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25 agosto 2013

cena di una notte
di mezza estate

Manlio mi fa una bella sorpresa ogni estate.
Agli inizi di agosto squilla il telefono verso le cinque del pomeriggio: "Kalimero (o Sandrino, o altri eroi di quella volta là), in Italia per qualche giorno, stasera è a Torino, ti aspettiamo a cena alle otto, ma vieni quando vuoi".
Quasi un dono rituale.
Quest'anno era l'otto agosto. Kalimero in licenza dall'Australia, cena destrutturata, tributaria di adiacente banchetto non goliardico ma caciaroso assai, amici di sempre, chi c'è c'è. Circolo di Borgo Sabotino, per noi dell'atletica raggiungibilissimo, nei noti alentours del campo Ruffini.
Tra racconti e ricordi, critica del mauvais ton ormai imperante in goliardia, una punta di bonaria invidia per Cecilia e Kalimero e il coraggio della scelta di stare lontani da Letta, Berlusconi, Monti e Grillo. Noi poveri umani non ce la facciamo, troppo masochisti.
Piccolo scadimento di tono quando il discorso scivola sulla grande truffa dei gestori telefonici, ognuno con il suo contratto, ognuno diverso. Qualcuno dovrà pur, prima o poi, scrivere qualche canzone che concili goliardia e internet, per il mondo là fuori, fatto ormai di clerici virtuali.
Al momento del commiato, un inevitabile "e undes ure...", sublime dissonante armonia di stonature che vengono da lontano. Un abbraccio e via.
Au prochain été.










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