PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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12 gennaio 2012

capisci a me...
(come ti erudisco il pupo)

Sentita l'altra mattina alla radio da uno scrittore siciliano che, parlando del suo ultimo libro, raccontava un illuminante episodio di "capisci a me".
Dunque a Palermo, il nostro, da giovane, vede un posteggio libero e ci infila la sua auto. Non fa a tempo a scendere che sente picchiettare sul vetro, abbassa il finestrino e un tale gli dice: "Guardi che questo posto è occupato".
"A me invece sembra libero, risponde, né vedo alcun divieto, lascio la macchina qui", e scende dall'auto per recarsi in un ufficio vicino dove lo attende una pratica da sbrigare.
Torna dopo un po' e, mentre si avvicina all'auto, un SUV nero gli attraversa la strada e va a urtare la sua macchina di taglio, sfondandogli la fiancata. Scende un signore distinto: "mi scusi, mi scusi tanto, non avevo visto la sua auto, mi spiace davvero. Sa, parcheggio sempre qui. Comunque sistemiamo subito le questioni assicurative, è chiaro, il torto è solo mio, le firmo subito la dichiarazione. Anzi, dato che non c'è molto traffico, andiamo all'angolo a prenderci un caffé, è il minimo che posso fare, poi sistemiamo tutto".
Vanno al bar, il signore distinto offre il caffè ma, quando tornano all'auto, il SUV è scomparso.
"E la sua macchina?" chiede il nostro.
"Quale macchina?" risponde il distinto signore. "La sua, quella che mi ha urtato". "Non so di che cosa parli, io non ho visto alcuna macchina, è proprio sicuro? Io sono venuto qui a piedi".
Il nostro capisce l'antifona, sente le gambe molli: "Mi scusi, mi sono sbagliato, non so che cosa mi abbia preso...", ringrazia per il caffè, apre con difficoltà la portiera sfondata e se ne va. Porta l'auto dal suo carrozziere.
Quindici giorni dopo, quando la ritira e chiede il conto, il carrozziere gli dice: " Non mi deve nulla dottore, il conto è già stato saldato...".

Referendun, Cosentino, l'Italia è un'altra cosa, vallo a spiegare alla Merkel, Mario...

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