Che l'Italia, ormai divisa in caste, stia diventando induista? Prima la casta dei politici, poi la casta dei giornalisti, ora la casta dei sindacati. Di male in peggio. Libri che ti colpiscono con verità scomode. Libri che ti dicono le cose. Libri che ti danno i numeri. Libri che almeno dopo le cose le sai. Libri che dopo non sei più uguale. Libri che tutti dobbiamo leggere. Libri che se non li hai letti è meglio che non parli. Libri di giornalisti di sinistra ma che la scomoda verità non la cambiano. Libri che chapeau.
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12 ore fa
i sindacati, ad es. hanno benedetto in toto la cosiddetta riforma della pubblica amministrazione (mi limito al livello regionale). Hanno poi chiuso entrambi gli occhi di fronte alla sua applicazione, totalmente difforme da quanto previsto in legge. A chi si è rivolto a qualche sindacato, da quel che mi risulta, gli è stata praticamente sbattuta la porta in faccia, o quasi (il solito muro di gomma). E nel rinnovo dei contratti pagine e pagine a disciplinare quisquilie (uscite, permessi, incentivi, ecc.). Non ho mai lavorato così poco (praticamente niente) e non sono mai stato pagato così bene (compreso obiettivi raggiunti, premi di rendimento, ecc.), come nei sei anni in cui sono stato demansionato. Ai sindacati va bene così.
RispondiEliminaPerchè a tutti i sindacalisti, prima o poi, viene l'hobby di fare politica (ad esclusione di Minelli che prima ha praticamente equiparato lo stipendio dei dirigenti a quello degli uscieri, con la motivazione che il pane costa uguale per tutti), e poi, dopo la riforma, è stato uno dei primi a saltare sul carro)?
SINDACATO = PARTITO POLITICO
RispondiEliminacon una piccola differenza: il sindacato non è stato eletto (procedimenti di cooptazione senza garanzia) e non è responsabile di fronte a nessuno, neppure dei contratti che firma. Malgrado ciò ha un potere politico che nessun partito politico possiede.
RispondiEliminastefano ha perfettamente ragione. Si tratta, perciò, di un'unica casta.
RispondiEliminaha perfettamente ragione anche eddy.
RispondiEliminaSperiamo non venga considerato spam. Volevamo solo segnalare che è stato attivato il sito http://elezionivda.wordpress.com/ per seguire e commentare i risultati del voto di oggi. E' un esperimento, vediamo quel che si riesce a fare.
RispondiEliminaSe l'autore del blog che ospita questo commento valuterà ciò come spam e non lo pubblicherà, non ci offenderemo.
Premesso che non amo praticare... la castità (!) è ovvio che, in democrazia, i sindacati devono poter operare (soltanto i "raffinati intellettuali" della Lega Nord, vorrebbero abolirli!) tuttavia, essi non devono avere lo strapotere della C.G.I.L. negli Anni '70, quando proteggeva i fannulloni, anziché difendere i lavoratori.
RispondiEliminaGrisero, fai parte dell'1,42% di Borluzzi o dell'1,01% di Monza?
RispondiEliminae io che pensavo che almeno laetitia fosse rimasta casta!
RispondiEliminaEgregio anonimo, io ho votato per Casini: vuoi sapere chi lo rappresentava, nel collegio uninominale della Valle d'Aosta? Dicono che ci fosse un infiltrato!
RispondiEliminaP.S: mi sta bene che, per il Senato, eletto su base regionale, la Valle d'Aosta faccia "collegio a sé" ma per la Camera fa un po' ridere: dovremmo essere inglobati nella circoscrizione Piemonte 1!
Caro Alberto, bisognerebbe riscrivere anni e anni di storia per fare quel che dici tu. Prendi la Bundesrepublik Deutschland, non puoi disconoscere che sono il fiore all'occhiello dell'Europa in tutti i servizi pubblici al cittadino, nonché una delle più grandi potenze economiche del mondo, loro sono federali e il land di Bremen (poco più di 600.000 persone) dispone di 4 seggi al Bundesrat, il Nordhein Westfalen (che ne ha più di 18 milioni)dispone di 6 seggi. Questo vuol dire che un vero (e sottolineo vero) modello federale permette una rappresentanza territoriale slegata dal numero di abitanti. Al "federalismo fiscale" tanto in voga oggi, io preferisco il "fisco federale", che è altra cosa. Quello che pochi hanno considerato è che per costruire uno stato federale devi partire da zero, altrimenti lo chiami decentramento, che col federalismo ha poco da spartire. Il "foedus", il patto (aggiungo io) federale, lo puoi sottoscrivere solo se sei libero, anche dallo stato al quale oggi appartieni. Secondo il principio di sussidiarietà sei tu che decidi di cosa ti puoi occupare nel tuo comune, nella tua valle o nella tua regione, il resto lo deleghi allo stato federale. Sono i principi della Confederazione elvetica che fu fondata da alcuni montagnards più di 700 anni fa, gli stessi principi copiati e adattati (in modo diverso) dagli USA, dalla Germania federale e ultimamente anche dal Belgio. Questo per dirti che sarebbe corretto disporre di un seggio valdostano anche a Strasburgo, se vogliamo veramente un'Europa dei popoli, altrimenti basterebbe il Consiglio d'Europa più qualche banchiere o finanziere e avremmo la stessa e identica Europa di oggi, con tutti i problemi che si porta dietro, ma almeno potremmo risparmiare le indennità di 785 parlamentari europei che parlano del sesso degli angeli, mentre le decisioni importanti continuano a prenderle quelli del Consiglio, che sono i rappresentanti dei governi nazionali.
RispondiEliminaEgregio anonimo, noi siamo la settima economia del mondo (regime bipolare permettendo!) mentre i tedeschi sono la quarta: il distacco c'è ma non è poi così rilevante. Loro, inoltre, il nostro "appeal" (fàscino indiscreto) se lo sognano (l'Italia ha la seconda o terza cucina più apprezzata al mondo, il primo patrimonio culturale e, nel 1989, siamo stati classificati come i migliori a letto, e non certo per dormire!)
RispondiEliminaIo sono orgogliosamente un Nazionalista Italiano Romanocèntrico.
Un seggio per la Valle d'Aosta a Strasburgo?! Premesso che, la maggior parte dei valdostani, non sa nemmeno dove si trovi, poi, giacché ci siamo, potremmo chiedere un seggio anche per... Pizzighettone sull'Adda e Roccella Iònica!
Loro si sognano anche le montagne di monnezza di Napoli e il debito pubblico italiano, poi quando hanno voglia di una pizza ce l'hanno sotto casa perchè la Germania conta fra i suoi abitanti molti emigrati italiani, fior fior di ristoratori. Quando hanno voglia di visitare il Colosseo prendono l'aereo e scendono a Roma, poi dopo tre giorni salutano tutti, lasciano l'Italia e i suoi problemi irrisolti e irrisolvibili e tornano a casa loro, lo stesso fanno (facevano) d'estate sulla costa romagnola. E' vero che l'Italia detiene più del 50% del patrimonio architettonico e storico del mondo intero, ma è vero anche che la città più visitata del mondo è Parigi e non Roma, ci sarà un perchè no?
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