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21 giugno 2009

basta

troppe cose lasciate indietro, quindici giorni in cui in Valle è successo di tutto, da elezioni flop alla cronaca di un referendario funerale annunciato, facebook che ti risucchia come una spugna, pensieri che si sbranano senza trovare almeno la porta sul retro, lettere scritte in conto proprio, lettere da scrivere in conto terzi, cuccioli che parlano abbaiando e tu che non riesci ad evitare di abbaiare parlando, nessuno che capisca di non capire.
Quando l'ignoranza assurge al finneghismo il merito del fiore che sboccia non è della merda. Domani.

1 giugno 2009

una simpatica settimana al volante

lunedì giù a Roma, giunta Coni ore 12.30, pomeriggio su a Jesi alla Fondazione Gabriele Cardinaletti, di notte giù a Roma, martedì ancora più giù a Formia, Nicola ed Ernesto, olio e pasta, mercoledì su a Roma, coordinamento Fidal, ritorno ad Aosta, sosta un giorno e venerdì via a Padova, sabato powerpoint su "eguaglianza o egualitarismo", rientro sabato sera, domenica Grand Place di Pollein per Chi si ferma è perduto, poi battesimi, moto GP in tv e lettera alla Gazzetta Matin. Sorvolo su impegni, incontri, riunioni, conferenze. Ci sarebbe stata bene una puntatina finale alla frazione Trepalle (Livigno)... ma 4.000 km mi sono sembrati sufficienti. Ragnatele su appropò in temporaneo disarmo, commenti smozzicati, facebook solo compleanni, iPhone fumante.
Vorrei ora riposicchiarmi qualche giorno, festeggiare stasera gli 88 anni di mia mamma e, en passant, mercoledì il mio compleanno. Mi toccherà trascurare i campionati di società master: sabato voterò con tutti voi per il Parlamento europeo, domenica sarò ad Assisi per il matrimonio di Gianluca, il secondo figlio di Laura e Gigetto.

24 ottobre 2008

due amiche di vecchia data




le ho conosciute nel 1963 a Cigole, nella veranda della nonna di Lyana, che sei anni più tardi sarebbe diventata mia moglie.
Vennero ad Aosta nel 1969 a vivere su un balcone di via Torino, poi a Saint-Christophe in un sottotetto e dal 1976 più su sulla collina, dove viviamo ancora oggi.








D'inverno le ospitiamo dentro e patiscono aria secca e riscaldamento, ma da aprile a fine ottobre escono in ferie fuori dalla sala e respirano meglio. Questa settimana abbiamo regalato loro un vaso più grande, dopo 45 anni se l'erano meritato.
Vengono dalla preistoria, le maltrattiamo un po' ma sono pazienti, sempre affezionate.
Sontuose.

22 settembre 2008

settimana da paura

oggi viaggio di rientro in auto Formia-Aosta, domani scattano gli ultimi giorni di settembre, la madre di tutti gli incubi per le società sportive valdostane: si assembla tutta la documentazione di un anno per la richiesta dei contributi regionali, presenze gara una per una, chilometraggi uno per uno, spese ammissibili una per una, excel che fa fumare il computer, un lavoro tanto giusto e opportuno quanto massacrante. In mezzo, mercoledì, riunione del Comitato per deliberare la data dell'assemblea regionale Fidal, relativi incontri pre e post, adempimenti che si sono accumulati mentre ero a Pechino, puntata-lampo venerdì a Roma, lavori di ristrutturazione da seguire.
Riprende insomma il tran-tran delle cose urgenti che vincono su quelle importanti. Troppo poco stress si muore, troppo stress e non si vive. Quale sarà la "finestra" di stress che fa star bene?
Ordinaria follìa.

22 luglio 2008

washout e blog-brahamachari

facciamocene una ragione: staccare ogni tanto è importante.
48 ore senza accendere il computer, senza leggere le email, senza una seppur breve ricerca sul net è il mio nuovo record. a dire il vero non ho neppure fatto tanta fatica. quanno ce vo', ce vo'.
ripartirò con un aggiornamento per l'anonimo fouillemerde, poi vediamo.

10 luglio 2008

oggi si vola (alitalia mon amour)

quasi non vai a dormire, prima delle cinque in macchina, caffé con i camionisti a Chatillon (non trovo il circonflesso su questo eeePc), ore sei al quarto piano del parcheggio di Caselle. Il corridoio aereo (un tubo à la Beaubourg) è sprangato. In compenso l'ascensore per il piano partenze è fuori uso per guasto. Giù per le scale con valigia slogaspalla, ma nell'atrio, la scala mobile per salire alla sala freccia alata è ferma. Stavolta slogaspalla in salita, due rampe. Check-in senza problemi (almeno questo), strip-tease al controllo antierrorismo, agenti molto Rambo ma poco lord inglese. Di nuovo giù, ma la strada per il gate 1 è sbarrata, il personale dell'aeroporto non sa perché.
Passa il tempo, partiremo ormai in ritardo, arriva una coraggiosa hostess che sposta lo sbarramento, ci guida fino al gate, ma scopre tosto che il videoterminale per l'imbarco non si collega con il sistema. Cristona al telefono picchiando sulla tastiera: niente. Si decide: "Signori, inizio l'imbarco, ma sia ben chiaro che lo faccio a mano, v'imbarco al buio". Se Dio vuole a bordo c'è posto per tutti. Volo regolare (almeno questo), atterriamo a Fiumicino con 45 minuti di ritardo, sulla navetta per l'aerostazione trattieni la pipì. Giù dal bus a precipizio e presto lungo il lunghissimo corridoio, fino in fondo, là dove sono andati a ficcare le toilette. Entrando ti rilassi per essere riuscito a non fartela addosso ma trovi una ventina di persone che aspettano: quattro cessi, due guasti, due occupati, pisciatoi a muro inutilizzabili. Fido trolley al seguito, ti rifai disperato tutto il lungo corridoio fino alla scala mobile e poi su all'atrio partenze, dove in fondo a sinistra stanno gli altri cessi. Piombi all'interno, patta lampeggiante, lancetta di parecchio sotto lo zero, rapida occhiata ai pissoir a muro fuori servizio (a 'sto punto te l'aspettavi), ti fiondi nella prima toilette libera. La serratura non si chiude, la tazza non è immacolata, ma che importa? Ce l'hai fatta, Pura felicità.
Fuori ai taxi. Man mano che ci si allontana da Fiumicino verso il Coni, la vita torna normale.
Mi direte che a Caselle gestisce Sagat, a Roma Sea, che la colpa non è solo di Alitalia. Tutto vero, resta il fatto che è difficile volare in questo paese.

29 giugno 2008

giugno

arriva luglio, dopo un mese così, speso tra farsi una ragione, crampi al buccinatore, sballottamenti in giro per conferenze a parlare di che cosa dovrebbe accadere e magari accadrà a pechino per le olimpiadi, tra tibet, diritti civili, pena di morte, amnesty, reminiscenze di tommie smith e piazza delle tre culture, fino ai fedayn a Monaco 72.
ritrovi amici come giampaolo ormezzano, ti tocca litigare pubblicamente ad asti con tale mimmo cándito (occhio all'accento, con candíto si offende, e ripete sépara al posto di sepára per fartelo capire meglio), presidente di reporters sans frontières, inviato di guerra con giacchetta di armani, abbronzatura alle lampados, tintura di capelli perfetta, dottorato di ricerca in talebanismo antirelativistico.
sulla strada visita all'eremo di vezzolano su input di lupo, boccata d'aria fresca.
altra comparsata a stradella da emanuela audisio, con ottavio missoni e lo zainetto col kit completo di mexico 68, dialogo piacevole con paolo sollier, marco mathieu e giuseppe d'onofrio, dal calcio trasgressivo alla filosofia di pali, traverse, facce e panchine, per finire al processo juventus con ematologica sapienza, gran vino dell'oltrepo.
giunta e consiglio nazionale a roma, ultimi dettagli pre-pechino, contratto etico per atleti, tecnici, medici e fisio, commenti al flop italia-spagna, trasferimento del personale alle federazioni, seppioline con piselli da dante, poi formia, tre giorni di relax, odore di atletica (la véritable), ubriacante profumo di magnolia e gelsomini, giretti in barca, dormire dormire dormire, mentre flebili giungono da un asteroide del nord-ovest echi di ineleggibilità, incompatibilità, armchair assigning, armchair switching, armchair sharing, armchair chenchelling, insomma.
oggi si parte, carichi di olio, angurie, ricotte e non solo: la mappata.
stasera sarò a saint-christophe, in giardino, mozzarella-party con gli amici del tesolin, chi c'è, c'è.
de mars riparte il bandwagon, ma il kervansarai è riservato ad altri.

11 giugno 2007

i costi della politica

I consiglieri regionali hanno ricevuto una lettera della dirigente dell'Economato, che trovate a fianco (cliccate su di essa per ingrandirla). Poiché amo affrontare i problemi con una vena d'ironia (se non si era capito), ho risposto con un'altra lettera, che ho inviato per conoscenza a tutti i consiglieri, qualunque ruolo ricoprano in Regione, dai Presidenti della Regione e del Consiglio fino ai più umili peones (quale io sono). Qualcuno l'ha fatta filtrare anonimamente ad un quotidiano.
Il fatto è che il problema dei costi della politica andrebbe affrontato seriamente. C'è il costo dei consiglieri, compresa la loro indennità, c'è il costo delle Comunità montane, che ci domandiamo a che cosa servano, c'è il costo del sistema di organi e organismi pletorici, spesso inutili moltiplicatori di cariche, c'è il costo degli amministratori locali, c'è l'effetto di trascinamento dei meccanismi automatici che legano i compensi degli uni a quelli degli altri, c'è il costo degli amministratori delle società pubbliche, ecc.
Su un altro versante c'è il costo della cattiva politica, delle decisioni non prese, dell'ostruzionismo delle minoranze, che devono potersi esprimere, ma che non dovrebbero, con il loro comportamento, essere loro a decidere. Potremmo parlare di autostrada, di ospedale, altrove di TAV, di passanti, di monnezza, ma anche da noi di un sacco di cose. Quanto è costato, e quanto costa l'ostruzione di pochi? E chi paga?

Parto per Pechino, starò via una settimana, farò il possibile per stare in contatto. In ogni caso al mio ritorno, parleremo dei costi della politica.

Ai lati le due paginette della mia risposta
(solito sistema, cliccare).


una settimana normale...

Settimana di quelle toste, comunque tu la prenda. Lunedì riunione con Dario Comé (relazioni su leggi), primo pomeriggio gruppo UV, alle sei maggioranza, la sera Fidal.
Martedì Consiglio: bilancio consuntivo 2006 la mattina, con interruzione, dopo intervento in aula sulla situazione economica per scappare in piazza Chanoux e presenziare alla festa dei Carabinieri di Aosta. Colazione di lavoro, pomeriggio Consiglio per l’assestamento di bilancio 2007. Altro intervento, Marguerettaz in risposta nega che esista un casello a Saint-Pierre (l’avranno smontato in nottata). Abbandonare la seduta alle sei, cambiarsi, prendere la macchina e filare a Torino per rappresentare la Regione all’anniversario dei Carabinieri della Regione nord-ovest, con tanto di gonfalone. Tardi a dormire.
Mercoledì ancora Consiglio: entusiasmante giornata destinata al tormentone ospedale nuovo/ospedale ristrutturato. Gramellini è citato per il suo fondo sulla politica fai-da-te (è raro, ma una volta tanto manca il punto anche lui). Chi farà i conti del costo dei ritardi dell’ospedale, in termini di soldi e di servizi non prestati ai cittadini? Chi ne risponderà? Per le leggi elettorali, i tre saggi fanno pervenire il loro parere-bis sull’ammissibilità dei referendum. Si faranno o non si faranno? Si faranno, si faranno. Rimane uno scampolo di tempo alla fine della serata per votare qualche provvedimento, il resto lo si rimanda al prossimo Consiglio, poi a casa a seguire la fase finale del dibattito in Senato sulla Visco-vicenda con la penosa (vergognosa, pasticciata?) versione di Padoa-Schioppa su Speciale. Bersani intanto soffre, i tassisti minacciano, i benzinai sciopereranno, D’Alema smentisce il conto, Putin attacca Bush, Luna Rossa sta soccombendo 4-0. Parisi in Comune trasloca. Giornataccia.
E’ giovedì, un giovedì dedicato all’economia. La mattina, alla Pépinière d’Entreprises, Assemblea dell’Associazione Industriali, con relazione pubblica sull’andamento dell’economia in Valle (e proposta di ridurre i consiglieri regionali da 35 a 30). Cala la disoccupazione, ma non si capisce bene. C’eravamo già sorbiti, la settimana prima, l’andamento del pil visto dalla Chambre. Nel pomeriggio, dopo l’inaugurazione e la visita pastorale alla mostra Rigenergia di piazza della Repubblica, alle 17,30 tutti all’Università per la relazione della Banca d’Italia. E’ evidentemente scattata la sindrome del bicchiere mezzo pieno, tutti parlano di ripresa meno le cifre, ma alle cifre tutti fanno riferimento per dire che c’è ripresa… Che sia una forma d’esorcismo? A forza di dirlo… La Stampa lamenta l’esistenza di troppi pedofili su second life. Sarà vero, ma non è che la vita reale scherzi. Putin spiazza Bush sullo scudo spaziale: fallo direttamente a casa mia. Caveri e Cesal a Bruxelles incontrano Pottering per i buoni benzina.
Massi giganti devastano la strada per Cogne. Déjà vu. Non impariamo mai nulla. Basterebbe entrare nella galleria del trenino di Biancaneve da Acque Fredde a Cogne (quello che non apre mai) con una fresa di quelle che scavano 15 metri di galleria al giorno, allargare il buco alle dimensioni di una strada, e avremmo un percorso Aosta-Cogne di 22 km senza alcun rischio di valanghe, frane, massi giganti, ecc. Come bonus elimineremmo il trenino, già costato una novantina di miliardi (vecchio conio), ma che saprà mostrarsi in tutto il suo splendore di mostruoso costo inutile il giorno in cui il servizio sarà inaugurato (quattro stazioni, per il personale fate voi). Lo dissi in Consiglio, l’ho scritto su Le Peuple all’epoca, lo ripeto sommessamente qui. Facciamo una strada.
Venerdì Bersani comincia a perdere colpi, le mini-liberalizzazioni diventano micro. Scrivo una risposta alla dirigente dell’Economato del Consiglio su una vergognosa lettera ricevuta sulla gestione interna dei telefoni. Tanto per fare più danni deposito un’interpellanza in proposito (al prossimo Consiglio). Antonietta De Martino, che si è allenata quest’inverno al Palaindoor, batte a Torino il record di Sara Simeoni. Bush non andrà a Trastevere alla Comunità di Sant’Egidio, la sicurezza non è sicura, la figuraccia un po’ di più. Pezzotta, come ogni buon big sindacalista ex, vuole fondare un suo partito. Intanto il costo dei soldi sale a seguito dell’aumento dell’euribor, il probabile sotterraneo accordo della Banca Europea con la Federal Reserve prosegue. E il nostro paese soffre nella morsa dei tassi e del patto di stabilità. Le leve di controllo sono altrove.
Così andiamo noi. Così traccheggia l’Italia.
Intanto, Sarkozy governa.

5 maggio 2007

venerdì farcito (kultur und politik)

Capita, come ieri, che alle sei del mattino ti trovi già in ufficio a preparare emendamenti su due nuovi disegni di legge per la V Commissione che attacca alle nove. Lì poi tutto regolare, salvo lo scazzo con il ragazzo di Cervinia. Ok, ha appena nevicato, questo però non autorizza interpretazioni del regolamento ad usum unionis. Tra audizioni, discussioni e votazioni non si finisce comunque prima dell'una meno un quarto e mi tocca mendicare a Dario Comé un passaggio, ero sceso ad Aosta in moto e non attrezzato per la pioggia. Trangugio qualcosa e giù di nuovo: alle due e mezza tavola rotonda su TFR, previdenza integrativa e dintorni. Il tema attizza.
Mons. Anfossi approfondisce gli aspetti etici di una società ormai a geometria variabile, Joseph Rivolin à vol d'oiseau ripercorre la storia della solidarietà in questa valle dalle corvées alle confraternite religiose fino alle società di mutuo soccorso, insomma dal medioevo a stamattina, quindi la parola va ai tecnici. In particolare il Prof. Gianfranco Cerea illustra le tragiche proiezioni del carico delle pensioni sulle risorse del paese se si va avanti così, e l'esperienza delle province autonome di Trento e Bolzano, dove si è riusciti ad innescare un interessantissimo meccanismo virtuoso del quale tassello non secondario è l'accoppiamento di un fondo regionale (PensPlan) con i benefici conseguenti sul riparto fiscale. Resta irrisolto il nodo della comunicazione.
Chiosa e modera Aurelio Marguerettaz, che suggestivamente identifica nella previdenza integrativa la chiave di svolta per la soluzione del problema. Segue interessante, interessato e partecipato dibattito. Il tempo vola e sono ormai quasi le sette, giusto il tempo di passare da casa, rispondere alle email del giorno e partire senza mangiare per Verrès a sentire l'acchiappavirus Paolo Attivissimo e la sua conferenza Ma che male fanno le bufale? Miti e disinformazione creano paure tecnologiche: come fare chiarezza (praticamente come difendersi dalle bufale metropolitane che imperversano sull'internet). Il dibattito si protrae fino a mezzanotte, poi si rientra ad Aosta per una pizza al Bataclan con Elena e Angelo. Alle due a letto.
Ventuno ore, una bella giornata.

27 gennaio 2007

Quel fantastico mercoledì

24 gennaio, Consiglio regionale mattutino sonnacchioso che si snoda tra interrogazioni e interpellanze, nelle quali i consiglieri di maggioranza non possono intervenire. Tra i temi essenziali per il nostro futuro la presenza in Valle dei cormorani, esotici uccelli che non solo stanno invadendo la regione, ma si sparano mezzo chilo di pesce al giorno e soprattutto pescano senza regolare permesso.
Altro tema nodale il ferale rischio della presenza di un tabacchino e di qualche aula nella zona ex-Cogne, il che sottrarrebbe posti di lavoro, già minati dalla presenza di artigiani non sindacalizzabili, ad insediamenti industriali indispensabili in quella zona per lo sviluppo della Valle. E' Sandri a gettare l'allarme. Ora, già è stato un colossale errore destinare a sviluppo industriale l'ultima zona pregiata che si liberava nella soffocata Aosta, quando per le industrie si sarebbero potute identificare aree assai più adatte nella plaine senza strangolare il capoluogo, e destinare l'area ex-Cogne (oggi espace Aoste) alla vocazione turistica della città. Protestare perché potrebbe addirittura insediarvisi un tabacchino sembra addirittura stravagante. Va bene voler proteggere i polmoni dei cittadini, ma a chi andrà a lavorare in zona, vogliamo almeno far comprare il giornale?
Sempre Sandri (mi spiace, ma è lui il tuttologo che si è accaparrato la tribunetta nello Hide Park Corner del Consiglio) tuona contro una perniciosa tendenza a rafforzare il cosiddetto spoil-system, colpevole, a suo dire, di un eccessivo trasferimento di poteri all'esecutivo, mentre è noto che il potere deve rimanere saldamente in pugno ai funzionari. Ai politici al massimo le brutte figure, ai funzionari il potere d'interdizione e la possibilità di fare la vera politica, sotto il guanto di velluto della pura gestione tecnica. Questo il Sandri-pensiero, che sarebbe assai utile per paralizzare tutto, trasferendo anche in Regione il modello Comune di Aosta che l'Italia c'invidia.
Insomma, dopo il federalismo all'irpina (D'Onofrio, chi era costui?) e le privatizzazioni all'amatriciana (saporiti cubetti di golden bacon share), vogliamo ora lo spoil system alla vapeulenentse? Avoué tzou o sans tzou?
Mattinata sonnacchiosa, dicevo.
Mi sono perso purtroppo il pomeriggio, che si annunciava più pétillant per l'annunciata mozione sulle nomine del CdA della Finaosta. Sono dovuto scappare a Roma per commissariare la Fisi: neve sull'Appennino e aeroporti in tilt stavano facendo saltare il numero legale. Portato da Fiumicino al Coni da uno Schumacher con 1000 punti di bonus sulla patente da spendere e gomme da bagnato. Piombato in Giunta alle 18.01, alle 18.28 Schumi mi stava già riportando all'aeroporto. A Roma per starci solo 27 minuti, nuovo record personale.