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4 ottobre 2007

raggiunta cota mil

I quattro sondaggi a fianco hanno raggiunto i mille votanti.
Evitando ogni diatriba sulla significatività del campione e sul valore scientifico del risultato, limitiamoci a dire con Catalano che mille è meglio di cento.
Questi a oggi i risultati:
- intenzionati ad andare a votare: 88,7% (contrari 11,3%)
- favorevoli alla preferenza unica: 94,5% (contrari 5,5%)
- favorevoli alle quote rosa: 73,6% (contrari 26,4%)
- contrari all'elezione diretta del presidente della Giunta: 57,3% (favorevoli 42,7%).
No comment. Confrontate con i rilevamenti precedenti.

15 commenti:

  1. Peuple valdotain = popolo bue
    Così ci dice in buona sostanza Césal sulla pravda quando nel suo editoriale (?) afferma che i quesiti sono troppo difficili e delicati perché si possa lasciar liberi i valdostani di andare a votare liberamente.
    Peuple valdotain = popolo beone
    Così invece Caveri nel suo "galoppino"
    Dimostriamo a Cèsal e Caveri che siamo meno beoti (e beoni) di quanto ritengano: andiamo a votare in massa!
    Sarà perché sono valdostano, ma mi sento profondamente offeso, anzi diffamato!
    D'altronde, cosa dire ancora dopo le confessioni appena fatte da françois e Andrea Vuillermoz sulla nobile arte della politica?

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  2. Ehi, Eddy! Appartieni anche tu alla schiera dei "ciuccatoni" deplorata da Caveri nel suo Calepin settimanale? Com'è possibile che i favorevoli alla preferenza unica siano il 94,5% dei votanti al tuo sondaggio e i contrari il 93,6%?
    Ovviamente ti sto prendendo in giro: correggi il refuso sul tuo blog! E viva i referendum propositivi, esempio di democrazia e libertà!

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  3. Ma il Caveri che deplora i ciuccatoni nel suo calepin è lo stesso che ha festeggiato gli stessi (i coscritti)con gran pompa pochi giorni fa in Piazza Chanoux ad Aosta?

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  4. Caro mariuolo, cosa vuoi? Il "nostro" è noto per il suo camaleontismo...

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  5. scusate, correggo, mi era rimasta nella penna la percentuale dei favorevoli al checkpoint degli 803 voti.

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  6. Eddy, raccontaci ancora qualcosa tu che sei senz'altro informato. Di quanti siedono ora in consiglio regionale, quanti vi sono arrivati arrancando e col fiato corto solo perché trascinati da un capocordata: solo il buon Fey? Dacci almeno un numero indicativo, se non vuoi fare noms e cognoms.

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  7. va detto per onestà che chi è entrato arrancando e con il fiato corto è il sottoscritto, neppure capace di farsi eleggere nel 2008, che ha beneficiato della promozione di Perrin al Senato, conseguente alla sconfitta di Rollandin alle politiche. Così pure Carmela Fontana, entrata perché Roberto Nicco è stato eletto alla camera. Non erano stati eletti al primo giro neppure Sandro Bortot e Ugo Venturella, entrati in Consiglio per il mantenimento dell'impegno di fare la "staffetta" da parte di Ezio Riccarand e Carlo Curtaz.
    Sui capicordata non ho grandi informazioni, anche perché di solito arrivano in vetta con i clienti. In questo caso si potrebbe parlare più precisamente di Houston e ifo (identified flying object) teleguidati, ma perché fare nomi? Ognuno, come Rino Tommasi, consulti il proprio "personalissimo cartellino".Di Marco Fey posso solo dire che mi sembra un bravo tipo, qualche volta un po' spaesato, ma davvero un bravo tipo.

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  8. lapsus freudiano, leggasi ovviamente 2003 e non 2008.

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  9. neanche un numerino, così a spanne e indipendentemente dalle singole appartenenze politiche? Purtroppo io non ho mai avuto il piacere e l'onore di ricevere un "personalissimo cartellino". . Ci aiuterebbe ad avere un'idea del "peso" delle cordate all'interno del consiglio, e quindi a votare con maggior cognizione di causa. Se il "peso" delle cordate risultasse = 0, perché prendersela con le tre preferenze? Dai, fai uno sforzo, parla con qualche tuo collega.
    Anche a me Fey è, umanamente parlando, molto simpatico.

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  10. ciao Eddy , ma non ti sorprende che proprio il sondaggio più pericoloso per l'Union (Cesal docet) l'elezione diretta del Presidente della giunta con dichiarazione anticipata agli elettori risulti così poca gradita dal sondaggio. Strano non c'è una sola persona che io abbia incontrato che mi abbia espresso il piacere che a scegliere il Presidente siano le stanze dei partiti. Verrebbe da pensare che il tuo blog sia frequentato da qualche personaggio preoccupato. salutoni

    Max

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  11. non mi sorprende più di tanto. Aggiungo che, non conoscendo chi vota al sondaggio e considerando le risposte sulle quote rosa e il brusco calo degli accessi il sabato e la domenica, è abbastanza probabile che la maggioranza di chi è espresso sia a) di sesso femminile, b) lavori in uffici pubblici e c) abbia sulla scrivania un pc in rete.
    Se così fosse non vedo contraddizioni palesi nel voto espresso.

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  12. Io mi sono espresso contro nel sondaggio lanciato da Eddy sull'elezione diretta del governo regionale (e analogamente mi comporterò il 18 novembre), dopo attenta e ponderata analisi, e non certo perché preoccupato o vittima di indebite pressioni unioniste. Vi spiego le mie ragioni per un no convinto e motivato. In tutti i sistemi di governo di natura, definiamoli latamente così, presidenzialista, il potere esecutivo è saldamente controbilanciato da un potere legislativo forte, di controllo e persino di censura, se necessario. Negli USA, ad esempio, il presidente è eletto dal popolo (in realtà, da una parte esigua del popolo, vista la forte disaffezione degli americani per la politica, per cui da anni si registrano percentuali bassissime di votanti...) e detiene un forte potere esecutivo. Tuttavia il Congresso (costituito da due camere), anch'esso eletto dal popolo, ha un altrettanto forte potere legislativo, d'indirizzo e di veto. Esempi chiarificatori del corretto bilanciamento dei due poteri si possono cogliere soprattutto quando il presidente è - come ora - un repubblicano e il Congresso è a maggioranza democratica; questa situazione, infatti, obbliga i due poteri a confrontarsi, anche a scontrarsi se necessario, ma a "coabitare" per governare il paese. Analogamente avviene in Francia, dove esiste il sistema semi-presidenziale, e le coabitazioni più produttive si sono registrate quando il presidente era un socialista (Mitterand) e il parlamento era in maggioranza gaullista (ossia di destra democratica ed europea, da non confondere con la destra italiana).
    In Valle d'Aosta, invece, se passasse il referendum sull'elezione diretta della giunta regionale, si attribuirebbe al presidente della Regione (che già detiene un'infinità di cariche: presidente della Regione, prefetto, presidente dell'Università della Valle d'Aosta, presidente del forte di Bard, e chi più ne ha più ne metta) anche un avvallo popolare che lo renderebbe assimilabile ad un monarca (pensiamo poi se questo ruolo dovesse ricoprirlo proprio l'Imperatore Augusto...).
    Questo referendum, condivisibile nelle intenzioni dei proponenti, rischia tuttavia di trasformarsi in un boomerang micidiale perché non prevede adeguati provvedimenti ed organismi che controbilancino e moderino il potere esecutivo. Ecco perché io sono fermamente contrario.
    Non così per gli altri referendum: la preferenza unica la considero una misura utile (e transitoria) per superare l'emergenza del deficit democratico in Valle d'Aosta, denunciato anche da Eddy; le quote rosa (anch'esse una misura transitoria) le considero utili per favorire un maggior accesso alle donne alle cariche politiche; la dichiarazione preventiva delle alleanze, un metodo per ridurre le solite trattative consociative e spartitorie del potere (e dei posti, compresi quelli di sottogoverno) che caratterizza la costituzione delle maggioranze consigliari quando i partiti e i partitini trattano tra loro ignorando le effettive esigenze programmatiche e i reali bisogni dei cittadini.
    Spero di aver chiarito a max le ragioni di almeno uno dei partecipanti al sondaggio sui referendum proposto sul blog di Eddy.

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  13. condivido perfetto cosa espresso nella nota precedente. Anch'io sono convinto che l'elezione diretta del presidente sarebbe una dittatura annunciata. Normalmente si fanno le regole per correggere delle situazioni: problema voto di scambio ricetta preferenza unica, poche donne ricetta quote rosa, presidente storicamente forte ricetta elezione diretta che lo farebbe diventare ancora più forte, non mi sembra logico.

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  14. La scelta dell'intera squadra di governo (e non del solo Presidente della Regione) responsabilizza l'elettore; il bilanciamento del potere di un governo scelto direttamente dal popolo deve venire dall'accurata selezione dei compnenti del Consiglio, i quali hanno, per esempio, il potere di sfiduciare l'esecutivo; se lo fanno vanno a casa, insieme all'intero governo ed il popolo sceglie il prossimo Consiglio ed il prossimo esecutivo.
    Inoltre, per salvarsi dal cesarismo, dopo due mandati i membri (tutti) dell'esecutivo non sono più candidabili, neppure come consiglieri.

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