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18 settembre 2008

per chi non l'avesse ricevuta da Parfait Jans


Lettre à mes compatriotes - n° 37





Chers Valdôtains,


L’âge, la santé, la prudence me contraignent au calme.
Un arrêt réfléchi et définitif!

La raison me contraint à réfréner
Les élans du cœur pour ma Vallée.
Je dois cesser de m’intéresser
À ses résultats et à ses petits péchés,
À ses peines, ses soucis et ses fêtes.
Ne plus me mettre martel en tête
Pour ferrailler contre celui-là et ses amis
Ou soutenir et accompagner ceux-ci.
Certes, la flamme jamais ne s’éteint
Mais, désormais, l’âge m’atteint.

J’arrête ma Lettre et mon bulletin
Désormais sans lendemain,
Sans rien perdre de mes émotions.
Je vais accorder plus d’attention
À mon épouse toujours aimante
Et à ma grande famille si avenante.
Je marcherai tant que mes jambes me porteront,
Je lirai tant que mes yeux le permettront,
J’écrirai tant que ma tête y consentira,
Je cisèlerai le bois si mes mains ne me trahissent pas.

Clin d’œil et mine de rien,
Je suis et demeure Valdôtain.

Parfait JANS

le 18 septembre 2008

23 commenti:

  1. Questo Parfait Jans ha sempre suscitato in me una certa curiosità. Lo si leggeva, ma era invisibile, per un momento pensavo non esistesse neppure fisicamente. Ultimamente si era palesemente schierato con Carlo Perrin, nel passato gli andava bene l' UV vulgaris. Su posizioni un po' arcaiche (w i salassi abbasso i romani), spesso si avventurava nei problemi della Vallée, senza conoscere le reti legislative che legano la nostra Regione allo Stato e soprattutto senza considerare che negli ultimi 2.100 anni la popolazione valdostana è sensibilmente cambiata (e aggiungerei meno male), seguendo il corso della storia. La mancata annessione postbellica alla Francia, tanto sostenuta dal Gén. de Gaulle, credo sia stata un bene per la VdA. Dubito che Parigi avrebbe approvato una legge costituzionale come quella del '48. Di sicuro Jans ama la Valle d'Aosta, a volte anche troppo, pero' in fondo è un bene trovare persone cosi' attaccate alla propia terra, soprattutto di fronte alla mondializzazione che ci vuole tutti cittadini di un mondo appiattito verso il basso, dei semplici numeri.

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  2. Effettivamente, si tratta di un messaggio nel quale, lo scrittore, sente vicina la fine. Mi tolga però, una curiosità, egregio Eddy Ottoz: lei, intrattiene rapporti con un personaggio, politicamente, così equivoco?!

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  3. equivoco è un tuo giudizio, direi ingeneroso se non addirittura offensivo.
    Non conosaco Parfait Jans personalmente, mi ha scritto una volta e il mio indirizzo, come ritengo quello di molti, è nella mailing list alla quale periodicamente, in questi ultimi anni, ha inviato la sua newsletter di commenti e proposte sulla politica valdostana.
    Ho idee diverse, ma mi fa piacere ascoltare anche la sua voce, che ha spesso suscitato interessanti riflessioni

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  4. Io Jans lo conosco abbastanza bene perchè ho scambiato con lui molte e-mail molto critiche perchè soffrendo di fobia sociale davo importanza al giudizio degli altri su di me anche come valdostano, e l'immagine ch'egli dà nel suo sito dei valdostani e quindi anche su di me non mi piaceva, corrispondeva allo stereotipo solito che dà luogo all'accusa voi fingete, voi raccontate palle, ad un'interpretazione semplicistica e piagnona della francofonia che prima c'era ed ora non c'è più, che dà luogo a frustrazioni e basta. Non mi piace neppure adesso quell'immagine lì che è rimasta invariata, ma ho conosciuto la persona attraverso quelle mail e condivido tutto sommato in parte la sua amarezza di fronte ad un certo menefreghismo che i valdostani mostrano verso il francese. La condivido perchè pur non pretendendo come lui che la gente utilizzi il francese in maniera innaturale, perchè ho un'altra concezione del particolarismo, trovo però che i valdostani abbiano escogitato anche la maniera di non usarlo passivamente quando potrebbero farlo benissimo: andate in biblioteca ed osservate un qualunque cartello. Regolarmente il cartello sarà del tipo USCITA-SORTIE, STORIA-HISTOIRE, mai viceversa SORTIE-USCITA, HISTOIRE-STORIA. Al Poliambulatorio di Donnas poi i cartelli in francese sono addirittura illeggibili, è francamente imbarazzante per la figura di palta che si fa verso gli stranieri, e che se non sanno i medici quali sono le combinazioni cromatiche migliori per gli occhi, più visibili e riposanti... E' un dettaglio, ma intanto banalmente si finisce sempre e solo a leggere la parte in italiano, anche se si sanno le due lingue. Ci sono un sacco di cartelli bilingue, ma che proprio perchè messi in questa maniera non vengono usati per ripassare passivamente il francese. Ma per Jans la "colpa" per cui non si usa il francese è sempre dello stato centrale romano. Ma io persino in Italia dove ci sono cartelli in italiano-inglese metterei sempre prima la scritta in inglese, almeno si ripassa l'inglese.
    Per Grisero: sì, il personaggio è equivoco nel senso che ha idee controverse, che ha idee completamente diverse dalle mie, ed è per questo che è interessante, stimolante e che lo conosco. Se avesse montato su un sito con le mie stesse idee, un complimento al sito e via, abbiamo le stesse idee, che abbiamo da dirci? E' con la gente equivoca, ossia che non la pensa come me che mi piace avere a che fare.
    Ho anche dei suoi libri con dedica a uahlim.

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  5. di Parfait Jans condivido un'unica constatazione: che l'UV non ha più niente a vedere con l'UV dello Statuto scritto a suo tempo e figlio del suo tempo: tanto vale che si sciolga, prima che imploda per fine carriera. Il fatto che prenda tanti voti non significa niente, a questo proposito.
    Anche Jans, per il resto, è figlio dei suoi tempi.

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  6. Mh, curioso di saperne di più, sono andato a cercarne notizie su Wikipedia. Se ne parla solo su Wiki Francia, con una delle pagine più scarne mai viste!

    Dove sarebbe questo "suo sito" del quale parlate?

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  7. @ Bruno: sono passati tanti anni, è vero, dalla scrittura dello statuto dell'UV. Il movimento ha vissuto cambiamenti né più né meno come la DC, il PCI, il PSI e compagnia cantante. Vorrei pero' fare un distinguo tra il moviemnto Union Valdôtaine e gli amministratori della Regione. Il nesso non è cosi' automatico, la gestione di un servizio assessorile non si discute né in seno al comité exécutif, né al conseil fédéral. Per qualcuno, su questo credo puoi convenire con me, l'UV è stato e sarà il mezzo per entrare al potere, ma poi la gestione più o meno oculata del potere si sgancia da avenue des Maquisards. E' vero, Perrin docet, che a volte il movimento è stato utilizzato come paravento per assumere decisioni politiche difficili, scomode e delicate. Ma resta pur sempre un organo democratico, organizzato, rappresentativo. Non esiste al mondo una forza politica immune da influenze dei suoi uomini più forti. La forza di questi uomini pero' è determinata dai simpatizzanti, dai militanti e dai semplici cittadini o montagnards, non è che se la inventano di sana pianta. Il destino che accompagna l'UV è un po' lo stesso dei paesi latini, la politica vive di momenti statici e dinamici, dopo vent'anni di calma piatta (per cosi' dire) ecco che spuntano VdA Vive e Renouveau, come in passato spunto' l'UVP, nacquero gli ADP ecc ecc. Tutti i mali del mondo non sono nell'UV, ha commesso degli errori, certo, chi sta al potere è in qualche modo obbligato ad agire, quindi anche a sbagliare, non conosco essere umano immune da errore o forse si', quello che per non sbagliare non fa' una mazza (ed è forse quello che sbaglia di piu'). Permettimi pero' di dire che se l'UV piange gli altri non ridono, basta osservare il panorama politico valdostano per rendersi conto che sono veramente poche le forze politiche che scoppiano di salute. Di più, c'è un atteggiamento che francamente faccio fatica ad accettare. Tu sai meglio di me quanti incarichi il Comune di Aosta ha elargito in passato ad un architetto che ora si trova consigliere di opposizione e sputa quotidianamente nel piatto dove ha mangiato fino a ieri. Questa voglia di ricucirsi l'imene mi spaventa, questo è il vero trasformismo politico. Oppure c'è il caso dei fratelli che fino a quando percepivano i soldini di regione e comune per gli spettacoli (e, credimi, ne hanno preso tanti) tutto andava bene, si sono anche alleati all'UV in più consultazioni elettorali e ti parlo di pochi anni fa, non di secoli. Poi, chiusi i rubinetti (premetto che non condivido la scelta che è stata fatta) tutto diventa merda e allora si parla di mafia. Oppure parliamo di chi ha fatto l'assessore, il presidente del consiglio e della regione nelle fila dell'UV e un bel giorno si sveglia e scopre che tutto fa' schifo, ma dov'era fino a ieri? Perchè non ha detto nulla quando sguazzava in quel verminaio che adesso critica? Questo per cercare un'analisi obiettiva, come sempre. Ciao da Sword.

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  8. Io invece di quello che scrive Parfait Jans condivido sopratutto questa frase: "Parmi les nombreux particularismes acquis notamment dans les domaines administratif, judiciaire et fiscal, la francophonie est certainement la plus caractéristique."

    che colloca appunto la francofonia tra i particolarismi di natura AMMINISTRATIVA e NON ETNICA.

    Si può poi discutere se abbia ancora senso conservare sta cosa, nel senso che il motivo storico di ordine pratico per cui fu introdotta è venuto meno ed era il seguente: "et ayant le peuple, et sujets dudit Pays averti et accoutumé de parler la dite langue plus aisèment que nulle autre"... nel senso che per amministrare un territorio serve una lingua e non bastano dei dialetti...

    Se per francofonia intendiamo però questa RAGIONE D'ESSERE, l'essere "accoutumé de parler la dite langue plus aisèment que nulle autre", una conoscenza in termini RELATIVI come la intendeva Chanoux e la intende Jans, allora la francofonia è morta e sepolta, e si può anche discutere se non sia meglio così in fondo un cittadino deve avere il diritto di essere informato sulla vita nazionale che lo riguarda senza doversi fare tradurre le cose da qualcuno dall'italiano al francese, se la si intende come una conoscenza in termini ASSOLUTI data dal sistema SCOLASTICO TRADIZIONALE, e questa la si paragona al passato, allora essa è VIVA E VEGETA: bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno.

    Ora l'UNION da un pezzo ha una concezione della conservazione della francofonia in termini ASSOLUTI, si parla di PLURILINGUISMO eccetera eccetera.

    Per Bruno: L'UV non sono i suoi statuti: "Le Congrès National est l'organe qui détient le pouvoir constituant du Mouvement: il peut MODIFIER les Statuts, établir les directives politiques générales et le programme du Mouvement. Il nomme le Président de l'Union Valdotaine."

    Come vedi è un movimento concepito a forte assetto variabile e molto più flessibile di quel che lo si ritiene generalmente.

    Ed è anche intellettualmente onesto riportare sul sito del'UV nella sezione HISTOIRE, LES RACINES, il pensiero di Chanoux Esprit de Victoire.
    Disonesto invece è citare senza contestualizzare.

    Si cambia, si impara, si discute, si studia, si approfondisce, ma è giusto RIEN CACHER, RIEN RENIER.

    Poi to', sull'articolo 1 si tratta solo di stabilire se il singolare del caractere ethnique et linguistique sia veramente singolare o meno o se sia un qualcosa di collettivo che nell'unità raggruppa delle diversità. Ma sono un po' i fatti a dirlo.

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  9. Condivido in pieno ciò che hai detto. E di altri esempi illuminati... ce ne sono tanti altri. Anche più in piccolo persone che si sono iscritte all'Uv per mera convenienza e l'anno successivo, finita la convenienza, hanno cambiato casacca. E all'interno della mia sezione sapessi quanti finti Unionisti sono passati...

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  10. Se l'architetto di cui parla PK è Davide Bionaz, il signor PK sarebbe pregato di indicare almeno un incarico elargitogli dal Comune di Aosta nel periodo 1994-2008.
    Se non ne trova neppure uno, allora dovrebbe chiedere scusa.

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  11. per philippe: non discuto assolutamente degli esempi concreti che mi porti, ognuno se li veda con la propria coscienza e non sarò certo io a giustificarli, anzi.
    Rollandin, nel messaggio che ha recentemente divulgato in occasione della festa della VDA (non si è ancora capito bene se è la festa di tutti i valdostani o dell'UV) ha fatto un richiamo forte alle radici: impossibile non vederci un richiamo alle radici autoctone. E quali sarebbero queste radici? Ce lo ricorda il sito dell'UV, dove è pubblicato, quasi come un manifesto, lo scritto: "Nos racines" di E. Chanoux e compagni. Letto storicamente può anche trovare una giustificazione e una chiave di lettura. Ma riproporlo oggi mi pare vergognoso. E' uno scritto in cui si parla ad es. di razze superiori (quella valdostana) e inferiori (quella italiana). Nell'immediato dopoguerra questo scritto, pubblicato, ebbe qualche problema con la giustizia. Oggi non si ha nemmeno il coraggio di toglierlo, per semplice pudore, da un sito politico ufficiale.
    C'è poi l'articolo 1 dello Statuto dell'Union, il quale fa un chiaro riferimento all'etnia valdostana.
    Razze, etnie, ossia residui del secolo breve con cui si sperava non avere più a che fare, a livello politico (altra cosa sul piano dell'analisi socioculturale, che nulla ha a che fare con l'analisi politica).
    p.s. personalmente detesto anche quella frase che campeggia in Consiglio regionale (in francese): "Ci sono dei popoli ...". Ma non abbiamo il senso del ridicolo?
    A livello nazionale il livello politico è asfittico per altri motivi (il secolo breve non è ancora morto perché si continua a parlare, in politica, di comunismo e fascismo, di anticomunismo e di antifascismo), a livello regionale è asfittico perché, oltre ai problemi di cui sopra, si parla ancora di razze e di etnie e via sciocchezzando).

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  12. "Nos racines" non è il titolo dello scritto di Chanoux, il titolo è "L'esprit de victoire", mentre c'è sopra un titolo esplicativo "Les racines de l'Union Valdotaine" piuttosto eloquente: leggete per credere: http://www.unionvaldotaine.org/uv/index.php/1/2/8-10/f8e/.html che contestualizza lo scritto. Va bene che sei incazzato con l'Union, Bruno, ma un po' di onestà intellettuale non guasterebbe.
    Comunque Bruno, ti rispondo volentieri alla domanda che vorresti RETORICA visto che io c'ero quando e dove si decise: la festa � di TUTTI i valdostani, CATTOLICI e NON CATTOLICI. Per i cattolici la festa ricorda principalmente S. GRATO, patrono della Valle d'Aosta, per i NON cattolici la festa ricorda la promulgazione dei decreti luogotenenziale CONTRO I QUALI per PROTESTA nacque all'epoca l'UNION VALDOTAINE DOPO tali decreti (che non nacquero per merito degli unionisti in quanto tali, quindi).
    ABBIAMO scelto questa data a suo tempo sul forum di Caveri proprio perchè volevamo una festa dei valdostani e non volevamo offuscare la festa religiosa contrapponendo ad essa un'altra data civile, e nel contempo non volevamo che nella ricorrenza religiosa i musulmani od i non credenti fossero esclusi, una maniera per tenere unita la comunit�. Nicco voleva invece una data legata a Chanoux e criticò questa scelta.
    Per me invece rimane valida la scelta legata alla creazione di un ente che è di tutti, e non alla morte di un uomo che per quanto morto per le sue idee aveva le sue idee che non erano necessariamente quelle di tutti.
    Pensa, far creare all'Union una festa che celebrasse la nascita di un ente Regione che in quella forma era fortemente criticata dall'union di allora. Eppure ce l'abbiamo fatta. Io all'epoca mi firmavo con il puntino.
    Alla pizzata, a voce, se ci sarai, ti potrò spiegare meglio il mio punto di vista su quella festa, cosa avrebbe dovuto essere e che non è.

    Vedi un resoconto qui:

    http://segnavia.wordpress.com/2008/09/13/vallee-daoste-nest-pas-le-tirol-du-sud/


    "Ma poi sono rimasto un po' deluso, perchè io avevo come un'idea una cosa un po' diversa, più soft e più spontanea da un lato, semplicemente un giorno di festa patronale allargata a tutta la Regione, ma confinata al 7 settembre, al patrono dall'altro, per dare più identità diamo il giorno libero e vediamo i valdostani che fanno in quel giorno: faranno balli come in Francia? Faranno carnevali? Faranno fuochi d'artificio? Andranno a giocare a bocce e carte? La vedevo più l'occasione di una giornata di riposo da passare nel paesello, per riallacciare i legami sociali in questi villaggi troppo spesso quartieri dormitorio di Aosta che per tornare ad Aosta ad ASSISTERE PASSIVAMENTE a degli spettacoli. Vediamo, la festa è loro. Ma non è andata così purtroppo. La vedevo più come il recupero della festa patronale che adesso non si può pi� fare nel paesino perchè la gente abita in una parrocchia ma lavora in un'altra. E come costo sociale per la Regione per questa festa pensavo: ma se tanto già gli uffici di Aosta sono chiusi, quelli periferici non possono neppure lavorare più di tanto, tanto vale chiudere tutto."

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  13. Mi pare che, ancora una volta, Bruno Courthoud abbia ragione; l'Union Valdotaine di oggi, infatti, ricorda sempre di più, la favoletta che ci raccontavano alle Elementari: quella della rana dalla bocca larga, che mangia a dismisura, fino a scoppiare. Da notare, inoltre, che a differenza dell'ex Democrazia Cristiana (a livello nazionale) l'U.V. non ha neppure quella finezza mentale, che le consentirebbe di gestire il potere, con un minimo di astuzia: nelle mani del veterinario di Brusson, infatti, il Leone Rampante, non può che fare una brutta fine!

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  14. In questi giorni, ho parlato con un tale venuto da fuori, che mi ha detto che, secondo lui, lo Statuto Speciale di cui gode la Valle d'Aosta, è anacronistico e che, esso, ha ridotto la Regione ad un ambiente "primitivo": si tratta di una sacrosanta verità che condivido in pieno!

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  15. Mais non Bruno, Guste voulait simplement rappeler à nous tous les Valdotains que les racines sont comme les culottes: CHACUN A LES SIENNES.
    Qu'est-ce que tu vas penser?

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  16. au fond Saint-Georges et Saint-Jacques changent de racines en changeant de langage.

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  17. et en changeant de culottes

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  18. ...bien évidemment, quoique nous ne saurions où placer Joie Toureau, sans oublier que deuz sont les Saint-Georges: celui de Rhêmes et celui de Morgex.

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  19. à rhemes nous avons aussi Saint-Jacques: il protège des avalanches l'hameau de Fraxiney; nous lui rendons hommage le 25 juillet (il est probablement arrivé ici de Joie Toureau, il a passè la nuit à Fraxiney, et le lendemain il est reparti pour Compostela en passant le col de rhemes ou le glacier de Goletta).

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  20. @ Martello: chiedo umilmente scusa per non avere ancora trovato l'incarico dato dal Comune di Aosta. Pero', in compenso, ti comunico che la Giunta regionale della Valle d'Aosta con deliberazioni N. 3944/1990, 8894/1990, 2237/1995, 4635/1997, 1392/1998, 2517/1999, 4483/1999, 589/2000, 1094/2000, 4410/2000, 2170/2001, 4115/2001 si è ampiamente occupata di questo architetto. Essendo il principale attore del recupero (magnifico e soprattutto celere) dell'Ex-Splendor e insistendo l'ex-cinema sul territorio del Comune di Aosta, mi sorge spontanea la domanda di chi lo abbia proposto per la progettazione, poi invece penso al nome dell'allora Assessore all'Istruzione e Cultura e la risposta arriva da sola! Mi procurero' anche la somma delle diverse liquidazioni a suo favore, cosi' finisco il quadretto...

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  21. Per quanto riguarda l'eterno (e mai ultimato!) teatro Splendor 2000, ho già scritto, la scorsa primavera, che la sua realizzazione dovrebbe essere subordinata alla funzionalità di Cinelandia: se, infatti, la multisala di Saint-Christophe, avrà superato il biennio di prova (e potrà, così, continuare a funzionare), non sarà più necessario, secondo mé, costruire il nuovo teatro poiché, la sua funzione, verrebbe svolta dal riammodernato Giacosa (unitamente al Palais di Saint-Vincent). Se, invece, Cinelandia dovesse chiudere anzitempo, il Giacosa tornerebbe a ricoprire, a tempo pieno, il ruolo di cinema e la costruzione del nuovo teatro avrebbe una sua ragion d'essere.

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  22. E lo lasci così com'è ora?

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