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11 maggio 2007

parliamone

Italia Oggi di ieri (inevitabile l'ossimoro) pubblica un'inchiesta sul costo della politica nelle regioni. E' un tema che nel dibattito pubblico i politici (anche i nostri, o se preferite, anche noi) cercano sempre di evitare, poiché ogni argomentazione rischia di essere fraintesa a favore del populismo più demagogico. Ne farò oggetto di un sondaggio su questo blog. Gianfranco Stella e Sergio Rizzo, autori del libro (La Casta) che ha ravvivato le braci sotto le ceneri, mi hanno preceduto. Cliccando sulle due immagini potrete leggere alcune cosette interessanti.Non per dire - rimanendo per ora chez-nous - che 138.000 euro/anno, essendo il più basso emolumento di tutte le regioni italiane, siano pochi, per carità. Va detto però che il netto percepito è la metà, una volta detratte imposte e contributo al fondo per il vitalizio dei consiglieri. Alla fine si tratta comunque di quasi 6.000 euro per 12 mensilità, pur sempre una bella cifra. Perché, però, non legare il giudizio anche alla responsabilità e le spese legate al ruolo, alla produttività di ciascuno, al minutaggio di presenza in aula e soprattutto in Commissione? Ecco un tema che, prima o poi, non sarebbe male affrontare senza falsi pudori. E poi, se l'indennità dei consiglieri valdostani è pari al 70% di quella dei parlamentari nazionali, com'è che nel Lazio e Calabria essa è addirittura il triplo? Percepiscono più dei parlamentari, in quelle regioni? Forse che un consigliere regionale valdostano percepisce il 70% di un parlamentare valdostano a Roma? Non è così, ovviamente, però la demagogia ha le sue regole e non accetta di prendere in esame tutti i dati dati del problema, bensì solo quelli utili alla propria tesi. Ma, c'est clair, la differenza tra le indennità del nostro Consiglio e una pensione minima è tale da generare il timore anche solo di parlarne. Non svegliare il can che dorme, lascialo svegliare solo all'opposizione, che così può fare bella figura a costo zero. Campo libero ai proclami di coloro che, in Commissione, si lamentano perché non è stato ancora applicato l'ultimo adeguamento per legge del 5% (posteriore all'autoriduzione praticata del 10%), salvo poi urlare in aula che i consiglieri guadagnano troppo, e che è una vergogna. Appunto.
Per ora leggiamoci il libro di Stella e Rizzo. Magari ci troviamo altre cosette interessanti. Poi, parliamone.

5 commenti:

  1. Come in tutte le attività l'indennità dovrebbe essere proporzionale a cosa si dà.
    purtroppo per i consiglieri regionali, ed anche per altre cariche istituzionali (vedi sindaci e assessori dei comuni) l'indennità è troppo elevata. Quando nel far politica la maggioranza delle persone quadagna di più di quanto guadagnava precedentemente si verifica il fenomeno dell'assalto all'ultimo coltello alle sedie disponibili.
    Basterebbe che l'indennità fosse al massimo il doppio di quanto l'eletto quadagnava precedentemente avendo come tetto i massimali attuali.
    Ci sarebbe sicuramente meno assalto alle sedie e persone più motivate a lavorare per la collettività.

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  2. Perché il doppio? Semplicemente basterebbe dar agli eletti lo stesso stipendio che prendevano al lavoro. E i giorni in cui non c'è consiglio vadano a lavorare. Inoltre dovrebbero essere soggetti a un rigoroso controllo da parte degli elettori e immediatamente revocabili. Lo stesso per la Giunta. Caio Giulio Cesare (imperatore)

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  3. l'impegno è certamente più elevato delle 8 ore al giorno. il doppio mi sembra un buon compromesso per non avere la corsa ai soldi

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  4. Com'è che con lo stipendio più basso i nostri consiglieri riescono a pesare sul bilancio regionale in modo decisamente maggiore che nelle altre regioni? Esempio: la Sicilia è 40 volte più popolata della Valle d'Aosta, e i suoi "onorevoli" sono notoriamente strapagati. Ciononstante, il costo complessivo del suo "parlamento" è meno di 10 volte quello della regione Valle d'Aosta. Ci può spiegare questa curiosità?

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  5. siamo solo 122.000, lo vedremo nel prossimo post sull'argomento

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