PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
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22 giugno 2009

in cerca di casa e affetto

I loro nomi provvisori sono Zeudi, Snoopy, Noisette e Bongo, quattro épagneul breton in cerca di casa.
Nati il 25 aprile sono pronti a trovare nuovi padroni. Di taglia media (appena più alti di un cocker, ma di struttura più snella e leggera) sono agilissimi e veloci. Dolcissimi, superintelligenti (e so quello che dico), eccezionali a caccia, geneticamente obbedienti e puliti. Molto affettuosi con i bambini.
Cliccate sulle foto per vederli meglio.


Qui a sinistra Zeudi, femmina, nata con il codino corto (4 cm circa) e qui sotto a destra Snoopy, maschio, nato con tutta la coda, bellissimo.


















Qui sotto, a sinistra, Noisette, femmina, codino da 4 cm, e, sotto a destra, Bongo, il colosso della cucciolata, maschio, forte e spesso, coda intera.





























Non desideriamo venderli, l'unica cosa che Lyana (e io) chiediamo è che i loro nuovi padroni li trattino bene, con l'affetto che meritano e, ovviamente, li registrino regolarmente nel Comune di residenza.
Sani, sverminati, di razza purissima, come mamma Lotti e papà Hero. Per i casi della vita non possiedono pedigree (a suo tempo la cucciolata della mamma non fu denunciata all'Enci). Potete però portarli in gara ad una mostra canina per far loro attribuire il pedigree dai giudici a norma di regolamento.
Volete saperne di più? Volete vederli dal vivo?
Il mio cellulare è 335-392-145 e il mio indirizzo eddyottoz@gmail.com.
Potete utilizzare anche il servizio email diretto, qui a fianco in alto a destra.

21 giugno 2009

basta

troppe cose lasciate indietro, quindici giorni in cui in Valle è successo di tutto, da elezioni flop alla cronaca di un referendario funerale annunciato, facebook che ti risucchia come una spugna, pensieri che si sbranano senza trovare almeno la porta sul retro, lettere scritte in conto proprio, lettere da scrivere in conto terzi, cuccioli che parlano abbaiando e tu che non riesci ad evitare di abbaiare parlando, nessuno che capisca di non capire.
Quando l'ignoranza assurge al finneghismo il merito del fiore che sboccia non è della merda. Domani.

18 giugno 2009

referendum & quorum

ad ogni referendum il dibattito si concentra più sull'invito ad andare o a non andare a votare che sui contenuti dei quesiti. La vergogna del quorum (italica anomalia) pone, infatti, i proponenti in asimmetrico quanto ingiusto svantaggio e uccide alla radice il dibattito politico.
Un penoso andazzo che rende ancor meno democratico questo paese.
Si portino pure le firme ad un livello tale da impedire referendum ad ogni piè sospinto, portiamole da 500.000, che so, a un milione, al limite a due, ma si abolisca la vergogna del quorum.
E' necessaria per questo una modifica costituzionale? La si faccia assieme alle altre di cui si continua a parlare.
Intanto domenica probabilmente assisteremo purtroppo all'ennesimo quorum mancato.
Sarei felice, indipendentemente dal risultato, se ciò non avvenisse e se il risultato riflettesse la volontà dei cittadini.
Io ci sarò.

14 giugno 2009

nonsoloNaturKraft

l'allarme sui pellet radioattivi al cesio 137 non è limitato a quelli NaturKraft sin qui sequestrati. Basta collegarsi a WoodBusinessPortal.com per scoprire l'enorme offerta proveniente dai paesi oltre l'ex-cortina di ferro.
Come può allora il consumatore capire se i pellet che ha in casa sono ecologicamente virtuosi o assassini radioattivi?

E' sufficiente esaminare con una lente i pellet uno a uno prima di caricarli nella stufa. Quelli contaminati portano, infatti, la rozza microstampigliatura di una falce e un martello (foto in alto). Vanno scartati e segnalati alla magistratura.
Il metodo più sicuro è in ogni caso l'osservazione del fumo che fuoriesce dal camino: la forma a fungo (foto a destra) è indice inequivocabile di contaminazione.



In rari casi (foto qui a sinistra), si rende necessaria anche una revisione della stufa.

11 giugno 2009

ni hoja verde, ni hoja azul

per chi, saltati i commenti al precedente poetico post, si fosse stupito ieri per l'inusitato colore verde di appropó, segnalo che ho modificato per un giorno il colore di base, per chiarire ad un anonimo imbecille che appropó, gli piaccia o no, non è Foglio Azzurro.

9 giugno 2009

Parfait Jans poeta

Sempre attento alle vicende politiche nostrane, Parfait Jans, conosciuti i risultati elettorali, ha inviato questo poetico commento:


Désormais, à l'instar du gamin Gavroche (personnage du roman « les Misérables » de Victor Hugo) qui chantait sur la barricade:


« Je suis tombé par terre,
c'est la faute à Voltaire,
le nez dans le ruisseau,
c'est la faute à Rousseau… »



nos petits Valdôtains pourront chanter:

«L 'U.V. » est tombée dans le piège romain,
c'est la faute à Rollandin,
elle a choisi le mauvais chemin,
c'est la faute à Rivolin… »



(foto 12vda)

6 giugno 2009

omaha beach, ma anche juno, sword, gold e utah

un maliziosetto commento al post "piccoli Brambilla crescono" (vedi sotto), rammenta che oggi è l'anniversario del D-day, il giorno più lungo, quando gli alleati sbarcarono in Normandia in cinque diverse spiagge, ribattezzate in codice Omaha, Sword, Juno, Gold e Utah.
Ogni tanto è però utile ricordare il contributo che statunitensi e canadesi hanno dato e il prezzo che hanno pagato per consentirci la vita di oggi, la libertà di oggi, il benessere di oggi, il bilinguismo di oggi, juste, come direbbe qualcuno, pour remettre les pendules à l'heure.

5 giugno 2009

piccoli Brambilla crescono

regionali 2008: mesmerizzati da Michela Vittoria Brambilla, alcuni buontemponi del Circolo della Libertà di Courmayeur sostennero che, per gli elettori del PDL, l'unico voto utile sarebbe consistito nel votare per l'UV anziché per il proprio partito...
Appresa la bizzarra notizia (e incazzatosi non poco), il Ministro Claudio Scajola dichiarò a chiare lettere nel Comizio di Aosta che questi signori non erano un Circolo della Libertà, ma, letteralmente, "un circolo di imbecilli".

Come definirebbe il Ministro quegli esponenti del PDL che in questi giorni hanno predicato in lungo e in largo che il voto utile per il PDL non è quello per Berlusconi, ma quello per Marguerettaz?

3 giugno 2009

lunedì, la somma farà il totale?


Rhédy chéri,

drôles de valdôtains: c'est mercredi, mancano meno di tre giorni al voto, stasera comizi finali, ma nessuna atmosfera da dernière semaine. Zero capannelli, scarsi in città i falchi intercettatori da marciapiede agli angoli che contano, sempre la solita compagnia di giro per i paesi - ogni lista con la sua, ognuna diversa - che per un mese è andata per altrimenti deserti comizi(etti) giusto per fare numero ("vediamo di non fare troppo cattiva impressione...").
Quanta gente andrà a votare? Il 62%, come nel 2004? Di più? Di meno?
L'apparentamento dell'Union Valdôtaine al PDL, considerato empio e contro natura da parte degli elettori dell'UV e del PDL, farà salire o calare la percentuale di partecipazione al voto?
Un eventuale aumento dei votanti si tradurrà in un travaso di voti verso il Galletto o in un festival della scheda bianca?
Oppure, come sostiene qualcuno, gli ostaggi umani argineranno l'emorragia, le message est passé e le trippe mammellate, turandosi il naso "e quant'altro" - direbbe Rennie Smith, in pectore (suo) Sindaco di Aosta - apporranno in massa la crocetta sul jambon de Bosses?
Cosa hanno capito gli elettori del PDL?
Che votare Marguerettaz equivale a votare per il PDL?
Oppure che votare PDL equivale a votare per Marguerettaz?
Chi avesse capito la seconda, andrà a votare?
O prevarrà in ogni caso il nostro vecchio adagio "alle elezioni con i tuoi, allo hammam con chi vuoi"?
I Depretis d'ici, illuminati da un'epifania cadendo dallo sgabello durante un happy hour sulla via di Tabasco, hanno ufficiosamente attivato un servizio di pronto soccorso al vincitore, che alimenta non poco la confusione.
La madre di tutte le domande: premesso che nelle europee del 2004 la lista UV-SA-FA prese 21.124 voti e le liste confluite oggi nel PDL 13.535, la somma dei voti delle liste "Vallée d'Aoste" e PDL sarà uguale, superiore o inferiore a quattro anni fa (34.659)?
Cosa troveranno lunedì nelle urne i valdostani?
Sulla carta Marguerettaz pare avere ben poche chances. Qualcuna di più forse Louvin (chez Di Pietro potrebbero servire molte meno preferenze).
Se saranno entrambi eletti, o entrambi bocciati, si potrà dire tutto o il contrario di tutto, la politica serve appunto a questo. Idem se Marguerettaz fosse eletto e Louvin no. In questi casi resterebbe da verificare se la serendipity degli apparentamento-boys si rivelerà giustificata o se dovranno riattraversare lo specchio.
Ben maggiore però il casino se fosse eletto solo Louvin e/o gli elettori UV e PDL bocciassero sonoramente il padre di tutti gli apparentamenti non facendo quadrare il conto dei voti.
Si aprirebbe la caccia ai responsabili e un duro regolamento di conti.

Strana la politica in montagna, eh, Rhédy? Non come da noi...
Stammi bene, bisou à Roxane.
Usbek



bel compleanno, begli auguri, grazie a chi me li ha mandati...!

1 giugno 2009

una simpatica settimana al volante

lunedì giù a Roma, giunta Coni ore 12.30, pomeriggio su a Jesi alla Fondazione Gabriele Cardinaletti, di notte giù a Roma, martedì ancora più giù a Formia, Nicola ed Ernesto, olio e pasta, mercoledì su a Roma, coordinamento Fidal, ritorno ad Aosta, sosta un giorno e venerdì via a Padova, sabato powerpoint su "eguaglianza o egualitarismo", rientro sabato sera, domenica Grand Place di Pollein per Chi si ferma è perduto, poi battesimi, moto GP in tv e lettera alla Gazzetta Matin. Sorvolo su impegni, incontri, riunioni, conferenze. Ci sarebbe stata bene una puntatina finale alla frazione Trepalle (Livigno)... ma 4.000 km mi sono sembrati sufficienti. Ragnatele su appropò in temporaneo disarmo, commenti smozzicati, facebook solo compleanni, iPhone fumante.
Vorrei ora riposicchiarmi qualche giorno, festeggiare stasera gli 88 anni di mia mamma e, en passant, mercoledì il mio compleanno. Mi toccherà trascurare i campionati di società master: sabato voterò con tutti voi per il Parlamento europeo, domenica sarò ad Assisi per il matrimonio di Gianluca, il secondo figlio di Laura e Gigetto.

23 maggio 2009

cleone, nerone e laurent

Nel V secolo a.c. Cleone, allenato da Pitagora (si, proprio quello del teorema...) vinse tutte le gare olimpiche. Il suo primato durò cinque secoli, fino a quando Nerone per batterlo si recò ad ad Olimpia e fece aggiungere due gare (tragedia e canto) ai Giochi e promulgò una "leggina" per la quale ai giochi olimpici vinceva tutto l'imperatore.
E' di oggi (ore 17.14) un succoso comunicato stampa: il "concours d’écriture théâtrale dédiée à Magui Maquignaz", organizzato da "l’Assessorat à la Culture, l’Association Vignolet d’Arnad e la Fédérachòn Valdòténa di Téatro Populéro" è stato vinto da Laurent Viérin, con la sua pièce "Lo Trézor perdù".

18 maggio 2009

Manlio, questa te l'avevo promessa...

La psicoanalisi è una scienza inventata da noi ebrei
per insegnare agli anglosassoni come essere italiani.


13 maggio 2009

formia anni '50, '60 e '70

1964, di corsa sulla spiaggia di Formia.
In fila Salvatore Morale, Giorgio Mazza, Walter Zamparelli, il sottoscritto. Chiude la fila Sergio Bello.
Per altre foto d'epoca (di Formia), chi è curioso clicchi qui.
Chi volesse aiutarmi a riconoscere alcune persone, o correggere alcune didascalie, mi spedisca per favore un'email.

11 maggio 2009

il kohai parla, il senpai sa

Roberto L. Quercetani mi ha chiesto un "aside" di 2500 caratteri, da inserire nel libro che sta scrivendo sulla storia delle corse ad ostacoli. Ho fatto fatica, sempre meglio scrivere degli altri; comunque eccolo:

"1962, diciott’anni, tutto va in fretta. Quattro gare consecutive, quattro primati personali: 17”6, 16”6, 15”6, 15”2. Da signor nessuno mi ritrovai in un mese il miglior junior italiano. Mi presentarono dopo la gara di Saronno a Sandro Calvesi ed entrai a far parte di quella sua bottega dell’arte che nella nostra atletica non si ripeterà mai più. L’anno successivo, dopo un mezzo inverno al “college” di Formia, 14”2 a Torino, nazionale in Polonia, Giochi del Mediterraneo. Un altro anno ed era già Tokio, finale olimpica sotto la pioggia, occhiali che si bagnano, a memoria dal sesto ostacolo alla fine. Di lì la rincorsa ad un’altra olimpiade, questa volta con medaglia, poi ancora un campionato d’Europa, per ripiombare infine nella vita “normale”.
Tutto così in fretta, ma sarebbe stato impossibile se quel giorno, a Saronno, non avessi incontrato Sandro. Contrariamente a molti soloni tecnici di oggi, che si riempiono la bocca di test, formule e termini scientifici di cui neppure conoscono il significato, Calvesi “sapeva” e noi lo sentivamo. Sapeva guardare, distinguere l’essenziale dall’inutile, isolare i fattori limitanti la prestazione e suggerire il modo, talora gli espedienti, per correggerli. Conosceva toni e parole giuste, il tempo del rimprovero e quello della carezza, quando insistere e quando mollare, metabolizzavi regole e fair play. Gli allenatori imparavano sul campo facendo le cose, senza tensione, senza paroloni difficili. “Se un gesto è bello e armonioso, allora è anche tecnicamente corretto, il brutto è sbagliato”. L’essenziale. Un approccio socratico all’allenamento, inteso come il modo di tirare fuori da ciascuno, atleta o allenatore, tutto ciò che ha dentro. Passione, partecipazione, empatia, alla fine scopri che sai senza avere studiato. L’animale da gara che hai dentro farà il resto.
Era un’altra atletica. Un episodio su tutti: la finale degli europei di Atene nel 1969, la mia ultima gara. Viene dato il via, lo starter spara due volte e mi attribuisce una partenza falsa, che in realtà non avevo fatto (mai successo in carriera). Un’altra e mi avrebbero squalificato, il regolamento non era ancora schiavo dei tempi televisivi. Non protesto e mi rimetto dietro i blocchi, ma Alan Pascoe, l’ostacolista inglese responsabile della falsa, va dallo starter, si dichiara colpevole e mi scagiona. Lo starter (greco) chiama l’interprete e minaccia Pascoe di squalifica se avesse insistito a discutere la sua decisione. Tornammo sui blocchi e vinsi la gara."

9 maggio 2009


uno degli aspetti dell'arroganza del potere
è che esso ha la presunzione di sapere.

(Thomas L. Friedman, "Da Beirut a Gerusalemme")

8 maggio 2009

courmayeur über alles


Sinora la Valle d'Aosta era riuscita solo ad avere un sottosegretario.

Da oggi l'Espace Mont Blanc si porta in vantaggio: Michela Vittoria Brambilla, musa tutelare di Courmayeur, diventerà ministro.

E ciò, come mostra qui accanto la foto nel salotto di Bruno Vespa, con maggior classe e discrezione di Sharon Stone in "Basic instinct".

Luciana Littizzetto definirebbe il suo visoncino una "Jolanda freddolosa".

5 maggio 2009

gabbie

trasferta a Roma, oggi 5 maggio 2009, prezzo gpl, euro/litro:

Saint-Christophe (Ao): 0,560
Bocca di Magra (Sp): 0,545
Tarquinia (Vt): 0,490

Scusate se è poco.

29 aprile 2009

"volontario" significa "volontario"

facciamo pure una legge per dare due ergastoli, anzi quattro, a chi ha messo sabbia di mare e ferro della mutua nelle case di L'Aquila, quattro a chi non ha controllato chi doveva controllare gli estintori alla Thyssen, quattro a chi ha commesso altre nefandezze di cui i giornali sono ormai pieni.
Signori giudici, smettiamola però di definirli "omicidi volontari". Sono peggio, d'accordo, ma non "volontari", per favore. La gara a chi la spara più grossa non aiuta la giustizia.
Se l'italiano significa ancora qualcosa.

28 aprile 2009


preoccupante:

clicca qui oppure copia questo indirizzo nel tuo browser:
http://attivissimo.blogspot.com/2009/04/quando-il-corriere-riscrive-il-passato.html

due pesi, due misure
condannato di qua
assolto di là...

Su La Stampa (pagine locali) di oggi un articolo interessante, anzi, di più. Da leggere con attenzione cliccando sulle due immagini (inizio e conclusione). Questo buontempone è stato assolto dal tribunale (nessun reato) ma condannato dalla Corte dei Conti. E' possibile avere contemporaneamente ragione e torto? Essere contemporaneamente innocenti e colpevoli?
Non sarà che in questo paese c'è davvero qualcosa che non funziona? Che in perverse interpretazioni, in mano ai legulei e azzeccagarbugli, lo Statuto dei Lavoratori si trasformi ogni tanto nello Statuto dei Fagnán?
Non vorremmo tutti che La Stampa interpellasse i sindacati e pubblicasse la loro posizione in proposito?
Al tanto vituperato (in Valle) Ministro Brunetta, vogliamo riconoscere un cicinín di ragione?
Toteun...

27 aprile 2009

chi detiene i diritti del XXV aprile?

Da ragazzo papà mi portava ogni anno alla commemorazione della battaglia di Cogne (2 novembre 1944). Gli ex-partigiani della banda "Arturo Verraz" ricordavano quanto era avvenuto e chi non ce l'aveva fatta. Un incontro tra amici, senza dépliant, trombodiscorsi né foto sui giornali. Attizzato dall'annuale cancan su chi abbia brevettato il 25 aprile, ho ritrovato questa foto, datami anni fa da Marino Pasquettaz: 1945, la prima commemorazione. Non tutti parteciparono. "Mentre noi ci facevamo la foto a Cogne, credendo di avere vinto la guerra, qualcuno era rimasto ad Aosta con chi vinceva la pace" diceva mio padre.

23 aprile 2009

botta e risposta sui massimi sistemi

Federalismo: "..."fanculo, Brunetta, ne assumo quanti mi pare!"
Brunetta: "Bastardo!"

22 aprile 2009

E' l'ora in cui la turistica Aosta
ha già messo a nanna tutti i ristoratori.

Nella notte del lungo Tevere
carciofi da Perilli al Flaminio.

Alla romana fantastici, alla giudìa sublimi.

20 aprile 2009

atrazina e Casinò
(Napoli chiama Saint-Vincent)

atrazina
Nel 1988 a Napoli l'acqua del rubinetto non era più potabile. Conteneva atrazina (un erbicida) in misura superiore al livello massimo ammesso dalla legge.
Carlo Donat Cattin, Ministro della sanità, risolse brillantemente per decreto: moltiplicò per 10 (dieci…) la quantità di atrazina consentita. L'acqua, miracolo della politica, restò velenosa ma ridiventò potabile!

A Saint-Vincent, anni '50, il gestore del Casinò (all’epoca un privato) si teneva il 20% degli incassi (l'atrazina) e versava l'80% alla Regione. E ci guadagnava. Per anni e anni le cose non cambiarono gran che. Ma dopo la testardaggine del 1990 (l'appalto, tugno, non voleva capire chi doveva vincere), nel 1993 la Regione decise di gestire più o meno direttamente la casa da gioco.
Da allora il Casinò perde. Ecco perché gli interventi "all'atrazina".

Il ragionamento: "Hai incassato 100 milioni di euro? Me ne devi dare, secondo il disciplinare, il 75% e tenertene il 25%. Così però il tuo bilancio va sotto di 10 milioni? Bene, per quest'anno ti copriamo il disavanzo in Consiglio regionale, ma siccome non ci facciamo bella figura, stabiliamo subito che dall'anno prossimo non ci darai più il 75%, ma solo il 65%, così il tuo bilancio andrà in pari. Ma tu fai il bravo, metti a posto la gestione…".
Però, man mano che il Consiglio riduceva la percentuale dovuta alla Regione, i costi crescevano in proporzione (variando l'ordine dei mal-fattori il prodotto non cambia). Fu quindi periodicamente necessario, pour remettre les pendules à l'heure, diminuire ulteriormente la percentuale. Il giro si ripeteva e si è così arrivati, nel corso degli anni, al punto che la Regione riceve oggi solo il 40% degli incassi.

Non basta, ora ci risiamo.
Da quanto scrive La Stampa sabato la nuova linea del Piave sarebbe ormai il 20% alla Regione e l'80% alla gestione: "Prelevando solo il 20%, signori consiglieri, avremo un Casinò inutile (oops, “in utile”)."
Torneremo così ai numeri magici 80 e 20. Salvo che una volta l'80% andava alla Regione, ora andrà alla gestione.

Finché funzionerà...

17 aprile 2009

dizionarietto di politichese: "in-house"

in-house ['inhaus] agg e avv. interno (alla ditta, allo stabilimento ecc.). (Garzanti inglese-italiano)

Non vi è certo sfuggito che nei giorni scorsi il Consiglio regionale, stanziando 42 milioni di euro, ha approvato una legge per acquistare il 22,45% di Finaosta SpA e portare così la quota regionale al 100%, trasformandola in una società in-house.
La Stampa di mercoledì aveva anticipato la notizia, "spiegandola" ai valdostani in stretto politichese:
«La Regione ha fatto questo passo perché il diritto comunitario e quello nazionale non permettono di assegnare la gestione di servizi senza ricorrere al mercato, a meno che la realtà in questione non sia al 100 per cento pubblica e che il committente non eserciti un "controllo equivalente", vale a dire come quello che esiste sui propri uffici» (pag. 56, Sandro Camera).
Traduzione in italiano:
«La Regione ha fatto questo passo perché in questo modo non è più tenuta a fare regolari appalti sui prodotti e i servizi che affiderà a Finaosta».

Nel dibattito in aula il tema è stato elegantemente sfiorato da Andrea Rosset («...mi riferisco, tra l'altro, a servizi che potranno essere affidati senza ricorrere alle gare», ha dichiarato), mentre, sempre secondo La Stampa del giorno dopo (pag. 48, Giampaolo Charrère): «E’ un provvedimento doveroso - ha detto il capogruppo PDL Massimo Lattanzi parlando dell’intera operazione - con una valenza amministrativa e non politica».
Il fatto che un'acquisizione patrimoniale (per giunta di 42 milioni di euro dei contribuenti) non abbia valenza politica è una assoluta innovazione dottrinale. Quando poi essa serve a sottrarre una società ai vincoli del mercato, definirla "amministrativa" o "tecnica" è due righe difficile. Il fatto che lo faccia l'opposizione, annunciando il suo voto a favore, è a dir poco esilarante.
E poiché di politica si tratta, il tema avrebbe meritato un approfondimento sulla società e sulle sue attività, distinguendo quelle "caratteristiche" da quelle "atipiche" (non previste dallo statuto), da quelle infine della cosiddetta "gestione speciale". Sul riordino di questa complessità di Finaosta sarebbe forse stato il momento per intervenire efficacemente, meglio giustificando l'appoggio al provvedimento.
Più disincantato, al solito, venendo al sodo Claudio Lavoyer nel suo intervento ha dichiarato realisticamente: «il controllo della Regione su Finaosta esiste già». Come dire, perché tutto 'sto casino? tanto non cambia niente...
Lavoyer ha ragione, peccato che tutto 'sto casino costi 42 milioni di euro.

12 aprile 2009


Pasqua porterà consiglio

ma non porterà Giunta
oro non porta a Oropa
euro non porta in Europa

8 aprile 2009


e se da questa sera
il "ni gauche, ni droite"
si trasformasse in
"ni gauche, ni gauche?"

6 aprile 2009

Elezioni europee: prove politiche di trasmissione

Da diverso tempo i media valdostani pubblicano appelli dei Consiglieri regionali del PDL all’Union Valdôtaine affinché riveda il quadro delle sue alleanze. Nel caso di una sterzata a destra, dicono, in favore del Popolo delle Libertà, essi s’impegnerebbero a favorire e rendere più proficui per il Governo regionale i rapporti con quello centrale.
In stretto politichese, l’unica risposta del Conseil Fédéral UV è stata sinora il mandato ai suoi massimi rappresentanti di fare il possibile perché la Valle d’Aosta possa finalmente avere un suo rappresentante a Bruxelles. Vediamo se stasera il Conseil si pronuncerà più chiaramente.

Le candidature per il Parlamento europeo, il modo in cui avverranno le scelte di partiti e movimenti e le relative dichiarazioni ufficiali costituiranno perciò un’importante cartina di tornasole. Esistono reali e concrete intenzioni dell’Union Valdôtaine di ridiscutere le sue alleanze? Rischierebbe l’UV problemi di tenuta interna, considerata l’âme gauchiste che da sempre la caratterizza? L’emorragia verso Renouveau e Aoste Vive (il Galletto) ha spostato in modo così sostanziale i rapporti tra le componenti di sinistra e di destra al suo interno? L’apparente luna di miele tra alcuni esponenti unionisti e alcuni Consiglieri regionali del Popolo delle Libertà sboccherà in una presa di posizione ufficiale UV a favore del PDL?

Sul fronte del Popolo delle Libertà, caratterizzato da un prevalente voto d’opinione, estraneo in Valle alle reti d’interesse clientelistico personale, gli elettori sarebbero favorevoli ad un accordo con l’UV oppure preferirebbero proseguire la pur faticosa traversata nel deserto fino alla terra promessa dell’alternanza? Non è forse l’alternanza uno dei valori fondamentali sostenuti e realizzati dal PDL nel nostro Paese? Non cozza essa duramente con il dividi et impera implicito nel precetto “ni droite ni gauche”? Alternanza può avere qui da noi significati diversi da “alternativa all’UV”?

Su un piano più realistico si possono avanzare più ipotesi.

Scenario uno (vive da solo o, a scelta, con uno qualsiasi dei tre successivi): l’UV dichiara ufficialmente e inequivocabilmente, prima delle elezioni europee, che il PDL entra, o entrerà subito dopo, quale che sia il risultato, nella compagine di maggioranza in Regione. E’ possibile? Che succederebbe nell’elettorato dell’UV?
Scenario due: l’UV non presenta una propria lista ma concorda di inserire un candidato unionista nella lista del PDL, e stringe un accordo di scambio di preferenze con un candidato PDL di fuori valle. Come sarebbe percepito dall’elettorato valdostano del PDL? Seguirebbe l’indicazione, votando per un unionista? Se così non fosse, non ci sarebbe il rischio di sentirsi dire, dopo le elezioni: “la gente, gli elettori non hanno capito, i tempi non sono maturi…?”. Quanti unionisti voterebbero una compagine con Silvio Berlusconi capolista?
Scenario tre: l’UV propone al PDL valdostano di “desistere” non presentando un proprio candidato e di votare il candidato unionista di una lista unionista, in cambio di un mutato futuro atteggiamento. Fantapolitica.
Scenario quattro: è l’UV a “desistere”, invitando il proprio elettorato a votare per un candidato del PDL valdostano. Esiste un tale candidato? Come per lo scenario uno, sarebbe realistico tutto ciò? Che farebbero gli elettori unionisti?
Scenario cinque: le ipotesi da uno a quattro vengono tutte scartate, per cui alla fine si va come al solito, ognuno con il suo candidato, ognuno diverso, promettendosi reciprocamente durante le trattative che, se non si calca troppo la mano durante la campagna elettorale al punto di compromettere i rapporti, poi si vedrà. Domanda: le garanzie?

Negli scenari, sostituendo la Lega al PDL, poco cambia, ma sorgerebbe spontanea la domanda: "dove stanno i voti per andare in Europa?". Con uno spruzzo di apparentamenti la musica non cambierebbe poi molto. Di possibili accordi con il PD e Galletto non si ha più notizia.

Il prossimo futuro si annuncia perciò assai interessante. Speriamo solo che tutto si svolga nella massima chiarezza e trasparenza e gli elettori possano perciò esprimere alle europee un consenso responsabile e informato.

voip, noip e lorop



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