Sarebbe stato più sincero, Musatti, se avesse scritto "tecnica terapeutica" in luogo dell'indimostrato (e oggi molto discusso) "scienza". Ma l'aforisma ne avrebbe patito in scorrevolezza. Lo possiamo perdonare. Quello che mi diverte, però, è lo scivolone freudiano dell'ebreo Musatti nello scrivere la parola "italiani". Perché uno, nel leggere la massima, si chiede subito a quale (presunta) peculiarità degli italiani si riferisse il grande psicologo. La furbizia? Il pressapochismo? La capacità di far soldi con le chiacchiere? L'inaffidabilità? No. Per me l'ebreo Musatti ha freudianamente scritto "italiani" mentre pensava "cattolici". Nessuna istituzione come il clero cattolico ha saputo anticipare di secoli la psicanalisi, promettendo guarigioni spirituali, cacciando i demoni, ficcando sistematicamente il naso nell'intimità altrui attraverso la confessione, e riuscendo anche a farsi pagare profumatamente per tutte queste cose. Musatti, ebreo, ne era invidioso. Manlio
non so entrare nella testa di Musatti bene quanto te, ma, a naso, direi che intendeva proprio "italiani".
Non direi, infatti, "cattolici", i quali hanno brevettato il senso di colpa perpetuo, proprio il contrario della condizione dell'animo alla quale la psicoanalisi vorrebbe far approdare il "paziente".
Non so chi di voi abbia ragione, ma mi pare errato considerare che la psicanalisi abbia come scopo la "guarigione" del paziente - opposta al senso di colpa permanente di tipo cattolico. La psicanalisi ha l'obbiettivo di alleggerire il portafogli del malcapitato, come tutte le truffe, non di aiutarlo. Freud stesso (lui pure ebreo, come gran parte dei "grandi" psicanalisti) scriveva che la psicanalisi finisce quando il paziente non ha più soldi. E non si è mai visto un solo caso di terapia di successo di malattie mentali con la psicanalisi. Visto quindi che la psicanalisi non guarisce e arricchisce il praticante lasciando il "malato" peggio di prima, sarebbe più interessante capire se, più o meno volontariamente, Musatti si riferisse all'incredibile crisi in cui la demolizione degli idoli antichi, non rimpiazzati da nuovi, ha fatto precipitare l'Occidente e in particolare l'Europa cristiana. La caratteristica peculiare degli italiani infatti non è il cattolicesimo, ma, in realtà, di non credere a niente.
La farei più semplice. Mi sono limitato a riportare una simpatica (secondo me) battuta di Musatti. Come ogni ironica sintesi essa può avere diversi livelli di significato, senza che necessariamente uno di essi debba avere il predominio sugli altri. La mia risposta al primo anonimo (che attribuiva a "italiani" il significato di "cattolici") significava semplicemente che ritenevo off topic il suo commento.
Perdonate l'intrusione, ma vorrei inserire una citazione del 'mio' Flaiano (ah, il grande Flaiano!): "La psicanalisi, cara signora, è una pseudo-scienza inventata da un ebreo per convincere i protestanti a comportarsi come cattolici".
Caro Eddy, piuttosto che pensare ad un plagio propenderei per una intercettazione e 'rivisitazione' dell'aforisma di Musatti da parte del Flaiano. Quel "pseudo-scienza", quello spostare il gioco sul piano delle religioni (l'ebreo, il luterano e infine, guarda un po', il cattolico)... Beh, eccovi servito il "satiro solitario", il miglior moralista che io abbia mai conosciuto.
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Sarebbe stato più sincero, Musatti, se avesse scritto "tecnica terapeutica" in luogo dell'indimostrato (e oggi molto discusso) "scienza".
RispondiEliminaMa l'aforisma ne avrebbe patito in scorrevolezza. Lo possiamo perdonare.
Quello che mi diverte, però, è lo scivolone freudiano dell'ebreo Musatti nello scrivere la parola "italiani".
Perché uno, nel leggere la massima, si chiede subito a quale (presunta) peculiarità degli italiani si riferisse il grande psicologo. La furbizia? Il pressapochismo? La capacità di far soldi con le chiacchiere? L'inaffidabilità?
No. Per me l'ebreo Musatti ha freudianamente scritto "italiani" mentre pensava "cattolici".
Nessuna istituzione come il clero cattolico ha saputo anticipare di secoli la psicanalisi, promettendo guarigioni spirituali, cacciando i demoni, ficcando sistematicamente il naso nell'intimità altrui attraverso la confessione, e riuscendo anche a farsi pagare profumatamente per tutte queste cose.
Musatti, ebreo, ne era invidioso.
Manlio
non so entrare nella testa di Musatti bene quanto te, ma, a naso, direi che intendeva proprio "italiani".
RispondiEliminaNon direi, infatti, "cattolici", i quali hanno brevettato il senso di colpa perpetuo, proprio il contrario della condizione dell'animo alla quale la psicoanalisi vorrebbe far approdare il "paziente".
Non so chi di voi abbia ragione, ma mi pare errato considerare che la psicanalisi abbia come scopo la "guarigione" del paziente - opposta al senso di colpa permanente di tipo cattolico. La psicanalisi ha l'obbiettivo di alleggerire il portafogli del malcapitato, come tutte le truffe, non di aiutarlo. Freud stesso (lui pure ebreo, come gran parte dei "grandi" psicanalisti) scriveva che la psicanalisi finisce quando il paziente non ha più soldi. E non si è mai visto un solo caso di terapia di successo di malattie mentali con la psicanalisi. Visto quindi che la psicanalisi non guarisce e arricchisce il praticante lasciando il "malato" peggio di prima, sarebbe più interessante capire se, più o meno volontariamente, Musatti si riferisse all'incredibile crisi in cui la demolizione degli idoli antichi, non rimpiazzati da nuovi, ha fatto precipitare l'Occidente e in particolare l'Europa cristiana. La caratteristica peculiare degli italiani infatti non è il cattolicesimo, ma, in realtà, di non credere a niente.
RispondiEliminaLa farei più semplice. Mi sono limitato a riportare una simpatica (secondo me) battuta di Musatti. Come ogni ironica sintesi essa può avere diversi livelli di significato, senza che necessariamente uno di essi debba avere il predominio sugli altri.
RispondiEliminaLa mia risposta al primo anonimo (che attribuiva a "italiani" il significato di "cattolici") significava semplicemente che ritenevo off topic il suo commento.
Perdonate l'intrusione, ma vorrei inserire una citazione del 'mio' Flaiano (ah, il grande Flaiano!): "La psicanalisi, cara signora, è una pseudo-scienza inventata da un ebreo per convincere i protestanti a comportarsi come cattolici".
RispondiEliminaun saluto a tutti
Mario da Pescara
resta solo da capire chi ha copiato chi...
RispondiEliminaCaro Eddy, piuttosto che pensare ad un plagio propenderei per una intercettazione e 'rivisitazione' dell'aforisma di Musatti da parte del Flaiano. Quel "pseudo-scienza", quello spostare il gioco sul piano delle religioni (l'ebreo, il luterano e infine, guarda un po', il cattolico)... Beh, eccovi servito il "satiro solitario", il miglior moralista che io abbia mai conosciuto.
RispondiEliminaun abbraccio
mario
di Flaiano ne preferisco altre. Tante. Fulminanti. Bellissime.
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