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4 febbraio 2008

elezioni regionali 3 - errata corrige

Contrordine compagni: quanto scritto nei due post precedenti va corretto.

Nel post "elezioni regionali 1 - le nuove regole" il punto 4) va così riscritto (in corsivo la correzione):
"4) ogni lista dovrà prendere al primo turno almeno circa 5.000 voti validi (più precisamente il doppio del quorum per un consigliere) per avere diritto a due seggi in Consiglio. In caso contrario, ma a condizione che la lista abbia preso più di un trentacinquesimo dei voti validi (quorum per un consigliere), la lista non avrà diritto ad alcun consigliere, ma i suoi voti saranno sommati a quella delle altre liste del gruppo (coalizione). Se invece la lista avrà preso meno del quorum per un consigliere, tutti i voti presi saranno persi per la lista;"
Che cosa significa in pratica?
1 - se una lista che fa parte di una coalizione prende più del doppio del "quorum", prende i suoi due o più consiglieri;
2 - se una lista che fa parte di una coalizione prende più del quorum, ma meno del doppio del quorum, non prende nessun consigliere, ma i suoi voti non vanno persi e ne beneficiano gli altri membri della coalizione;
3 - se una lista che fa parte di una coalizione prende meno del quorum tutti i suoi voti sono persi, per lei e per la coalizione.

Nel post "regionali 2 - presentazione liste & sbarramenti", gli ultimi tre paragrafi (che seguono la frase "Giusto, no?" vanno sostituiti con questi:
"...maggioranza). Giusto, no? Si, ma... i 4.500 voti del partito C, essendo inferiori al doppio quorum (4.572) vanno persi per C, che non prende alcun consigliere, e portano vantaggio ad A e B, dando a loro uno o due (dipende dai resti) consiglieri in più di quelli conquistati dalle loro liste. Siccome però per la coalizione i voti di C contano, la percentuale del 52,5%, rimane valida, la coalizzione si aggiudica il premio di maggioranza e non si procede al ballottaggio. Sono ipotesi teoriche, sia ben chiaro, ma assolutamente realistiche".

Ovviamente, anche con questa precisazione, esistono situazioni nelle quali resta valida l'ipotesi illustrata nel precedente post. Ad esempio:
A, B e C sono in coalizione. I voti validi sono 80.000. A prende 28.500 voti (35,63%), a B ne vanno 9.500 (11,88%) e C chiude a 2.250 (2,81%). Totale per la coalizione 40.250 (50,31%). La coalizione avrebbe diritto al premio di maggioranza (21 consiglieri). Siccome però C è sotto il quorum per un consigliere (2.85), tutti i suoi voti sono persi anche per tutta la coalizione. Risultato: la percentuale totale scende al 48,87% e la coalizione va la ballottaggio e, se le va bene, prenderà 18 seggi.
Più tirata, ne convengo, ma ci sta.

15 commenti:

  1. Cosa stavate dicendo?
    Stavate dicendo che io sarei il portavoce di Rollandin. Io non sono il portavoce di nessuno. Stimo Rollandin, ma penso con la mia testa ed al più interpreto quella che sarebbe l'interpretazione di Rollandin sulla nozione di popolo valdostano, nozione assente nello statuto dell'union valdostaine e data per nota. Io sono per l'interpretazione territoriale della valdostanità, questa interpretazione evita assurdi razzismi in valle ma presuppone un assioma di base: il territorio della VDA è uno ed immutabile, quindi niente annessioni o secessioni di comuni per principio.

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  2. non ho sottomano la norma e quindi non sono in grado di argomentare. La norma è così chiara da poter concludere con certezza che, nel caso di coalizione (quello che fai tu), se C non raggiunge il quorum (n. di voti che consente di aver diritto ad un consigliere), i relativi voti sono persi anche per la coalizione? E se la lista non fa parte di alcuna coalizione? Non mi è chiaro se quando parli di "voti persi" questi siano "persi" solo per la lista (salvo il caso particolare e parziale della coalizione) oppure se incidano anche sul totale dei voti validi, riducendolo.

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  3. I voti validi sono quelli, chiamati anche "validi di lista", in cui è chiaramente espressa la volontà dell'elettore di votare per una delle liste presenti sulla scheda elettorale.

    Il totale dei voti validi di lista viene diviso per 35 (il numero dei consiglieri). Il risultato è il "quorum", ossia i voti necessari per ò'elezione di un consigliere. Chiamiamolo quorum "a".

    Siccome la legge prevede che, per entrare in consiglio, una lista deve aver ottenuto almeno due consiglieri, chiamiamo "quorum b"il doppio del quorum "a".

    Al termine dello scrutinio i voti delle liste che non hanno raggiunto almeno il quorum "a" sono persi, ossia non vengono più considerati in alcun calcolo successivo.

    Se la lista però supera il quorun "a", ma non supera il "quorum "b", non avendo acquisito il diritto di entrare in consiglio, i suoi voti, nel caso essa faccia parte di una coalizione, sono assegnati alla coalizione, ossia sono persi per la lista, ma non per la coalizione.

    La lista che si presenta sola, o supera il quorum "b", o i suoi voti sono persi.

    Certo, i voti "persi" incidono anche sul numero dei voti validi (ai fini della successiva ripartizione dei seggi) riducendolo.

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  4. Come vengono trattati "i resti di lista" (lista che corre da sola) e i "resti di coalizione"?

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  5. il secondo punto della lettera a) del comma 2 dell'art. 50 recita:
    2) verifica quante volte il quoziente elettorale regionale di attribuzione di cui al numero 1) è contenuto nei voti validi di ogni lista che ha raggiunto la soglia minima di cui al comma 1, lettera c), evidenziando i rispettivi resti e aggiungendo i seggi eventualmente non assegnati alle liste che hanno i maggiori resti;
    Tieni conto che la la soglia minima di cui al comma 1, lettera c) è il quorum "b", ossia i due seggi.

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  6. La nuova legge elettorale regionale è chiaramente un... Porcellum alla valdostana, creata ad arte dall'Union Valdotaine e dai suoi vassalli, col dichiarato scopo di arrampicarsi sugli specchi di un'improbabile vittoria, il 25 maggio (attenzione allo scherzetto subìto due anni fa da Calderoli e da chi aveva avallato, a livello nazionale, la sua "porcata"!) In ogni caso, anche il 13 aprile, ne vedremo delle belle...

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  7. Scusate se apro una parentesi di tutt'altro genere ma ieri sera, il TG3 regionale ha detto che la Procuratrice della Repubblica di Aosta, Maria Del Sàvio Bonaudo, in sede processuale a Milano, ha chiesto che Anna Maria Franzoni le paghi 85mila Euro per averla diffamata in televisione (ovviamente, in campo nazionale). L'anno scorso, sempre al Tribunale di Milano, la Bonaudo aveva chiesto ed ottenuto che il sottoscritto la risarcisse di 10mila Euro per avere riportato, su un mensile valdostano, un'intervista rilasciatami da una persona residente a Morgex, rivelatasi essere un cialtrone.
    L'incongruenza è palese!
    Ho già avuto modo di sottolineare, infatti, come, durante il processo amio carico, NESSUNO abbia chiesto a questo fantomatico "Escobar", di assumersi la responsabilità di quanto mi aveva dichiarato, nell'aprile 2004, su "Reporter"!
    E' evidente l'intento persecutorio di qualcuno, in Valle d'Aosta, che riesce ad esercitare indebite pressioni sugli organi dello Stato, al fine di mettere a tacere le voci scomode.

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  8. P.S: Ho già anche avuto modo di dire che la d.ssa Bonaudo potrebbe avere subìto intimidazioni e minacce, al fine di accanirsi contro di mé.

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  9. Evidentemente la signora Bonaudo, forse perché donna, è molto sucettibile alle diffamazioni (sue in particolare e anche quelle verso Caveri: vicende recenti). Anch'io ho avuto una piccolissima esperienza. Il mio diretto superiore (direttore della direzione di urbanistica), un mese prima che, disgustato, scappassi, costretto, in pensione sbattendo la porta, quando avevo già da alcuni mesi comunicato la mia decisione, in una lettera ufficiale indirizzata ai superiori (Assessore e coordinatore), ha accusato il sottoscritto e un mio collega (demansionato anche lui) di essere "latitanti" sul luogo di lavoro. In quel momento vi erano altre due persone almeno (sesso femminile) che erano "latitanti" per motivi familiari, ma non venivano citate (giustamente). Né io né il mio collega avevamo assenze ingiustificate, in quanto dirigenti non avevamo obblighi specifici di orario ma solo risultati da perseguire (il sottoscritto timbrava comunque regolarmente pur non essendone obbligato), il giudizio negativo espresso dal dirigente poteva inoltre pesare sul giudizio relativo al sottoscritto e quello del collega (aveva una traduzione economica nel premio di risultato). In un primo momento mi hanno chiesto gentilmente di ritirare la querela (il paese è piccolo, ci conosciamo tutti, ecc.), poi hanno frapposto mille cavilli burocratici e formali (la giustizia "formale", se vuole, può bloccare quasi qualsiasi cosa in questo paese), infine hanno archiviato il tutto per colpa di quelle virgolette (non sono nemmeno riuscito a far andare in aula il procedimento). La mia intenzione non era in primo luogo quella di "monetizzare" una frase, ma quella di ottenere un dovuto risarcimento morale. Conclusione (in relazione a questa ed altre esperienze): diffamatemi pure finché volete, non farò perdere neanche cinque minuti alla Magistratura (che non gode più della mia fiducia, figuriamoci gli altri organi istituzionali).

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  10. Mio caro Bruno Courthoud, nel 1992, l'allora Presidente-Prefetto (se non ricordo male, doveva essere un "raffinato" veterinario di Brusson...) riuscì a convincere i Carabinieri a non accettare una mia querela contro terzi, poiché voleva vendicarsi della mia lingua tagliente: se questo non è un abuso di potere "alla fonduta con fontina" (anche considerando i metodi rozzi e ridicoli che vennero usati in quella vicenda)...
    In ogni caso, il "sistema Valle d'Aosta" crollerà soltanto quando verrà archiviata la Seconda Repubblica fondata sulla tesissima contrapposizione D'Alema/Berlusconi. Siccome entrambi, nelle rispettive esperienze di Governo (Prodi non conta un cazzo!) sono riusciti a mettersi contro i Poteri Forti, non è detto che il Paese non vada incontro a qualche sorpresa (e, con Esso, anche questa provincia delle "banane valdostane").

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  11. minacce di morte:
    feci un dettagliatissimo resoconto dei fatti e relative personali supposizioni ai Carabinieri.
    Venni successivamente convocato ed il maresciallo dei Carabinieri mi fece un chiaro discorso a quattr'occhi per convinvermi a ritirare il tutto: avrei potuto essere accusato di "calunnia"! Solo dopo seppi che il giorno precedente il medesimo maresciallo aveva avuto un colloquio praticamente con i "diretti interessati" (un sindaco UV e il suo segretario comunale)! E i Carabinieri ci chiedono di collaborare!
    Demansionamento: due anni sono stati espressamente riconosciuti in sentenza, nonostante questo il ricorso è stato respinto; successivamente il giudice disse (altro processo di demansionamento iniziato da un mio collega e liquidato in 4+4=8 senza nemmeno convocare testimoni) di "aver preso posizione" in occasione del mio ricorso. A quanto mi risulta i giudici devono giudicare e non prendere delle posizioni. Ad aprile l'appello (inutile) a Torino.
    p.s. se il mio ricorso o quello del mio collega fossero stati accolti, avrebbero aperto una falla nell'applicazione (contra legem) della legge 45/95 (assegnazione di incarichi quali i collaboratori che nella legge non sono previsti, con buona pace del ragioniere Walter Lillaz nonché campione di bocce, cui presto verranno assegnate le sorti del casinò per i meriti acquisiti e la professionalità).

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  12. Mio caro Bruno Courthoud, i Carabinieri sono responsabili del proprio operato, anche davanti al Prefetto che, in Valle d'Aosta, coincide con il Presidente della Giunta Regionale (su imposizione dei francesi, in sede di Trattato di Pace). Siccome questa carica è quasi sempre corrisposta (salvo rare eccezioni) con un politico dell'Union Valdotaine, possiamo trarne le dovute conclusioni.

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  13. In ogni caso la vicenda m'è apparsa subito molto strana: i Carabinieri che cercano di "insabbiare" il tutto, e ci sono riusciti, avevano per le mani uno dei "colpevoli" (bontà mia, non loro), hanno dovuto interrogarlo,... lasciamo perdere, c'è da ridere per non piangere. Qui tutti sanno chi sono, gli unici a non saperlo (?) sono i Carabinieri, e la Procura non ha mosso un dito in più.
    In ogni caso, al di là di questi fatti, francesi o non francesi, le cariche di Presidente della Giunta e Prefetto sono da separare (riforma dello Statuto).

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  14. sono da separare anche perché molte volte i funzionari regionali, meritevoli e competenti, non sanno bene se un procedimento deve essere seguito dal Presidente o dal Prefetto, con ovvie conseguenze.

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  15. Sacrosanto il principio di separare la carica di Presidente della Giunta da quella di Prefetto (che dev'essere nominato da Roma): l'ho anche scritto, l'autunno scorso, sul forum del Consiglio Regionale, relativo alla convenzione per il rinnovo dello Statuto (ed è tuttora visibile). In ogni caso, mi sembra che si possa parlare di una qualche "solidarietà" fra Regioni a Statuto Spaciale... nel senso che la Valle d'Aosta è uguale a Corleone e le vicende che Bruno Courthoud ed io abbiamo evidenziato, lo dimostrano pienamente (a proposito, chissà come se la passano gli altoatesini di lingua tedesca!)

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