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10 ottobre 2008

nobel per la pace: vince la Cina

Tutte le previsioni e le più attendibili voci di corridoio dicevano Hu Jia.
L'Accademia di Oslo ha decretato invece Martti Athisaari.
Che sia stata la violenta reazione del governo di Pechino, che si è scagliata contro il dissidente Hu Jia, chiamandolo criminale e avvertendo che un eventuale conseguimento dell'ambito premio avrebbe rappresentato un'interferenza negli affari legali del Paese?
Una crisi economica epocale scuote oggi i mercati di tutto il mondo. Le locomotive tradizionali hanno grippato o sono fuse, non si sa quanto tempo richieda l'officina per le riparazioni. Solo le tigri asiatiche, soprattutto India e Cina, hanno mercati interni in grado di sostenere una parte della crescita di tutto il pianeta.
La Cina "tiene per le palle" gli Stati Uniti e tutto il sistema monetario internazionale, data l'enorme quota di titoli del debito pubblico statunitense che possiede.
Così il premio Nobel per la pace è stato assegnato al "negoziatore" finlandese Martti Athisaari per la sua attività in numerosi conflitti nel mondo.
Perdendo il Nobel la Cina ha vinto.

16 settembre 2008

Ghree-Mow, Dong-Zehl e il semaforo intelligente

non so se qui siano intelligenti i semafori, ma sicuramente lo sono i cinesi. Un grande display riporta di fianco il conto alla rovescia in modo che tutti sappiano quanto manca al cambio.
Il semaforo diventa rosso? Ecco che il display, rosso, lampeggia: 60, 59, 58, 57 ecc. fino allo zero, ossia quando scatta il verde. Verde diventa anche il display e lampeggia 54, 53, 52 e così via fino a quando non diventa giallo e lampeggia giallo da 6 secondi a zero quanto torna rosso e via per un altro giro. Pedoni idem.
Ovviamente da noi, con il rosso che scandisce -5, -4, -3, -2, -1 e... ...vvvia col verde, tra sgassate e martirio di frizioni parrebbe di essere a Monza, ma qui funziona.
Unico inconveniente: il sindaco di Beijing, Ghui Ghree-Mow, e il suo assessore Dong-Zehl non potrebbero ispirarsi al loro collega di Perugia, l'idolo degli amministratori del nostro capoluogo, quello che tra truffaldina riduzione del giallo e multa-camere ha moltiplicato gli incidenti e arricchito il suo comune e la solità società di Pescara titolare dell'appalto per le buste ed i francobolli, quella che si puppa 24 euro su ogni multa pagata dai cittadini (fonte RAI, direi Report...). Un mito.
Qui pare che lo scopo dei semafori non sia quello di far cassa, ma piuttosto di evitare gli incidenti. Questi cinesi sono proprio pazzi, costruiscono addirittura rotonde che fludificano il traffico anziché inchiodarlo. Pensate: riescono a svoltarvi persino i pullman, e senza alcuna manovra! Non saranno molto forti sui diritti civili, ma su quelli dei pedoni, dei ciclisti e degli automobilisti non si battono.
In cinese anche solo pronunciare APS è reato, cinque anni di campo di rieducazione.
Recidivo? Pena capitale.

14 settembre 2008

paese che vai, alitalia e sindacati che trovi

sintesi dal China Daily di ieri:

10 piloti di China Eastern Airlines sono stati condannati martedì dal Tribunale del Popolo di Wuhan a pagare ciascuno un milione di yuan (117.000 dollari), colpevoli di essersi licenziati dalla loro compagnia aerea. "Non voglio continuare a vivere costantemente sotto un'eccessiva pressione", ha dichiarato uno di loro, "voglio lavorare per una società che sia umana e dove si respiri un'atmosfera rilassata".
A marzo si erano licenziati in tredici e la compagnia aerea aveva richiesto loro un risarcimento di 100 milioni di yuan per recuperare l'investimento effettuato per addestrarli. Dopo una condanna cumulativa a 9 milioni di yuan, tre di essi avevano ritirato le dimissioni, mentre gli altri dieci si erano appellati al tribunale del popolo del distretto di Oiaoku, che aveva però elevato il risarcimento a 10 milioni. A sua volta la China Eastern Airlines ha presentato un ricorso per ottenere ancora di più, ma il tribunale di Wuhan ha definitivamente confermato la cifra. Zhang Qihuai, docente universitario di diritto e scienze politiche, perito dei piloti, dichiara di aver assicurato loro che il risarcimento stabilito dal tribunale è ragionevole, poiché corrisponde alla cifra effettivamente spesa dalla compagnia per il loro training, aggiungendo che "in Cina la maggior parte delle compagnie aeree pubbliche assumono i piloti a tempo pieno e con contratti a tempo indeterminato, proprio per evitare che possano licenziarsi."

(il China Daily è il quotidiano ufficiale del governo cinese, pubblicato in lungua inglese)

3 gennaio 2008

pillole di fine anno - 3

Aborto di una carismatico-ereditaria democrazia annunciata, l'assassinio politico di Benazir Buttho smaschera la grande illusione occidentale di poter e saper esportare civiltà. In Kenya si brucia una chiesa piena di fedeli solo perché i risultati delle elezioni non soddisfano. In confronto ultimamente Ahmadinejad pare un'educanda: a differenza di Musharraf lui l'atomica non ce l'ha ancora. Attentati in Turchia. La Cina è cresciuta anche nel 2007 di quasi l'11%, l'India dell'8%.
Il petrolio ha sfondato i 100 dollari
a barile. Chavez e i nigeriani si scapezzano, Putin esulta ma riflette.
Gli effetti di tutto ciò rischiano di essere deflagranti.
Non mi sembra di respirare qui una grande consapevolezza, in fondo nel 2007 il Casinò ha incassato 714.000 euro in più (ma quanti milioni ha perso?), e, soprattutto, l'Ansa ci rincuora: "...l'azione del governo valdostano "é stata nel complesso positiva". Lo scrive il capogruppo del Consiglio Valle, Marco Vierin, in un articolo pubblicato sull'ultimo numero del periodico La Stella Alpina".
Una notiziona...
Ben oltre le veline. siamo ormai alla rassegna stampa della non stampa.
Finché le paratie stagne tengono, balliamo pure.
(ci sono volte in cui ci si sente cretini...)

23 giugno 2007

evolviamoci: non è più l'autonomia di una volta (etica della montagna o montagna etica?)

foto A.ManoEvolvendo-show ieri sera a palazzo. Seconda autonomia simulacro di una seconda repubblica valdostana, questo in sostanza il tema. Introduzione di Bruno Milanesio, inquadramento giuridico di Claudio Dalle, european considerations di Enrico Martial, casinò-pensiero di Paolo Giovannini, e via con gli interventi. Sala gremita all'inverosimile, surplus stipato in saletta a seguire su grande schermo.foto A.Mano Parecchi restano fuori. Molte le signore tra il pubblico, tutte e tutti però chiaramente addetti ai lavori. Niente dibattito, possono intervenire solo gli invitati alla tavola rotonda: da sinistra a destra, per chi guarda, Enrico Martinet, Aurelio Marguerettaz, Luciano Caveri, Bruno Milanesio, Leonardo La Torre e Roberto Louvin.
Sornione Milanesio, enigmatico Martinet (i valori sono quelli etici, allora il francese non è un valore, però è un valore la montagna...), Luciano Caveriefficace e controllato Caveri, prevedibile La Torre, accattivante Louvin, tribunizio Marguerettaz che, accusati i diritti di generare costi, si lancia poi in un metaforico outing con Chicco Martinet, mentre sull'altro lato del tavolo si discetta su castità e verginità ricostruite in laboratori politici (Casablanca?). Discorsi generalmente criptici. I pochi espliciti in stretto patois politichese.
Curiose le novità, vistosi e colorati i ballons d'essai. Nell'ordine: Milanesio che si erge aLeonardo La Torre difensore del francese, Giovannini che sostiene la necessità di una gestione pubblica del Casinò, Martinet che fa carotaggi proponendosi quale guru anti-referendario. Marguerettaz in secondo intervento si corregge (i diritti generano costi sociali, non finanziari...) e passa ad enunciare un curioso sillogismo sui referendum, che provo a sintetizzare: referendum uguale più potere al popolo, uguale meno potere alla politica, uguale popolo più forte, uguale pena di morte, ergo sostegno ai referendum uguale sostegno alla pena di morte...
Aurelio MarguerettazUn esempio: gli USA.
Marguerettaz dimentica forse la classifica delle esecuzioni nel 2006: 1.010 in Cina (in realtà, secondo Amnesty International addirittura quasi 8.000), 177 in Iran, 82 in Pakistan, 65 sia in Iraq che in Sudan, USA in bassa classifica: 53 (spalmate in dodici stati).Roberto Louvin
Forse l'altro ieri, mentre eravamo distratti al bar, ci siamo persi che in Cina, Iran, Pakistan e Sudan il popolo si è appropriato della politica.
Tutti paesi in cui fioccano i referendum.

18 giugno 2007

La Chine s'est éveillée

Tre giorni a Pechino.
Inaccessibili, ad esempio, blogger e wikipedia, stoppati da un gigantesco firewall orwelliano, versione internet della Grande Muraglia, proibito sostare a Tien An Men, in via d'estinzione le biciclette, proibite le motociclette, muggisce il traffico, all'interno del quarto cerchio i cani devono essere al massimo 35cm al garrese, i grattacieli crescono come funghi anche se non piove mai, se serve fa piovere il governo bombardando il cielo, ma costa troppo, ogni tanto però se po' fa'. Per avere il sole all'inaugurazione delle Olimpiadi, tre giorni prima lo farà di certo. Tutto è in vendita, tutto si contratta, meno le ideologie. Scorte esaurite.
Tredici milioni di abitanti registrati più quattro non registrati, il secondo cerchio è ormai una delle larghissime fubinofobiche circonvallazioni, per realizzare la quale è stata spianata un'intera cerchia di antiche mura della città (la quarta direi). L'economia galoppa oltre il 10% di pil, la sovrintendenza può aspettare.
Sarà una grande Olimpiade, impianti meravigliosi, tutto disegnato from scratch, urbanistica compresa, tutto progettato con un tecnigrafo a mappe libere: do the best, that's it. Stop. Les jeux olympiques d'abord, l'intendance suivra, avrebbe detto "le" Général.
Niente transizioni di genere per falsi accrescitivi a bloccare tutto. Amministrazioni di servizio.
Il gomitolo dello stadio olimpico, già oggetto d'arte prima di esistere, darà al mondo intero il segno della complessità di questo grande paese.
Pechino, bella ma meravigliosamente inquinata, ogni grattacielo un nuovo milionario, l'anima lacerata dalla dolorosa necessità di essere più occidentale degli occidentali, ma alla cinese, gli occidentali non possono capire, si grattino. Non hanno compreso che la risorsa più democratica, ma limitata e costosa, è il tempo, per questo non sanno controllare i costi. Ripeto, si grattino. Siamo all'etimo del funzionariato. Per dare risposte, qui la burocrazia dispone solo del si o del no. Poi si esegue. Stop. Abolita la cultura della spiegazione, del perché si o perché no, poco lavoro per i Tar, se no il paese non va avanti.
Le masturbazioni mentali, dopo, a cose fatte. Intanto, facciamo il ponte, anzi i ponti, le Tav, le gallerie, le autostrade, le dighe, poi discutiamo. Il traffico non è un problema ideologico, ma idraulico, e l'idraulica richiede approcci cartesiani. Di nuovo, niente se o ma, just si o no. Non si suona ancora qui, nelle sale da concerto, la democrazia ben temperata.
Per il reato di corruzione? Pena di morte. Niente corruzione, allora? No, per carità, però il più alto numero al mondo di sentenze di morte eseguite ogni anno (solo Amnesty e i radicali di Non toccate Caino ne parlano, i pacifisti di professione preferiscono limitarsi a protestare per quelle eseguite in Usa. Distinguiamo please le condanne a morte buone da quelle cattive...).

Continuate a raccontarvi - paiono dirci i cinesi - che l'1.6% è crescita, che l'1,6% è economia che va bene, che l'1,6% è sviluppo, che con l'1,6% si può fare ricerca, che l'1,6% porta alla felicità, e che il 2,0% sarebbe il paradiso, ma il paradiso non esiste. Continuate a raccontarvi che il lavoro di cui parla la Costituzione è solo quello così definito dalla triplice, da proteggere fino al triplice lavoro, per perpetuare in ultima analisi la triplice stessa. Intanto noi cinesi non ci chiediamo che cosa sia il lavoro, lavoriamo. Sapete, quell'attività che l'Occidente ha dimenticato, quella in cui si suda e si fa fatica ma si producono beni e servizi e non solo parole e obiezioni. Non siamo perfetti, ma se l'11% di pil non sono la felicità, per la crescita della Cina figuriamoci che tragedia sarebbe l'1,6%.

Lo disse un certo Napoleone Bonaparte: "Quand la Chine se réveillera, le monde entier tremblera". In Italia continuiamo a far finta di nulla, ad usare strumenti spuntati e a raccontarci le bugie da soli. Almeno, non crediamoci.
Quando se ne parlerà seriamente?

Non è più la Cina di una volta.

16 giugno 2007

le parti invertite



I bassi prezzi delle merci sono l'artiglieria pesante con la quale l'industria europea abbatte tutte le muraglie cinesi.

(Karl Marx e Friedrich Engels, "Il Manifesto", 1848)