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23 febbraio 2007

Il diavolo veste Prodi

Giunti al termine delle consultazioni del presidente Napolitano, l'unica cosa certa è la conferma del vecchio adagio: in Italia una crisi si sa come si apre, ma non si sa mai come andrà a finire. Certa parrebbe ormai solo la notizia che sono esaurite le scorte di Imodium in tutte le farmacie della sinistra radicale che, dicendola alla toscana, si sta cacando sotto. Sempre il fattore C, ma con ben diverso significato, anche se sempre in zona.
Disposti ad accettare tutto, pur di scongiurare la verifica della volontà degli elettori, per scoprire magari che il Paese non ha gradito. Pronti a inghiottire i dodici impegni programmatici sui quali non si discuterà più (sic!), pur di non rischiare che il Governo passi a chi ha (oggi) la maggioranza del consenso degli italiani. E' suggestivo che tra i dodici punti ci siano alcuni argomentini pepati (non ultimi pensioni, Tav, Afghanistan...) sui quali, passata la paura e ridata la fiducia al parroco di Palazzo Chigi, i ribelli, in linea con la nota sindrome da tunnel, non potranno non rialzare il capo. E buttarlo giù dalla finestra.
Soprattutto dopo aver dovuto rinunciare ai Dico, vezzoso quanto pudico nomignolo dei Pacs, sui quali è calata la mannaia della Pax, ma non quella dei paxcifisti...
Su tutto incombe però la condizione, pretesa dall'inquilino del Colle, che ci siano i numeri al Senato, e che facciano almeno 162.
Pierferdi ha compreso in extremis che da due anni ormai viaggiava con il navigatore satellitare taroccato e ha fatto marcia indietro. Ora è per il governissimo istituzionale, guidato da un premier autorevole che sappia interpretare le esigenze e i desideri di entrambi i versanti. Non essendosi dichiarato disponibile Tiresia, rimane solo Vladimir Luxuria, l'unico al quale siano aperte le porte di entrambi i servizi deviati.
In violenta crisi di astinenza da maggioranza, Follettini sarebbe disponibile a tutto, ma un tormento lo assilla: presentarsi all'incasso oggi sarebbe un buon investimento o porrebbe le basi della rovina di domani?
Nel frattempo il centrosinistra non molla. Pencola tra non è successo niente e non ci hanno compresi. Tra non è passato il messaggio e la gente non ha capito l'alleanza. Tradotti nella lingua di Voltaire, concetti che l'11 aprile abbiamo sentito anche qui in Valle. L'importante è che, se alla fine le cose non gli andranno bene, Prodi non rivendichi la presidenza della CVA.
Il centrosinistra dunque non molla, Prodi über alles, ma non vuole essere mollato dalla sinistra estrema, allergica ad innesti di ulteriori ceppi ex-diccì. E' stato perciò modificato il calendario venatorio e si è aperta alla caccia al singolo senatore. Cannocchiale, superamento delle paline, esemplari giovani, femmine gravide, tutto permesso. Catturata, la preda fa richieste sottobanco? Parliamone.
Per la prima volta Napolitano ha effettuato consultazioni allargate con tutti i partiti. Salvo Renouveau. Convocando lui solo, e non anche il suo segretario politico, il Presidente ha commesso uno sgarbo nei confronti di Carlo Perrin e della Valle tutta. Un bieco attentato all'autonomia.
Per protestare contro l'atteggiamento del capo dello Stato, unica tra tutti i partiti, la Stella Alpina non ha ancora sciolto la riserva. Chiede che, prima di rimandare il governo alle camere, sia portata a termine la verifica di maggioranza in Regione. In ogni caso sarà in grado di definire la propria posizione solo dopo che la Fédération avrà rinunciato all'ostruzionismo al Comune di Aosta (la Roma della Alpi, appunto) ammettendo che c'è stata la verifica che non c'è stata perché tanto era meglio che ci fosse per cui facciamo finta che si sia stata. A Roma, come in Valle, la situazione si sta evolvendo.
Napolitano si è ficcato in un bel ginepraio.

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