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16 novembre 2007

quorum: croce e mestizia, mestizia al cuor...

Qual'è il perverso effetto del quorum, anomalia tutta italiana, altrove inesistente?
Certamente l'asimmetria che esso introduce tra favorevoli e contrari, dando a questi ultimi il vantaggio numerico (doppio in questo caso, siamo in un sistema dove più uno vale più due) di tutti coloro che non sarebbero comunque andati a votare fisiologicamente, per disinteresse, per malattia, perché in viaggio ecc.
Il quorum è ingiusto perchè non mette le due parti in gioco su un piano di parità.
Il quorum viola la par condicio.

C'è però un aspetto ancora peggiore, reso ancora più evidente in questi giorni: il quorum uccide la politica. Sposta il dibattito politico dai temi oggetto di referendum al tormentone voto-non voto, impedendo di fatto la discussione sul merito dei problemi. Ormai il tema è: chi va a votare, comunque voti, è contro l'UV. Vuole uccidere l'UV, è un nemico dell'automonia, del federalismo, del regionalismo ecc.
Stella Alpina, Fédération e UV non hanno dovuto spiegare, proposta per proposta, perché secondo loro si dovrebbe votare contro, o l'hanno fatto poco, e comunque in modo tra loro scoordinato e spesso con argomentazioni contraddittorie. E bastata la buona vecchia, nota criminalizzazione dell'avversario per sviare l'attenzione dai problemi reali.

Per questo il tiro del dibattito vero si è dappertutto concentrato soprattutto sull'ospedale, tema non politico, o comunque non legato al modo di governare questa regione, che consente a tutti di dire la loro, di non rivelare la propria posizione politica, di non esporsi, di evitare temute ritorsioni.
Era già accaduto in altri referendum, e si evidenzia oggi in modo drammatico: il quorum uccide il dibattito politico, nei comizi permette di svicolare, quando on addirittura d'ingannare, trasformando gli amici della democrazia in nemici dell'autonomia.

Perciò la prima riforma che serve è abolire il quorum.
Portare la raccolta delle firme necessarie a un livello che garantisca ancora meglio l'interesse generale dei quesiti e delle proposte, magari anche a otto o diecimila firme, ma basta quorum.
Ecco un tema serio per il prossimo referendum: abolire il quorum.

25 commenti:

  1. Pregherei eddy ottoz di rispondere al quesito da me posto nella precedente discussione alle 9.16 di oggi . Non vorrei che , passata la discussione , gabbata la domanda ...

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  2. Per J. cuccurullo e per tutti coloro che non riescono a prender sonno se Eddy non dichiara cosa farà da grande:
    vi prego basta! Non sviate anche voi il dibattito dai contenuti!

    L'argomentazione di Eddy a favore dell'abolizione del quorum mi trova totalmente concorde; tra l'altro porterebbe benefici anche nel modificare la superficialità con cui il Consiglio regionale esamina le proposte di iniziativa popolare e responsabilizzerebbe tutte le forze politiche a fare leggi più vicine al sentimento popolare.

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  3. Io sono d'accordo con Ottoz.
    Il quorum è un'arma formidabile nelle mani di coloro che sono contrari ai quesiti.
    In più è anche un disincentivo alla serietà in politica, perché i contrari troveranno sempre più facile lanciare appelli all'astensione che combattere nel merito.
    Ancora ieri mio padre, mia moglie e la mia collega d'ufficio mi hanno chiesto quali sono le domande su cui si vota.
    La gente sa poco perché l'invito alla diserzione fa passare sotto tono il dibattito sui contenuti.
    Sarebbe meglio far tribulare un po' di più chi vuole proporre un quesito, imponendo un numero di firme qualificante, e poi lasciare che la maggioranza dei votanti decida.
    Comunque ribadisco quanto detto nella discussione precedente, qui l'importante è dare uno schiaffo al sistema di potere unionista.
    Orso Marsicano

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  4. Questo referendum, che probabilmente non otterrà il quorum (sarebbe un miracolo!), ha di fatto ucciso in ogni caso l'istituto referendario appena partorito ed ancora in fasce.
    Difatti:
    1) Le eventuali proposte referendarie "leggere" non si vede perché non possano trovare accoglimento da parte del Consiglio regionale, evitando il ricorso alle urne
    2) Le eventuali proposte referendarie "pesanti" (come alcune di quelle della tornata per cui siamo chiamati alle urne) non verranno mai fatte proprie da alcun Consiglio regionale
    3) Lo scopo del referendum propositivo non può, essenzialmente, che essere quello di "saggiare" la volontà popolare su proposte "pesanti", sulle quali gli organi rappresentativi hanno difficoltà politiche a pronunciarsi e di fatto non si sono espressi;
    4) La maggioranza "al potere" avrà quindi sempre e in ogni caso interesse a ricorrere al "non voto", furbizia poco democratica molto praticata in questo paese di furbi.
    5) Nessun vero referendum raggiungerà mai il quorum (nel caso specifico lasciamo perdere i quesiti "leggeri" tipo quote rosa e ospedale).
    Ergo:
    1) aboliamo il quorum
    2) aboliamo il referendum propositivo
    p.s. a livello nazionale si stanno raccogliendo firme per l'abolizione del quorum per il referendum abrogativo (per dare la propria adesione consultare in proposito il sito indicato in uno degli ultimi post presso il Bolscevico stanco. Sullo stesso sito potete trovare considerazioni legali serie e giurisprudenza (dott. Cordone) in merito a legittimità del non voto, legittimità di propaganda del non voto su spazi pubblici, legittimità (molto dubbia) di propaganda del non voto in spazi televisivi (tribune referendarie). In ogni caso la Suprema Corte, disattendendo i calcoli e le argomentazioni di Joseph Rivolin, ha già dichiarato in più di un'occasione che il non voto (astensione) non è assolutamente assimilabile ad un NO (il fronte del non voto non potrà assolutamente cantar vittoria). Qualora il referendum dovesse fallire per mancanza di quorum, le argomentazioni per un ricorso in sede appropriata risultano numerose e niente affatto scontate. E che dire di un Prefetto che venendo meno ai suoi doveri politico istituzionali incita al non voto?
    Comunque, con il quorum, un altro referendum propositivo serio è im proponibile (il referendum è stato ucciso).

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  5. ....io sono fiducioso...il malcontento in giro è diffuso..mai coemquesta volta senti parlare di referendum,in ospedale, in coda alle poste, al bar..e tanti sono quelli che manifestano la prpria volontà di votare..

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  6. Stupendo !!!
    Andate a vedere “Le Peuple Valdotain”

    http://www.lepeuplevaldotain.com
    (cliccare su index e aprire il pdf)

    sull’ultimo numero (in cui le pagine inutili sono sempre in francese) le pagine da 3 a 6 che invitano all’astensione sono TUTTE IN ITALIANO e non c’è neanche la traduzione a fianco.

    In fondo poi il partito spiega anche che se proprio si vuole votare bisogna ricordarsi di chiedere solo le schede dei quesiti che interessano, onde non aiutare gli altri referendum a raggiungere il quorum.

    Pas de francais pas de vote.

    Orso marsicano

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  7. l'UV, giorno dopo giorno, sta pian piano scoprendo il suo vero volto e gettando la maschera (è forse une delle peggiori e più ipocrite "leghe di fatto" (definizione, se non sbaglio di Michele Ainis, su La Stampa) esistenti in Italia). Valdostani che fino a ieri avete avuto fiducia nell'Union, mi fa piacere che pian piano ve ne rendiate conto. Meglio tardi che mai. Diciamolo sinceramente: l'UV ormai non rappresenta più i valdostani, e tanto meno i valdostani autoctoni, i quali, se in buona fede, non possono che sentirsi traditi e presi in giro, da questo clan di "cosa nostra" (= maitres chez nous).

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  8. tutti invitati a mangiare castagne e a riscaldare i cuori davanti a un fuocherello alle 18.00 in piazza chanoux.
    Come detto da Eddy i sondaggi (fonte UV) danno il voto al 40% con indecisi al 17%.

    Un piccolo sforzo di tutti... e magari si compie il miracolo....

    Caldarrosta VDA

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  9. dear john,
    sono uscito dal gruppo dell'UV (nel quale già ero iscritto come indipendente) per ragioni squisitamente politiche, ma senza l'astio da amante tradito o il gusto del sangue che in molti percepisco.
    Ragioni politiche, ripeto.
    Si è perciò attivato per me, come da regolamento, il "gruppo misto". Essendone unico componente non percepisco alcun contributo per il funzionamento del gruppo. Lo trovo assai giusto come misura per scoraggiare la frammentazione dei gruppi in Consiglio.
    E' comunque difficile agire in un monogruppo per la semplice ragione che nelle commissioni non è possibile farsi rimpiazzare in caso d'impedimento. Se sono assente, oltre alla giusta decurtazione di 240 euro dall'emolumento mensile, si verificano gravi problemi di equilibrio (manca la maggioranza).
    Ho perciò dovuto disertare, negli ultimi mesi, tre riunioni della Giunta Nazionale del Coni a Roma, con mio gran dispiacere, poiché si tratta di un organo nel quale riesco a dare un buon contributo e mi sento meno inutile.
    La mia condizione attuale mi rende simpatico a tutti (un po' meno all'UV, naturalmente), ma so benissimo che, nel momento in cui comunicherò mie più precise intenzioni, mi pioverà merda addosso da quasi tutte le parti.
    E' uno dei fardelli della politica.
    L'importante per me è poter continuare a pensare con la mia testa.
    Ti farò sapere.

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  10. Secondo me, per evitare che ci si approfitti degli astensionisti fisiologici, sarebbe sufficiente un quorum basso, direi sull'ordine del 30-35%. In questo modo, chi vuole votare NO, non ha l'appoggio di chi non vota per altri impegni, disinteresse o disinformazione. Mantenendo comunque la necessità di raccogliere un numero di voti significativo perché sia approvata una proposta di legge popolare. Sono invece contrario ad OGNI quorum per quanto riguarda i referendum abrogativi e/o consultivi

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  11. Io, invece, sono favorevole ad un quorum del 50% che serva a valorizzare l'essenza stessa di ogni quesito referendario (propositivo od abrogativo che sia): la mancanza di un quorum, infatti, potrebbe dare vita alla situazione "antidemocratica" per cui, una minoranza di elettori, potrebbe dare vita ad un risultato determinante per la politica (e quindi, per la maggioranza dei cittadini).

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  12. Chiedendo scusa per le ripetizioni nel mio post sopra pubblicato, ricordiamoci sempre che "astensione" fa rima con "astinenza"... sessuale, mentre tutti noi, a letto, siamo abituati a dire: SI', SI', SI', SI', SI'! (venìo!)
    Votare è come chiavare, perciò, dopodomani, VIENI al seggio!

    P.S: con la tessera elettorale.

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  13. Trascrivo qui una lettera che ho trasmesso ieri, ore 14.59, via posta elettronica, a La Stampa - la posta dei lettori - e che con ogni probabilità non verrà pubblicata (l'edizione di oggi dice infatti "La Stampa chiude, con oggi, lo spazio alle lettere sui referendum").

    "Una settimana fa è deceduto mio padre: 91 anni, nato a Rhemes-Saint-Georges, valdostano nel cuore e nell'animo, quinta elementare, 7 anni trascorsi tra servizio militare, guerra sul fronte francese, poi greco-albanese, ferito, ospedale militare, semiclandestinità dopo l'8 settembre, spola, a piedi, tra i partigiani di Aosta e i partigiani valdostani (e non) in Val d'Isère attraverso il colle di Rhemes, uno dei pochi ancora in vita del Battaglione alpini sciatori Monte Cervino: nulla di eccezionale, ovviamente, al suo posto probabilmente chiunque avrebbe fatto altrettanto. E' sempre andato a votare, anche ai più banali e stupidi referendum: chiedeva qualche delucidazione a me o a mia sorella quando si trattava di questioni quasi indecifrabili. Astensione o non voto? Non ne voleva neanche sentire parlare, chiunque la proponesse. La sua risposta era molto semplice: "Votare, bisogna andare a votare". Punto e basta. Ha votato l'ultima volta, accompagnato, nel 2006. Questa è una delle grandi ma semplici lezioni morali e civili che mi ha lasciato e ve la trasmetto, al di là e al di sopra di qualsiasi calcolo e di qualsiasi sofisma del politicante di turno."

    Se non verrà pubblicata, non mi interessano le ragioni. Non so però se continuerò a comprare e a leggere quotidianamente La Stampa, come facevo. Devo riflettere.

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  14. Egregio Bruno Courthoud, il sabato che precede le elezioni e i referendum, è sempre dedicato al "pausa di riflessione", che consente agli indecisi di farsi un'idea più precisa: è quindi proibito fare qualsiasi forma di propoaganda attraverso i media. Questa è la ragione per la quale La Stampa, domani, si asterrà dal pubblicare la sua lettera, ma non è detto, comunque, che essa non possa comparire martedì, a risultato già noto.

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  15. non mi pare di aver fatto alcuna propaganda. Ho solo ricordato il diritto dovere del cittadino di andare a votare, così come mi ha insegnato mio padre, che non era un "furbetto alla valdostana".

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  16. curioso che nell'ansa delle 17.17 parlando del referendum si parli prima del non voto e poi dei pro referedum...

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  17. Il giudizio complessivo sull'ansa-vda è ultranegativo per più ragioni , ma ogni lancio va visto a se stante per le variabili sovente presenti . 17.17 : ampio resoconto , con due critiche , quella che tu , anonimo , evidenzi , ma soprattutto il fatto che riporta un parere di cesal distruttivo quanto insensato . Ma c'è di peggio .

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  18. amara conclusione
    in un paese dove ricordare al cittadino l'esistenza di una scadenza elettorale e invitarlo ad andare a votare rischia di configurarsi come propaganda elettorale, c'è veramente da chiedersi se la democrazia e la libertà sono ancora di casa.

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  19. Bruno sei un buffone "Se non verrà pubblicata, non mi interessano le ragioni. Non so però se continuerò a comprare e a leggere quotidianamente La Stampa" che vita piena di rancore e tristezza la tua. Sono veramente dispiaciuto per te.

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  20. anonimo, non preoccuparti, i quotidiani non mancano, come gli anonimi.
    Son comunque contento di averti fatto divertire con le mie buffonate.
    Oggi ho parlato con diverse persone; alcune (non io), hanno richiamato esplicitamente il ventennio così, en passant...e senza essere minimamente sollecitate
    suppongo che tu debba essere aggiunto all'elenco degli "assassini" dell'istituto referendario(leggi più sopra).
    Rancore e tristezza: perché non potrò più leggere La Stampa?
    Comunque, passata questa bufera, spero di avere tempo e voglia per discutere delle analogie tra i due Partiti Unici (quello italiano del ventennio e quello della lega de chez nous). A risentirci.
    Mi raccomando, vai a votare (fallo anche se sei, come immagino, un mercenario al soldo del padrone: poverino).

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  21. Caro bruno , tu dovresti riscrivere la lettera , togliendo il riferimento a una settimana fa da sostituire con un " recentemente " , e collegarti in qualche modo all'esito referendario . Non puoi legare i tuoi rapporti con tale testata all'esito di un tuo scritto che è capitato temporalmente male .

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  22. Sei tu un servo caro Bruno, servo solo del tuo odio verso l'U.V., la gente valdostana ha seguito per 60 anni le Mouvement ed ora per certi errori commessi da taluni non puoi pensare che chi è unionista lo è perchè a servizio di qualcuno, le persone cambiano, il Mouvement resta e tu sarai ricordato solo come persona frustrata piena di rancori, che sputa nel piatto in cui ha mangiato in passato, spiace… io sono libero di pensare e criticare, tu no!

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  23. oggi lo stesso quotidiano riporta la lettera di un lettore la quale si pronuncia decisamente per il NO al nuovo ospedale. Ma ieri non era stato scritto, dallo stesso quotidiano, che lo spazio per le lettere sui referendum era stato chiuso? Si tratta o no di propaganda "fuori tempo massimo"? La Vallée, oggi, invece, a commento dell'articolo sui referendum di domani fotografa un unico manifesto le cui uniche parole leggibili sono: "Pas de sens, pas de vote". Propaganda legittima?

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  24. servi dei servi dei servi dei servi...beata illusione di essere ancora liberi di criticare e di pensare. Anonimo delle 13:07, apri gli occhi!!non sono solo certi errori commessi da taluni, è tutto il sistema che va a rotoli, tutti i settori in cui il mouvement ha messo mano...ma se a te va bene cosi...IO VOTO!!

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  25. per l'anonimo delle 13:07
    ti anticipo per sommi capi 60 anni di storia dell'UV, per certi versi e fino a un certo punto parallela a quella del PCI:
    Come il PCI, l'UV ha sempre fatto alleanze tattiche in vista della conquista del potere. Raggiunto il potere con la complicità dei DS, ex pci, ha occupato tutti i gangli dello "stato" appena conquistato (economia "pubblica", apparato burocratico, istruzione, ecc.). Occupato il potere, ovviamente non ha più intenzione di cederlo ad alcuno (non voto al referendum), costi quel che costi. Questa strategia di lungo termine è perfettamente coerente, oltreché con un'ideologia totalitaria, con lo statuto del mouvement, che consiglio all'anonimo di andare a rivedere, il quale, all'articolo 2 (lascio perdere l'articolo 1), si prefigge la conquista e l'indipendenza dello stato, da raggiungere "per via democratica". Per il momento mi limito a questo.
    Cosa c'entrano in tutto questo le mie vicende personali che continui a tirare fuori ogni volta che apri bocca?
    Dio è morto, Marx è morto, solo il mouvement resta, come dici tu?

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