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16 settembre 2008

Ghree-Mow, Dong-Zehl e il semaforo intelligente

non so se qui siano intelligenti i semafori, ma sicuramente lo sono i cinesi. Un grande display riporta di fianco il conto alla rovescia in modo che tutti sappiano quanto manca al cambio.
Il semaforo diventa rosso? Ecco che il display, rosso, lampeggia: 60, 59, 58, 57 ecc. fino allo zero, ossia quando scatta il verde. Verde diventa anche il display e lampeggia 54, 53, 52 e così via fino a quando non diventa giallo e lampeggia giallo da 6 secondi a zero quanto torna rosso e via per un altro giro. Pedoni idem.
Ovviamente da noi, con il rosso che scandisce -5, -4, -3, -2, -1 e... ...vvvia col verde, tra sgassate e martirio di frizioni parrebbe di essere a Monza, ma qui funziona.
Unico inconveniente: il sindaco di Beijing, Ghui Ghree-Mow, e il suo assessore Dong-Zehl non potrebbero ispirarsi al loro collega di Perugia, l'idolo degli amministratori del nostro capoluogo, quello che tra truffaldina riduzione del giallo e multa-camere ha moltiplicato gli incidenti e arricchito il suo comune e la solità società di Pescara titolare dell'appalto per le buste ed i francobolli, quella che si puppa 24 euro su ogni multa pagata dai cittadini (fonte RAI, direi Report...). Un mito.
Qui pare che lo scopo dei semafori non sia quello di far cassa, ma piuttosto di evitare gli incidenti. Questi cinesi sono proprio pazzi, costruiscono addirittura rotonde che fludificano il traffico anziché inchiodarlo. Pensate: riescono a svoltarvi persino i pullman, e senza alcuna manovra! Non saranno molto forti sui diritti civili, ma su quelli dei pedoni, dei ciclisti e degli automobilisti non si battono.
In cinese anche solo pronunciare APS è reato, cinque anni di campo di rieducazione.
Recidivo? Pena capitale.