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22 luglio 2008

appropo' di bilinguismo

a ludwig interesserà poco, ma in questi giorni catalogo e metto via appunti e documenti di due anni di Consiglio.
Incappo così in deliziosi cammei linguistici, ora francesi ora italiani. C'è chi non era d'accordo su "aver compreso tra i figuri compatibili..." e chi "volevo fare due riflessioni sull'impiantito elettorale della Valle d'Aosta".
C'era poi chi "c'est difficile, nous avons prouvé, nous avons spérimanté..." e chi provava "délusion" perché non erano andate a buon fine delle "opérations similables", concludendo "c'est une question de percentuál..."
Vertici linguistici irrangiungibili anche per il grande Totò, famoso per il suo "nous voulévons savuár", ma sublime ne "Il ratto della Sabine" col suo poderoso "cochon la misuár".

13 commenti:

  1. Era noio, non nous:

    Noio... volevam... volevàn savoir... l'indiriss...ja..

    http://www.antoniodecurtis.com/vigile.htm

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  2. vero,andavo a memoria, così è ancora meglio.

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  3. per rendere onore e gloria alla scuola valdostana (pare che in giro non ci sia nulla di meglio) ormai non si parla più di bilinguismo (termine ormai arcaico e superato), ma di plurilinguismo: tra qualche giorno arriverà senz'atro in Consiglio anche qualche spruzzata di una lingua che richiama vagamente l'inglese.

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  4. In ogni caso, questa e' la dimostrazione di come il francese, lingua di per se' elegante, colta e borghese, non possa certo stare sulle labbra di quattro caproni dell'Union Valdotaine. Lo dico da dieci anni: e' ora di retrocedere, la Valle d'Aosta, all'unico rango che le competa, quello di provincia del Piemonte.

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  5. non dimentichiamo , mi pare in Totò truffa , lo straordinario "Lei mi spoglia con gli occhi...spogliatoio", italiano ma imbattibile

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  6. Anziche' fare la disamina dei film di Toto' (ogni scusa e' buona, per guardare il dito mentre il saggio indica la Luna!) potremmo soffermarci sul contenuto del blog? I valdostani sono realmente, ancora franc�foni? Ha ancora senso che lo Stato li mantenga a Statuto Speciale?

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  7. Caro Grisero, la sua osservazione sulla natura colta e borghese della lingua francese dovrebbe suggerirle quale fosse la vera natura e consistenza della francofonia dei valdostani prima dell'unità d'Italia.
    Quindi mi stupisce il suo ancora nella domanda che lei pone ossia se i valdostani siano ANCORA francofoni. Nel senso che alla parola francofono si dà nel XX e nel XXI secolo, la risposta è che non lo sono mai stati francofoni i valdostani, in quanto usavano prevalentemente il dialetto per comunicare. Se vogliamo misurare la francofonia dei valdostani e la sua evoluzione possiamo usare tre parametri: l'uso, la conoscenza in termini assoluti, la conoscenza rispetto all'altra lingua ufficiale.
    Per quanto riguarda l'uso, adesso i valdostani, se considero la mia famiglia, usa di più il francese che un tempo, in termini di conoscenza della lingua d'oltralpe posso dire la stessa cosa, in termini invece di conoscenza rispetto all'italiano i valdostani conoscono molto meglio quest'ultimo che per molti (come per il sottoscritto) è persino lingua materna.
    In un certo senso la francofonia valdostana non è mai consistita in altro che nel studiare il francese per poterlo usare sporadicamente come lingua ufficiale nelle poche circostanze della vita in cui non si poteva usare il dialetto, è come la conoscenza del tedesco che c'era a Trieste all'epoca dell'Impero AustroUngarico e che fece scegliere ad Italo Svevo lo pseudonimo di Italo Svevo.
    Questa conoscenza diffusa del francese (e non il suo uso) fa parte delle nostre tradizioni e non vedo il perchè sradicarla.
    Quindi nessuna luna nuova da guardare, ed anzi, il fatto che Eddy non ricordasse il francese di Toto' così storpiato è proprio perchè lui il francese l'ha studiato, come me (anch'io facevo fatica a ricordarmi bene come lo avesse storpiato perchè tendevo a non storpiarlo).

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  8. Caro Uahlim, la tua analisi e' senz'altro profonda ed interessante: in ogni caso, mi fa piacere constatare che, anche per te', il Re e' nudo !
    P.S: figuriamoci... l'empereur!

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  9. Caro Grisero, l'empereur sarà anche nudo, ma quanto è bella la Valle senza Caveri! Non ve ne siete accorti?

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  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  11. ...Ma sara' vero che ha tutta quella gnocca tra le mani? Certo che, per arrivare a scomodare Repubblica e "Corsera"... In ogni caso, siamo di fronte al Bill Clinton de nos atres!(ma che ne pensa xx xxxxxx xxxxxxx?)

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  12. lascia stare Bill Clinton, pare abbia affermato in giro che i Caveri erano i Kennedy della Valle d'Aosta. Presuntuosetto, no, il ragazzino?

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  13. @Courthoud: Non mi pare un discorso presuntuoso, anzi, mi pare onesto, un conto è dire di avere degli antenati, un altro dire di esserlo, l'antenato. ;-)

    @Grisou: Non ho svelato nessuna nudità se non che il particolarismo linguistico valdostano era di natura più che altro giuridica o di uso di lingue ufficiali in ambito amministrativo e colto. Se la ragione per rinunciare all'autonomia è che adesso i valdostani se la cavano egregiamente e meglio con l'italiano che con il francese... e se questa dovrebbe essere la francofonia valdostana ma pensare che sia stato un fallimento il fatto che i valdostani possano seguire la vita nazionale in lingua italiana come gli altri italiani senza la necessità di traduttori, evviva il fallimento della francofonia valdostana.

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