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16 gennaio 2008

laicità o laicismo?

La Pontificia Università Cattolica dell'Ecuador, al termine della sua "lectio magistralis" ha conferito a Fausto Bertinotti la laurea honoris causa.
Professori e studenti dell'Università laika "La Sapienza" di Roma non gradiscono neppure la semplice presenza del Pontefice.
Sapienza de che...?

40 commenti:

  1. Lo scrivo qui perchè piazzandolo in IN APNEA ETC. forse non sarebbe visto . In tale discussione Eddy annuncia di aver presentato due cose prima di andare a Roma . La seconda , un'interpellanza sull'economia locale , appare nell'ordine del giorno del prossimo consiglio , mentre manca l'interrogazione su ansa locale e dintorni . Ciò è quanto a me è sembrato su internet . Sbaglio o è così ? In questo secondo caso , posso interrogare io l'Eddy per conoscere il motivo di questa assenza ? Tecnico e sarà inserita in seguito , oppure ripensamenti su un'interrogazione in cui , relativamente all'ansa , Eddy chiede stranamente ciò che ha confessato di conoscere già ?

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  2. Presenza quanto semplice? Presenza in un dibattito o presenza a rappresentare un'autorità all'inaugurazione dell'anno accademico ove sono presenti le autorità riconosciute? Autorità de che? Religiosa? Di un altro stato sovrano? De che? Non ho seguito bene la vicenda... l'università ha perso perchè forse non ha saputo esprimere le sue perplessità nei giusti modi ed ha fatto del Pontefice un martire. E certi studenti hanno esultato credendo di aver vinto. Non hanno neppur vinto come ha fatto Pirro, hanno perso e basta. Ed esultano: questo sì che è triste!

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  3. Erano più seri i fascisti: questo il rispetto che mostra il CELVA verso la toponomastica ufficiale:
    http://www.celva.it/entipage.asp?l=1&id=34

    E confrontatela con questo elenco del sito ufficiale della Valle d'Aosta:

    http://notes1.regione.vda.it/DBWeb/link/dbLink.nsf/vedicat_i/Comuni?OpenDocument

    Dimmi se non urge che venga pubblicato online l'elenco dei nomi ufficiali dei comuni ad uso di tutti per uniformare toponomastica ed evitare incongruenze come fanno in Svizzera dove ci tengono veramente all'ordine, allo stile, all'immagine che è anche cultura turistica. Da noi se ne fregano tutti, a partire dalle istituzioni.
    Vi lamentate che i vostri figli si vestono trasandati ed ignorano etichetta, stile e contesto e sono solo lo specchio di questo casino, che è anche il casino e la sciatteria nell'uso dei toponimi.
    Se mi mandi il tuo indirizzo di mail presso emilio punto revil ciocciolina tin punto it ti mostro le difficoltà che abbiamo per mettere ordine nella directory mondiale dei siti e per rendere la Valle d'Aosta presentabile.
    Io credo che tu sappia che la forma è sostanza

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  4. La corretta collocazione della pagina ufficiale dei nomi ufficiali dei comuni, secondo me, non dovrebbe essere il sito della Regione, bensì il sito del Consiglio Regionale, perchè l'autorità in materia di nomi dei comuni valdostani, chi legifera, è proprio il Consiglio Regionale. Credo che una tua richiesta in merito, nei giusti modi, e presentando eventuale documentazione sul casino imperante ora, non possa che ricevere una favorevole accoglienza da parte di tutti i consiglieri regionali e dal Presidente del Consiglio Regionale in primis. Pensaci, daresti una mano a dare maggior lustro all'istituzione consiliare, al sito ufficiale del consiglio regionale, ed alla valle d'Aosta in genere. Poi, ma sarebbe tutto grasso che cola, ci potrebbe essere anche l'evoluzione della toponomastica dei comuni (e di confini, smembramenti ed accorpamenti (mi pare che appena dopo il fascismo i comuni fossero molti di meno perchè accorpati dal fascismo medesimo) con riferimento alle leggi regionali che si sono succedute in materia nel tempo a partire dal dopoguerra e dal primo provvedimento del primo consiglio valle. Vedi un po' tu se puoi o vuoi far fare qualcosa in merito.
    Grazie per l'eventuale Tuo interessamento.

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  5. Ah, che la pagina sia deep-linkabile, con una sua url precisa, non modificabile nel tempo, un link ufficiale, quindi, citabile ed inseribile in wikipedia e dmoz una volta per tutte, te ne prego! Lo scrivo perchè li conosco troppo bene i miei polli!!!

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  6. Infine mi è venuto in mente che sarebbe bene inserire tale elenco anche come immagine grafica (gei peg o png), in modo da evitare dipendenze nella rappresentazione da font installati e char-set vari, oltre che in formato testo comodo invece da copia-incollare per funzionari e cittadini.
    Grazie ancora.

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  7. Ciao a tutti
    chiedo scusa a Eddy per l'intrusione ma se avete voglia di discutere liberamente utilizzando un forum ,ho aperto questo sito libero a tutti .
    mi auguro che veniate a trovarmi

    Ciao Paolo (ermenegildo)

    http://benitosantoro.forumattivo.com/index.htm

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  8. Tornando al link proposto da Eddy Ottoz, meno male che, in un post precedente, Uahlim sosteneva che l'Italia non è uno Stato laico! Quanto accaduto alla Sapienza di Roma (nome che, in questa circostanza, si presta all'ironia) dimostra che l'estrema Sinistra è composta essenzialmente da fessi: si può discutere sul fatto che Benedetto XVI sia meno popolare di Giovanni Paolo II (c'è chi gli rimprovera di essere troppo a destra), ma quando si vuole contestare il Papa, bisogna avere almeno l'astuzia di farlo in maniera più sfumata e meno plateale. Questi sostenitori del Governo Prodi sono i primi ad operare affinché esso cada! Ad avercela, l'astuzia, egregi "compagni"!

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  9. Bentornato, caro Ermenegildo, non ti si sentiva da prima che chiudesse l'accesso attivo al forum unionista ! (31 luglio 2007)
    Anziché aprire un sito tutto tuo, perché non navighi insieme a noi?

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  10. Se mi è consentito in questa sede parlare del Papa alla Sapienza (infatti quasi tutti gli interlocutori parlano d'altro), mi pare che professori e studenti della Sapienza non gradissero una lectio magistralis di Benedetto XVI sulla scienza, soprattutto dopo le numerose affermazioni dello stesso in discorsi o in encicliche (l'illuminismo è una "speranza terrena fallita";la ragione "staccata da dio" e la scienza "senza etica" non redimono l'uomo).
    In ultimo è Papa Ratzinger che ha ritenuto "opportuno" non partecipare all'inaugurazione dell'anno accademico, probabilmente per prevenire possibili contestazioni.

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  11. Io sono un figlio dell'illuminismo e dopo una lunga ricerca spirituale sono diventato buddhista, quindi non condivido l'opinione rispettabilissima del Pontefice che non rispetta la mia persona.

    Invece, caro Eddy, per quanto riguarda il discorso toponomastica intrapreso, il documento ceh ho citato prima pubblicato sul sito del Consiglio Valle mi puzza per la presenza degli spazi tra i trattini (Challand - Saint - Anselme al posto di Challand-Saint-Anselme).
    C'è un modo, secondo te, di capire se c'è stato un errore di stompa sul documento pubblicato? Anche considerando il fatto che gli spazi sono invisibili sul BUR? O secondo te, si capisce, leggendo il BUR relativo?

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  12. In ogni caso, sia gli studenti che gli insegnanti, avrebbero potuto limitarsi a contestare Papa Ratzinger una volta che si fossero trovati davanti a lui ed avessero ascoltato le sue argomentazioni: l'atteggiamento di questi universitari è stato bècero ed ingenuo, prima ancora che discutibile. Io continuo a chiedermi, maliziosamente, se questo Governo è convinto di durare fino al 2011, viste le responsabilità dell'estrema Sinistra (e non solo) in tutto quanto è accaduto in Italia, dal 10 aprile 2006 in avanti (unica nota veramente positiva: la cattura di Bernardo Provenzano).

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  13. Egregio Uahlim, i tuoi sì che so' problemi!
    Voi dell'Union Valdotaine, oltre ad avere buontempo, ne avete anche da perdere.

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  14. Caro Grisero, se tutti quelli dell'Union Valdostaine avessero la mia mentalità, neppure ci sarebbero i problemi che io sollevo e che tu, come loro, reputi poco importanti, come chi sta al governo regionale e come tanti funzionari. Forse non ti sei reso conto che è più vicina alla mentalità del resto dell'Union la tua, che non dà importanza al dettaglio, che non piuttosto la mia.
    Sciatteria a gogo e rifiuti ovunque, ecco cosa produce la tua e la mentalità diffusa. Dimenticate che le regole servono anche a dare certezze, e le certezze conscenza, e la conoscenza libertà. Ricorda: la forma è anche sostanza. E tu come usi questo spazio? Che problemi di ordine PRATICO sollevi? Sparli di tizio o tale che ruberebbero, parli dei tuoi problemi personali, ma poi cosa proponi nel concreto per la collettività ad un politico che mette a disposizione il suo tempo e le sue orecchie per ascoltare?

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  15. ....a mio modesto parere il comportamento errato non è dei professori e degli studenti ma della chiesa che , al posto di sostenere le proprie teorie anche di fronte ad una platea che può contestare ( non come chi assiste all'angelus applaudendo ogni singola parola), preferisce rinunciare.

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  16. Chi sono quei coglioni che hanno avuto la brillante idea di cambiare il nome della via della stazione ad Aosta in rue conseil des commis? Li considero dei coglioni perchè il nome via della stazione aveva un contenuto informativo maggiore visto che indicava che la via portava alla stazione, così come un'eventuale piazza della stazione ha molto più senso che intitolarla piazza a Manzetti. Mi piacerebbe saperlo per sputtanarli sulla wikipedia. Gente che sono tutti finocchi col culo degli altri.

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  17. mcczzdrgnmqst (16 gennaio, 10.47),
    assieme all'ordine del giorno ho ricevuto una bella letterina in francese che mi comunica l'irricevibilità della mia interrogazione quale interrogazione. Spero che vi ricordiate il mio accenno ai regolamenti... In Usa lo chiamano filibustering.
    In ogni caso la ripresenterò, così aggiungerò, con buona pace di tutti, ai dintorni il riferimento esplicito all'Ansa. Solo un malaugurato ritardo.
    Tra l'ìaltro domani pubblicherò su issì consei anche la letterina di rifiuto dell'interrogazione.

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  18. appassionato di ambigrammi uahlim (16 gennaio, 11.49),
    non riesco a collegarmi al sito regionale, ovviamente nessun problema con il Celva. Dovresti cortesemente mandarmelo in email (eddyottoz@gmail.com) perché qui nei commenti, forse per l'eccessiva lunghezza, non riesco a tagliare ed incollare nel browser.

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  19. ti dirò poi che sul tema ho visto di tutto. Dopo la guerra si era spesso visibilmente aggiunta la z finale ai nomi italianizzati durante il fascismo (quando questo era possibile). Poi alcune z furono successivamente tolte. Erano i tempi di Valsavaranche e Valgrisanche, la cui desinenza è poi ridiventata correttamente "enche". E così via. Direi che dal 1945 ad oggi molti toponimi hanno subito più di una variazione, anche se non sono un esperto in materia.
    Viale Stazione in Aosta fu poi il nome dato nel 1945 a Viale Vittorio Emanuele II (Piazza Chanoux era Piazza Carlo Alberto).
    Andai in giro per il mondo a fare sport verso il 1963, tornai a fine decennio e scoprii che Rue de la Gare era nel frattempo diventata Avenue du Conseil des Commis. Così va il mondo.
    Quella che oggi si chiama Rue Trottechien era Rue du Temple, mentre il Passage Trottechien era una parallela del Passage Folliez (questo ancora esiste), ed aveva un soprannome non edificante, che vi risparmio.
    Via Festaz si fermava alla strozzatura del Passage Trottechien e girava a destra con una curva tonda in uno slargo che si chiamava Le Foyer, una zona diciamo certo non elegante, che sfociava alla fine attraverso una strettoia in Croix de Ville tra il Ristorante Ferina (oggi ottico Ostinelli) e la drogheria Guasti (oggi vestiti Max Mara).
    Malheureusement bien de choses ont changé, Uahlim.

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  20. quanto ai trattini che legano i toponimi composti da più parole, non mi piacciono, ma poiché servono solo a standardizzare il modo di scrivere i nomi perché siano pesabili in modo sempre uguale e perciò sortabili elettronicamente, essi non possono ovviamente prevedere spazi ai lati. Si tratta di un errore dovuto all'incuria, all'ignoranza o a entrambi, quale che sia la sede o il testo, ufficiali o no, in cui li s'incontra.
    Potrebbero derivare da antiche legature, ma non mi pare, e comunque li trovo brutti anche se utili.

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  21. Issì consei : spiega ai topi dove si trova .

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  22. Grazie per aver evidenziato l'aspetto della questione dei trattini sotto un punto di vista diverso, quello del problema del sorting elettronico. Anche se non l'ho ben capito, perchè anche inserendo gli spazi tra i trattini, l'ordine risultante dal sorting rimarrebbe sostanzialmente uguale, come pure inserendo solo gli spazi. Mi ero illuso che questa potesse essere l'interpretazione definitiva. Pazienza. Ciao.

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  23. E grazie per questa tua testimonianza sull'evoluzione della toponomastica cittadina di Aosta. Io credo che siano preziose queste testimonianze, come altre, e che si possano raccogliere in wikipedia ad uso di tutti, evitando l'ignoranza della nostra storia. A proposito, il primo articolo di questo blog, quello sui marciapiedi a merletti, mi era piaciuto molto perchè era focalizzato sul rispetto per il lavoro degli spazzini e quindi per gli spazzini come persone degne di rispetto perchè persone. Io avevo notato una cosa analoga in piazza Narbonne (Narbonne? quella dell'ufficio delle poste), con la sistemazione delle panchine a forma di sarcofago o parallelepipedo con un solo lato aperto che rende improbo il lavoro di rimozione delle cicche di sigaretta, perchè occorre pulire i sarcofaghi uno ad uno. Ecco perchè proposi a Caveri a suo tempo che per le commissioni dei concorsi per le piazze e strade ci dovesse essere anche un rappresentante degli spazzini, perchè loro sanno quali sono i problemi di manutenzione. Ciao.

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  24. uahlim,
    spero di non essere troppo prolisso: se facciamo precedere e seguire uno spazio al trattino, per chi legge un toponimo e lo "inputa" in un qualche archivio, può essere poco evidente come riprodurre il toponimo prendendolo da un altro documento.
    "No spazio trattino no spazio" è immediatamente evidente e riconoscibile, mentre "spazio trattino spazio" non lo è per nulla.
    Due fatti giocano contro: la proporzionalità dei caratteri tipografici e la eventuale giustificazione del testo.
    Escludendo per un attimo i soli operatori professionali (i tipografi), un tempo tutti (amministrazioni, aziende, privati, ecc.) utilizzavano macchine per scrivere nelle quali, per necessità del passo meccanico di avanzamento, ogni carattere (ed ogni spazio) era largo uguale. Era perciò facile capire quanti spazi ci fossero (lo spazio, o blank è, in un sort, il carattere più leggero tra quelli che qui c'interessano, e uno o due originano riordini, e disordini, diversi).
    Lo stesso avveniva con le stampanti per computer cosiddette "di linea" che stampavano ogni riga in un colpo solo, e dove carattere o spazio era largo uguale (le parole "interfacce parallele", "interfacce Centronics" ti suggeriscono qualcosa?).
    Poiché la scorrevolezza del testo, la facilità di lettura ed i tempi di apprendimento di quanto letto sono influenzati dalla forma e distribuzione dei caratteri, da tempi immemori si producevano per i tipografi caratteri a larghezza variabile, in modo che, "proporzionalizzando", fosse possibile "giustificare". A partire da questo, con caratteri di forma più appropriata e trasformando le "legature" in "grazie" (sérif), a fine '700 Bodoni rivoluzionò la tipografia mettendo a punto caratteri e tecniche di composizione tuttora attualissime che facilitano la lettura e che furono successivamente meccanizzate (siamo così arrivati alla Linotype).
    Il tutto era però riservato ai professionisti, ai tipografi appunto.
    Con l'avvento delle stampanti ad aghi, delle stampanti laser e dei progressi dei relativi software di gestione (a.e. driver), divenne alla portata di tutti, dapprima alle aziende e poi fino alle famiglie, la possibilità di stampare con caratteri proporzionali e di giustificare i testi.
    Quest'operazione rende però difficile se non talvolta impossibile, con le spaziature sulle righe che si "stirano" o comprimono, capire ad occhio, dove vedi uno spazio, se ce ne sia proprio uno solo.
    E' invece inequivocabile capire quando non ce ne sono.
    Fai un esperimento casereccio: ogni volta che ti capita un testo, di qualsiasi provenienza, lancia la funzione "cerca e sostituisci" mettendo due spazi in "cerca" e uno solo in "sostituisci. Puoi farlo ovviamente anche sui testi che scrivi tu. Scoprirai quanti doppi spazi vi si annidano (e tripli e più, se rilanci la funzione fino a zero doppi).
    Esiste infine un carattere, tra quelli disponibili nei word processor, che non è proporzionale e dove gli spazi sono identici alle lettere, nel quale proporzionalizzazione si effettua aggiungendo spazi visibili perché tutti uguali: il courier, che riproduce esattamente forma e impaginazione di una macchina per scrivere.
    E' appunto il carattere che utilizzi qui su blogger quando batti un commento...

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  25. mi puoi far sapere qual è quel soprannome non edificante che ci hai risparmiato? per quanto riguarda l'ex piazza Carlo Alberto, pensa che mia nonna, deceduta nel 1976, la chiamava ancora place Saint François (aveva la terza elementare e non lo faceva certo per sfoggio culturale).
    Grazie.

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  26. mi puoi far sapere qual è quel soprannome non edificante che ci hai risparmiato? per quanto riguarda l'ex piazza Carlo Alberto, pensa che mia nonna, deceduta nel 1976, la chiamava ancora place Saint François (aveva la terza elementare e non lo faceva certo per sfoggio culturale).
    Grazie.

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  27. Quindi tu mi stai suggerendo, forse, se non vado errato, che la presenza degli spazi può suggerire non la presenza di un toponimo unico, ma la successione di due in una lista.
    Esempio: faccio l'elenco dei comuni valdostani separandoli da un trattino con lo spazio, o separando toponimi da loro frazioni, come in questo sito:

    http://www.alberghitalia.com/valledaosta/

    Bingo, mi hai convinto!!!

    ... - Roisan - Saint - Christophe - ... ... - Pont - Saint - Martin - ...

    Come faccio a capire che non esiste un comune valdostano chiamato Pont, uno Saint-Martin ed uno chiamato Roisan-Saint-Christophe?

    Considerazioni di ordine alfabetico, possono farmi risolvere la quadra... ma non in generale, non sempre, posso trovare esempi ad hoc,,, se applicassi questa regola... in effetti anch'io propendo a togliere sti maledetti spazi, ma mi serve una ragione inoppugnabile per farlo in dmoz.

    E nelle ricerche

    Comunque La Salle e La Thuile hanno invece gli spazi ;-)

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  28. Prima di chiamarsi piazza Carlo Alberto la piazza centrale di Aosta era place Saint François poiché, fino alla costruzione dell'attuale Hotel de Ville c'era la chiesa di Saint François des Cordeliers (i francescani), di cui si narra (ma pare non vero) che la sala ottagonale del Bar Nazionale fosse l'abside. Se non ricordo male l'attuale piazza San Francesco (piazzale delle scuole medie dietro al municipio) si chiamava invece piazza del Mercato, poiché vi era il mercato permanente della frutta e verdura, mentre sulla strada che riporta a via Saint François de Sales (retro del Giacosa, seminario) il capannone sulla destra era un portico leggero (lo si intravede ancora) sotto il quale si teneva il mercato del pesce al venerdì e quello random della vendita diretta dei contadini (polli, conigli, uova, ecc.). Nell'attuale garage del Comune c'erano invece i pompieri, che uscivano da un portone sull'androne di fronte alla birreria dove, sulle scale, al primo piano si trovava la biblioteca e l'ufficiale sanitario. Oggi lì, però all'ultimo piano, si trova la sala del Consiglio comunale.
    Una cosa curiosa e poco risaputa che non c'entra, che io non ho visto perché più vecchia, è l'originale passerella che scavalcava la ferrovia. Quando ero piccolo essa serviva agli operai della Cogne per andare al e dal lavoro, bicicletta in spalla, e, dal lato di via Paravera, in fondo alle scale c'era uno degli ingressi degli operai, con relative rastrelliere per migliaia di biciclette (questo lo ricordo benissimo).
    La passerella era però nata per collegare direttamente l'Hotel Bertolini con il primo piano degli uffici della Cogne, allora Nazionale Ansaldo. Mi spiego: l'attuale palazzo di fronte alla stazione, che ospita ancora diversi uffici finanziari e il Savt, ma dove c'era ai miei tempi la sede della Polizia e della Dogana, era in origine un Grande albergo di proprietà della famiglia (genovese, credo) Bertolini, la quale aveva anche, a Courmayeur il Royal Hotel Bertolini, successivamente e ancora oggi solo Hotel Royal.
    Questo albergo Bertolini ospitava clienti, fornitori, tecnici in visita ecc. alla Nazionale Ansaldo (poi Nazionale Cogne). Da un androne al primo piano, con finestrone semicircolare a tutt'altezza ancora esistente e chiaramente visibile, partiva questa passerella che li portava direttamente fino dentro agli uffici Cogne al di là della ferrovia, senza dover scendere in strada e "mescolarsi" con gli operai.
    Successivamente l'albergo fu chiuso, l'edificio acquistato per collocarvi uffici statali e la passerella fu tagliata. Sparirono i due estremi (quello che usciva dall'albergo e quello che s'infilava negli uffici, furono costruite le scale che permettevano di salire e scendere al di qua e al di là della ferrovia, e fu messa a disposizione degli operai e di tutta la popolazione. In precedenza gli operai passavano dal passaggio a livello che stava praticamente di fronte all'attuale autolavaggio, al termine delle mura romane, dove allora finiva la strada, che fu poi aperta per realizzare la prima circonvallazione di Aosta.
    Il passaggio a livello era un punto obbligato di transito, non a caso la Cidac si spostò lì da via Porta Praetoria, di fronte alla "Latteria sociale" (carico e scarico merci sul retro, verso il teatro romano). Proseguendo sulla circonvallazione che si aprì, il cinema Lux (oggi non c'è più, è parte dell'Assessorato all'Industria) si chiamava Partisán. Lo dico perché non so se prese il nome dalla via o se la via (Maquisards) prese il nome dal cinema, che la famiglia Bracotto ristrutturò, chiamandolo Lux, pochi anni dopo la guerra (direi nel 1948, ma attendo rettifiche o conferme). Il nome Partisán durò quindi tre anni, dalla liberazione al 1948. Probabilmente Lux era già il suo nome precedente, ma è solo una mia supposizione.

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  29. topo di fogna,
    issí consei, così come appeupré si raggiungono cliccando a destra sotto la mia fotografia, dove, preceduti da "Here too:" si trovano alcuni link.
    Nel caso, issí consei e appeupré sono due blog statici dove lascio, per motivi diversi, testi e documenti che non posto qui per non tritarvi le ghiandole.

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  30. ma qual è quel soprannome non proprio edificante di cui parlavi più sopra?

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  31. Ti riferisci a rue Crotte de chiens al posto di Trottechiens? ;-)

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  32. Egregio Uahlim, in relazione ad un tuo post precedente, i problemi di ordine PRATICO, sono per caso quelli che poni tu?!

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  33. Egregio Eddy Ottoz, l'idea che viale dei Partigiani, qui ad Aosta, abbia preso il nome dall'ex cinema Partisàn (anche quello a luci rosse, come il Lux?!) è semplicemente esilarante! Mi pare evidente, infatti, che tale via tragga il suo nome dalla Seconda Guerra Mondiale.

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  34. Ito a issi consei , mi pare di capire che dovevi fare , correggimi se fallo , quanto a me gradito , cioè chiedere motivazioni a comportamenti , non semplici documentazioni .... O no ?

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  35. I problemi veri, che purtroppo nessun politico può risolvere, in ordine sono: la depressione psicologica di cui uno può essere affetto (io ne sono stato colpito per 20 anni, fobia sociale, poi di sindrome di abbandono perchè figlio di un padre morto suicida, in Valle siamo in molti e nessuno ci pensa a noi, ma del resto che puoi fare?, e questo mi ha portato a non temere l'assenza dell'aldilà, anzi, ad auspicarne l'assenza), poi i problemi di salute fisica e di povertà (ma quella vera, ti parlo di malnutrizione o mancanza di un tetto sotto cui alloggiare).
    Una volta superati questi, la vita è rosa e fiori. Io ho raggiunto la serenità la sera del 15 dicembre 2007 ed ora ho l'hobby della wikipedia, di scrivere siti e della dmoz perchè credo che la cultura non debba rimanere rinchiusa nelle biblioteche fisiche e nelle torri d'avorio, questo da un senso alla mia vita. E visto che mi sto occupando di toponomastica ufficiale valdostana in dmoz, per me questi sono problemi veri, sì.
    Non aiutano a risolvere i problemi del mondo perchè quelli si risolvono da sé, né quelli privati dell'individuo che se riesce ad uscire dalla merda di questi problemi psicologici (spesso indotti dalla società che introduce finti bisogni), lo puo' fare solo da solo, sbattendosi un mucchio, magari mettendo in discussione proprio tutte le proprie certezze, e quando dico tutte intendo tutte. Io ho avuto la straordinaria fortuna di avere avuto un episodio di delirio durato all'incirca una notte ed una mattinata, in cui avro' avuto cinque o sei diverse concezioni del mondo ed anche due in contemporanea con il dubbio: quale sarà quella giusta? Ho avuto la fortuna di fare un viaggio nella follia umana, la mia, con annesso un biglietto di ritorno. La Divina Commedia, rispetto al trip che ho avuto io senza prendere droghe, e non un trip di sensazioni fisiche, ma sopratutto di convinzioni filosofiche e religiose, di concezioni del mondo, in maniera in un certo modo di vedere, lucidissima, è stato veramente fantastico. Quando mi sono denudato in mezzo alla strada a Milano sotto gli uffici dove lavoro e di fronte ai colleghi, sapendo che sarei andato a finire in manicomio, che avrei potuto finire tra i barboni se fossero state persone superficiali, è stato il gesto più intelligente che abbia fatto in vita mia!!!! Il più stupido: tutte le volte che ho invidiato qualcun'altro.

    Ah, uahlim è semplicemente Emilio scritto in pseudo-verlan (inversione letterale al posto di quella sillabica come usano in Francia).

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  36. Anzi, vi parrà strano, ma io ho risolto i miei problemi di salute grazie al forum di Luciano Caveri ed al primo blog de il Bolscevico Stanco. Ho avuto rogne legali con il Mancini, ma quei soldi sono stati soldi spesi bene. La salute innanzitutto ;-) Credo di essere stato il cittadino valdostano che ha ricevuto maggior benefici dall'esistenza e dalla contrapposizione tra quei due forum.

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  37. I problemi personali, in Valle d'Aosta, sono aquiti dall'ottusità mentale dei suoi abitanti, che non aiuta certo a risolverli (al contrario...) Ed anche l'ideologia comunista, che a parole sta dalla parte dei bisognosi, in realtà crea soltanto infelicità. Gli assistenti sociali, in un regime comunista come quello nazionale e localista come quello valdostano, servono solo a vendere fumo: ricordo l'esilarante esperienza vissuta con Lorena Piccot, quando lo psichiatra che mi perseguitò su ordine dell'Union Valdotaine, mi affidò alle "sapienti cure" di tale giovane inesperta: costei non trovò niente di meglio da fare che iscrivermi ad un corso per disadattati sociali, come si fa coi proletari con la Terza Media che hanno problemi di vario disagio.

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