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27 aprile 2009

chi detiene i diritti del XXV aprile?

Da ragazzo papà mi portava ogni anno alla commemorazione della battaglia di Cogne (2 novembre 1944). Gli ex-partigiani della banda "Arturo Verraz" ricordavano quanto era avvenuto e chi non ce l'aveva fatta. Un incontro tra amici, senza dépliant, trombodiscorsi né foto sui giornali. Attizzato dall'annuale cancan su chi abbia brevettato il 25 aprile, ho ritrovato questa foto, datami anni fa da Marino Pasquettaz: 1945, la prima commemorazione. Non tutti parteciparono. "Mentre noi ci facevamo la foto a Cogne, credendo di avere vinto la guerra, qualcuno era rimasto ad Aosta con chi vinceva la pace" diceva mio padre.

3 commenti:

  1. Credo che sarebbe ora dopo 64 anni di superare queste differenziazioni.Vero, i repubblichini erano dalla parte sbagliata, questo nessuno lo nega però credo sarebbe ora di ritrovare unità e serenità. Dovrebbe diventare una festa di tutti gli italiani di qualsiasi colore politico essi siano.

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  2. Io ho più volte difeso le ragioni di coloro che in buona fede, o per necessità, o perché le condizioni del momento vollero così, aderirono a Salò. Ho anche più volte ribadito la condanna del comportamento del Re e di Badoglio che ritengo siano stati gli unici e veri responsabili del disastro dell'8 settembre.
    Ho approfondito la storia dei martiri di Cefalonia vittime prima dell'opportunismo del sovrano e del capo del Governo e poi dei tedeschi. Ho cercato di capire le ragioni di Mussolini andando dietro alle tesi di De Felice che racconta la scelta di costituire la RSI come l'ineluttabile scelta di un uomo sfiduciato e stanco che voleva salvare il salvabile.
    Ho fatto molti passi verso l'avversario di allora ma che oggi i suoi eredi spirituali mi vengano a raccontare che scegliere Salò o scegliere la Resistenza deve essere considerato di pari valore e che i combattenti delle due parti debbano essere considerati su un piano di pari dignità mi fa rivoltare lo stomaco.
    Se a questo aggiungiamo i desiderata che vengono fuori dalle parole di alcuni ministri ed il metodo con cui si tenta di imporre un ritorno allo Stato centrale che tutto decide (compresi i contratti di lavoro) allora forse sta suonando un campanello di allarme. Ho più volte sostenuto che bisogna dialogare con tutti ma ora mi viene qualche dubbio.

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