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23 ottobre 2007

sentire tutte le campane

Trovate qui a fianco il sintetico testo integrale predisposto dal Comitato tecnico per l'ammodernamento dell'ospedale di viale Ginevra e contro l'ospedale nuovo.
Rappresenta una sintesi delle ragioni di chi ritiene che l'Ospedale debba restare dov'è oggi, ovviamente completandolo, ingrandendolo e concentrando in esso anche tutte le attività oggi svolte al Beauregard, per evitare gli inconvenienti causati dall'esistenza di due diversi presidi ospedalieri.
Cliccate per leggerlo.

9 commenti:

  1. Con singolare tempismo, è stato diramato il comunicato sottoriportato:


    12:54 SANTE: FINANCEMENT POUR TRAVAUX MODERNISATION HOPITAL AOSTE


    (ANSA) - AOSTE, 23 OCT - Pour les travaux de restructuration et de rénovation de l'hôpital d'Aoste de viale Ginevra, l'administration régionale pourra bénéficier d'un montant de 6 millions 191 mille 725 euros par le biais de l'accord complémentaire passé avec le Ministère de la Santé à propos du programme de restructuration et de mise aux normes des locaux.

    L'opération de modernisation, commencée dans les années '90, prévoit la réalisation d'une extension neuve en partie Est, soit sur l'actuel parking, se raccrochant aux bâtiments actuels par une passerelle. Les coûts de modernisation ont été jusque ici calculés en 100 milliard de lires. (ANSA)

    Non vorrei apparire come uno strenuo difensore della proposta di legge d'iniziativa popolare per la costruzione di un nuovo ed unico ospedale regionale, che verrà sottoposta a referendum il prossimo 18 novembre, tuttavia vorrei comunicare, a chi non ne fosse ancora informato, che nel progetto di ristrutturazione ed allargamento ad est sull'attuale piazzale è previsto un parcheggio multipiano interrato (e con la falda acquifera, come la mettiamo?), la collocazione del reparto di psichiatria al secondo piano sotterraneo (così i disabili mentali saranno veramente a loro agio... almeno non si possono gettare da un balcone...) e quello di pedagogia al primo sotto terra (anche in questo caso, i bambini potranno ammirare uno spettacolo adeguato... invece di alberi, verde e sole...)
    Riflettiamo, gente, riflettiamo...

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  2. Il progetto di ampliamento ad est significa la costruzione di un nuovo Ospedale in un area che fatica a contenerlo, collegato da passerelle e tunnel a quello vecchio, che rimarrà vecchio per sempre e che dovrà subire ogni 5-7 anni una completa ristrutturazione.
    Significa far subire ai malati anni e anni di cantieri a pochi metri dalle loro orecchie; significa chiudere per sempre l'accesso nord della Città con un muraglione; significa spendere, comunque, circa 100 milioni di euro per avere una scarpa e uno zoccolo.
    A Mestre l'Ospedale nuovo e decentrato è costato 160 milioni. A Bari un po' meno.
    A Chalons sur Saone con 130 milioni hanno fatto un Ospedale nuovo ed una quota consistente del costo è stata ottenuta vendendo a promotori immobiliari l'Ospedale vecchio.
    A volte basterebbe copiare.

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  3. L'ospedale deve essere nuovo .

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  4. Quante sciocchezze urbanistiche nel decalogo unionista pro vecchio ospedale ! Il punto 4 indica a sproposito lo studio di renzo piano per il ministero della sanità : tale studio consiglia sì nosocomi in città , ma si riferisce ad agglomerati di ampiezza rilevante , non certo a una cittadina come aosta che ha solo 34000 abitanti e , in più e di peggio ( urbanistico ), una forma allungata , est-ovest , che crea problemi di traffico strozzato insuperabili prevedendo un ospedale praticamente nel suo bel mezzo . Una città con centinaia di migliaia di abitanti e l'ospedale all'interno del suo reticolo urbano ha problemi ridotti perchè ridotta è la percentuale di territorio cittadino occupato : l'esatto contrario di quanto succederebbe in aosta . E c'è poi la perla dell'articolo 8 , che fa riferimento ai parcheggi sotterranei previsti , secondo l'ottica aberrante del discendere agli inferi per ospitare varie branche della medicina . Perla che identifica nei parcheggi il principale problema , laddove questo risiede innanzi tutto nella viabilità , localmente già oggi non più sotto controllo ( vedasi il parking ospedaliero il martedì mattina ! ) . Sciroppare lavori decennali ad aostani sani e malati sarebbe un attentato al diritto di quel vivere in pace che poi sarebbe negato da un traffico impazzito .

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  5. 100 milioni per comprare l'Hotel Billia SI!
    Altrettanti per un nuovo ospedale NO?

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  6. Comunque, le corbusier, il problema della scorribilità del traffico non è insuperabile.
    La forma di Aosta non rende irrisolvibile la questione, solo che a ogni realtà va data una soluzione adeguata.
    Una città che ha tutte le strade ortogonali non si può tappare nel centro e rendere rotonda.
    Bisogna riaprire il traffico lungo gli assi previsti dai costruttori di Augusta Praetoria, non c'è altra via.
    C.OLIV8

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  7. è sufficiente porsi obiettivi limitati ma realistici, lasciando perdere ogni altra bambana:

    1 - scorrevolezza
    2 - sicurezza
    tutto il resto è letteratura.

    Se per fare ciò fosse necessario resettare i settori viabilità e urbanistica di Aosta, tanto di guadagnato.

    Ripeto: il traffico è un problema idraulico, d Aosta è considerato ideologico. Con le ideologie non si risolvono i problemi tecnici.

    Le equazioni dei Barnoulli hanno trecento anni, e sono tuttora valide.

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  8. Quart e S. Christophe sono a maggioranza unionista come aosta ? Se sì , è ovvio che tali due comuni si dichiarino indisponibili a mutare il piano regolatore per prevedere l'ospedale nuovo su loro terreni : basta una telefonata da via dei partigiani per far partorire loro una posizione filo-uv . Anche in questo punto la mozione unionista riportata è andata a farfalle .

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  9. l'altro ieri Barnoulli era Bernoulli, ovviamente (la mia solita disgrafia).
    Per quanto concerne i piani regolatori, Saint-Christophe non ha aree sulle quali si possa ipotizzare un ospedale, stanti i vincoli aeroportuali.
    Per i terreni di Quart il problema è legato, più che a questioni urbanistiche, a vincoli di destinazione dei terreni stessi (c'è una sola area adatta), attualmente legata funzionalmente a quanto necessario per poter mantenere gli alpeggi, i quali necessitano di vincoli su aree agricole a valle di superficie proporzionale. Questi vincoli avrebbero portato alla destinazione urbanistica e non viceversa.

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