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10 luglio 2008

oggi si vola (alitalia mon amour)

quasi non vai a dormire, prima delle cinque in macchina, caffé con i camionisti a Chatillon (non trovo il circonflesso su questo eeePc), ore sei al quarto piano del parcheggio di Caselle. Il corridoio aereo (un tubo à la Beaubourg) è sprangato. In compenso l'ascensore per il piano partenze è fuori uso per guasto. Giù per le scale con valigia slogaspalla, ma nell'atrio, la scala mobile per salire alla sala freccia alata è ferma. Stavolta slogaspalla in salita, due rampe. Check-in senza problemi (almeno questo), strip-tease al controllo antierrorismo, agenti molto Rambo ma poco lord inglese. Di nuovo giù, ma la strada per il gate 1 è sbarrata, il personale dell'aeroporto non sa perché.
Passa il tempo, partiremo ormai in ritardo, arriva una coraggiosa hostess che sposta lo sbarramento, ci guida fino al gate, ma scopre tosto che il videoterminale per l'imbarco non si collega con il sistema. Cristona al telefono picchiando sulla tastiera: niente. Si decide: "Signori, inizio l'imbarco, ma sia ben chiaro che lo faccio a mano, v'imbarco al buio". Se Dio vuole a bordo c'è posto per tutti. Volo regolare (almeno questo), atterriamo a Fiumicino con 45 minuti di ritardo, sulla navetta per l'aerostazione trattieni la pipì. Giù dal bus a precipizio e presto lungo il lunghissimo corridoio, fino in fondo, là dove sono andati a ficcare le toilette. Entrando ti rilassi per essere riuscito a non fartela addosso ma trovi una ventina di persone che aspettano: quattro cessi, due guasti, due occupati, pisciatoi a muro inutilizzabili. Fido trolley al seguito, ti rifai disperato tutto il lungo corridoio fino alla scala mobile e poi su all'atrio partenze, dove in fondo a sinistra stanno gli altri cessi. Piombi all'interno, patta lampeggiante, lancetta di parecchio sotto lo zero, rapida occhiata ai pissoir a muro fuori servizio (a 'sto punto te l'aspettavi), ti fiondi nella prima toilette libera. La serratura non si chiude, la tazza non è immacolata, ma che importa? Ce l'hai fatta, Pura felicità.
Fuori ai taxi. Man mano che ci si allontana da Fiumicino verso il Coni, la vita torna normale.
Mi direte che a Caselle gestisce Sagat, a Roma Sea, che la colpa non è solo di Alitalia. Tutto vero, resta il fatto che è difficile volare in questo paese.

4 commenti:

  1. Musil, nell'Uomo senza qualità, ad un certo punto afferma che nella vita c'è una sola cosa che può essere definita urgente: soddisfare i propri bisogni fisiologici.

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  2. Egregio Eddy Ottoz, colgo la palla al balzo per chiederle che fine abbia fatto l'annoso problema Alitalia, dato che non se ne sente piu' parlare. L'idea, alquanto maliziosa, che mi sono fatto, e' che Berlusconi, tramite Putin, stia trattando con il suo successore (di Putin, appunto) per fare entrare, in Alitalia, la compagnia di bandiera russa ed evitare, cosi', il fallimento. Voi tutti, che ne pensate?

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  3. sintetizzo: alitalia mi pare un boccone avvelenato, dove, tra malpensa, sindacati e fughe in avanti elettorali, come berlusconi si muove lo impallinano. ieri sera a roma, al golden gala di atletica, avrete notato sui pettorali degli atleti la scritta fly flot. trattasi notoriamente di ciabatte, ma per un attimo ho pensato che aeroflot avesse cambiato nome per rimediare alla pessima immagine che ha da sempre, in fondo i petrolieri russi oggi hanno i soldi per un rilancio. l'ipotesi di un accordo con putin è parsa ad un certo punto più che realistica. resta da vedere a quali condizioni lo zar vladimir si farebbe carico di un frigorifero rotto come la nostra compagnia di ammainabandiera.

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