non perché la cosa non fosse sconvolgente, ma non ne ho parlato sin qui perché tutti ne parlano fin troppo e non ha senso volersi aggiungere e fare i fenomeni. Per qualche giorno e per duecento trasmissioni non sentiremo parlare d'altro, poi lunedì prossimo sarà tutto dimenticato, tutto normale. Questa è la tragedia.
Mi riferisco a quanto accaduto ieri, tifoso morto sull'autostrada, partite ritardate e fermate, disordini a Bergamo, violenze inaudite a Roma.
Degenerazioni del tifo, ok. Pretesto per l'esplosione di violenza repressa, ok. Prevenzione insufficiente, ok. Club che scherzano con il fuoco finanziando gli ultrà, ok. Barbara inciviltà, ok. Paese che dà un'immagine pietosa di se stesso, ok. Crisi dei valori, ok. Prendiamo provvedimenti, ok.
Ci sta tutto, tutto già visto.
Un elemento nuovo deve però preoccuparci e farci riflettere: quanto è accaduto a Roma, tutto pronto, dalla sistemazione delle transenne per deviare il traffico alla comunicazione tra le bande, l'assalto coordinato alle caserme in punti diversi della città, tutto questo ha un nome: guerriglia urbana. Guerriglia organizzata.
Roba che non s'improvvisa, roba per la quale ci si è addestrati, coordinati e preparati. Roba per la quale tutto era pronto, per la quale si aspettava, appunto, solo il pretesto. Per la quale esistono capi, soldati, gerarchie, disciplina.
Da qualche parte, là sotto i tombini, nelle trippe della capitale, c'è qualcuno che ci ha dichiarato guerra. Che si sappia.
PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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12 novembre 2007
che si sappia
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27 ottobre 2007
Cesal ha ragione: ecco le prove
Mentre Guido Cesal partecipava ad un comizio a Saint-Christophe, nel parcheggio gli hanno malamente rigato l'auto (foto a destra).
Il presidente dell'Uv ha attribuito l'atto vandalico al clima esasperato della campagna per il referendum del 18 novembre.
A sostegno della sua tesi ha denunciato l'uso illegale del simbolo del Mouvement da parte di Vallée d'Aoste Vive che, ironizzando pubblicamente su uno degli slogan (foto a sinistra) della campagna dell'Uv contro il voto, avrebbe contribuito ad alimentare il clima di scontro.
La prova starebbe nel manifesto incriminato: la punta della matita si sarebbe spezzata proprio nel graffiare l'auto di Cesal.
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