbe realistico tutto ciò? Che farebbero gli elettori unionisti?
Scenario cinque: le ipotesi da uno a quattro vengono tutte scartate, per cui alla fine si va come al solito, ognuno con il suo candidato, ognuno diverso, promettendosi reciprocamente durante le trattative che, se non si calca troppo la mano durante la campagna elettorale al punto di compromettere i rapporti, poi si vedrà. Domanda: le garanzie?

Negli scenari, sostituendo la Lega al PDL, poco cambia, ma sorgerebbe spontanea la domanda: "dove stanno i voti per andare in Europa?". Con uno spruzzo di apparentamenti la musica non cambierebbe poi molto. Di possibili accordi con il PD e Galletto non si ha più notizia.

Il prossimo futuro si annuncia perciò assai interessante. Speriamo solo che tutto si svolga nella massima chiarezza e trasparenza e gli elettori possano perciò esprimere alle europee un consenso responsabile e informato.

24 novembre 2008

drôle

di solito te le vedi al tg regionale dopo pranzo, poi te le rivedi prima di cena, poi te le risenti solo in voce la mattina successiva al gr delle 7.20. E spesso non solo. Diciamo che la ridondanza e il riutilizzo delle notizie non spaventa la Rai regionale.
Ho perciò trovato strano, stamane, il silenzio tombale del gr del mattino sul Congrès dell'UV di ieri. Nessun cenno al risultato del mano a mano tra Ego e Dino.
Drôle.

22 luglio 2008

aboliamo il Consiglio

in coincidenza con la seduta del Consiglio di domani, compirà una settimana l'interessante pagina 48 de La Stampa del 16 (clicca la foto a sinistra), che merita, a bocce ferme, qualche considerazione. Traspare, avant tout, il mutato atteggiamento del quotidiano, l'inusitato risalto - che si spinge fino al titolo e non solo - dato a quanto pubblicato da un altro giornale (Le Peuple, uno a caso) con la velina più lunga del secolo, il Rivolin-pensiero.
Per picconare la legge elettorale il buon Joseph Gabriel indossa dapprima la toga del costituzionalista confondendo i diritti con l'esigenza di confronto alla pari, quindi accusa la legge di essere troppo complicata, per lanciarsi poi nel falso d'autore (...legge scritta fuori da tutti i confronti democratici, lo stesso Comitato federale dell'Uv non sapeva che fosse in cantiere...), proseguire in modo umoristico (... legge che puntasse, piuttosto che a ristabilire un equilibrio tra i candidati, a proteggere le "rendite di posizione" di alcuni consiglieri che rischiavano di essere rimpiazzati da persone capaci e popolari...) e concludere ponendo la volontà popolare al di sopra della legge (estote omnes legibus soluti).
Diciamocela tutta: quella sull'ineleggibilità e incompatibilità è certamente una legge severa (e Dio sa se ce n'era bisogno), è però falso che i vertici dell'UV non fossero stati consultati (il rinvio al 2013 dell'ineleggibilità dei sindaci è proprio il risultato delle avvenute consultazioni, e l'attore principale al tavolo della mediazione politica era, guarda caso, proprio il presidente dell'UV Guido Cesal, che ripetutamente illustrò i paletti posti proprio dal Conseil Fédéral). Più vertici di così... Non è assolutamente complicata (chi ha voluto leggere bene, come Rollandin e Prola ecc. si è dimesso in tempo e non ha avuto problemi, Norbiato dev'essersi distratto). A guardare i risultati elettorali (il più grande rinnovamento nella composizione del consiglio da decenni) appare evidente che questa legge non ha protetto alcuna rendita di posizione dei consiglieri uscenti: chi era capace e popolare ha fatto il suo score. E' stato addirittura battuto il primato regionale di preferenze.
Perché allora quest'improvvida sortita dell'intellettuale Rivolin? Un'ipotesi: per difendere il bicameralismo alla valdostana (Consiglio/Celva) i sindaci, la vera corazzata dell'Union, chiedono l'abolizione della norma che, dal 2013, li renderebbe ineleggibili e dovrebbero perciò dimettersi per potersi candidare. I padri fondatori rigettarono il Conseil des Communes (Consiglio composto da tutti i sindaci, l'idea era di Monsignor Stevenin), gratta gratta quarant'anni dopo con il Celva esso è stato realizzato nei fatti, ma non come Consiglio Valle, bensì come condizionante surrettizio doppione. Per non parlare dell'elezione diretta di sindaco and vicesindaco, un tema poco compreso ed esplorato.
Apprendiamo così da La Stampa che a) è il Peuple che traccia il solco e b) è il Comité che deve fare le leggi. Verrebbe da pensare che il Consiglio regionale sia una costosa sovrastruttura da abolire.
Come bonus la pagina 48 offre un succoso articoletto sullo sconforto di Borluzzi che invita apertamente Zucchi a leggere ad alta voce in commissione la proposta di legge Mussolini sullo Statuto speciale contro il francese. Siamo alle comiche. Borluzzi non ha ancora capito a chi ha affidato il suo tesoretto di voti. Anziché passare all'incasso sta passando all'incazzo.
Tutto il resto è letteratura.

31 luglio 2007

agosto senza forum, settembre senza anonimato

Chiude da domani, per tutto agosto, il forum dell'UV. Riaprirà a settembre con una novità:
"...un enregistrement obligatoire des personnes souhaitant y intervenir. Nous pourrons ainsi savoir, de manière réciproque, à qui nous nous adressons et dialoguer dans un esprit de sérénité pour le bien de la Vallée d'Aoste."
Così oggi Guido Cesal nel suo odierno post di au revoir.
Ragazzi, nessun problema ad ospitarvi qui fino a settembre, ma vi prego, divertitevi senza far troppo casino...