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26 maggio 2007

tre speranze per l'Europa

In pochi giorni Nicolas Sarkozy è già andato a Berlino da Angela Merkel (subito) ed ha fatto visita a Bruxelles all'Unione Europea (questa settimana). Vi ammannisco il mio sintetico intervento di 15 giorni fa in Consiglio regionale in occasione della giornata dedicata all'Europa. Tre punti che reputo importanti:

"Puisque nous sommes aujourd'hui tous européistes, je me bornerai à faire trois souhaits à l'Europe.
D'abord que la ratification du Traité, l'ainsi dite Constitution Européenne, ne puisse passer sans l'accord des régions, des peuples et des citoyens. La position exprimée par Monsieur Sarkozy le long de sa campagne électorale, de déplacer l'approbation du Traité à l'Assemblée Nationale, la soustrayant à un référendum qui l'a, par ailleurs, déjà repoussée, doit s'accompagner d'une modification du texte actuel du Traité même, afin qu'il tienne bien compte des régions, des peuples et des citoyens. Le deuxième souhait: que l'abandon du critère de l'unanimité rééquilibre la balance du pouvoir entre l'Europe des fonctionnaires et l'Europe de la Politique, portant à l'abandon de l'actuelle tendance suicidaire vers le suffoquant régime des règlementations, tel que l'a géré jusqu'ici l'Europe des bureaucrates.
Le troisième souhait est que ce nouvel axe France-Allemagne, qui va se reconstituer entre Monsieur Sarkozy et Madame Merkel, porte à une différente politique monétaire de la Banque Centrale Européenne. Nous assistons aujourd'hui à l'étranglement de notre économie et à un frein de notre croissance, suite à l'insoutenable niveau de l'euro par rapport au dollar. D'un côté la Chine soutient le dollar en rachetant la dette américaine et obtient en échange une politique tolérante du WTO, de l'autre c'est nous, les européens, qui soutenons la croissance américaine en payant par une valeur excessive de l'euro. Etats-Unis, Chine, Europe: voilà le triangle de la globalisation, ou si vous aimez mieux, de la mondialisation, dans lequel nous jouons actuellement le rôle du partenaire perdant. Nous nécessitons aujourd'hui un plan de développement continental de l'Europe dans lequel faire jouer un euro plus compétitif par rapport au dollar - sans relâcher bien sûr la vigilance sur l'inflation -, un plan axé sur une politique de croissance qui nous permette de doubler le cap de 2013, le cap du transfert des aides communautaires du Sud à l'Est de l'Europe.

9 commenti:

  1. Ma, al di là delle parole e dei principi, la Valle d'Aosta è sicura di voler entrare in Europa? Forse con il suo socialismo alla valpeullinentze e la "meritocrazia" dei trombati, che ieri nomina Rollandin presidente della CVA e oggi Maurizio Martin amministratore delegato dell'INVA? Mi sa che in Valle d'Aosta continuiamo a sciacquarci la bocca con l'Europe des peuples (nessuno la mette in discussione), per evitare di parlare dei problemi veri. Qualcuno ha mai pensato che cosa succederebbe se l'Europa si mettesse a passare seriamente e sistematicamente al vaglio la legislazione regionale, infarcita di leggi contrarie alla libera concorrenza economica e di assistenza illecita a tutti i settori economici (agricoltura, industria, turismo e terziario in genere)?

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  2. Anch’io ho dovuto apprendere dai giornali la nomina del nuovo amministratore delegato di Inva. Sei sarebbero le canoniche domande di Mark Twain - chi, perché, cosa, dove, quando, come – e tre le risposte sgradevoli. Non pago, il destino cinico e baro ha portato la pioggia, rovinandoci le gare di atletica ed ha posto sulla traiettoria di Raikkonen il guard-rail delle piscine.
    Insomma, non certo una grande giornata.
    Tornando all’Eruopa, ci sono dei pro e dei contro, ma tutto è conseguenza del fatto che ci fecero un piacere a prenderci malgrado non fossimo a posto con tutte e tre le condizioni poste dal trattato di Maastricht. A seguito di ciò il patto di stabilità fa male più a noi che agli altri stati membri e più degli altri la nostra economia patisce il livello assurdo dell’euro. D’altra parte, conciati come eravamo, non abbiamo certo avuto gran voce in capitolo quando si è deciso il famigerato 1936,27.
    Deuxième question: l’Europa passa seriamente e sistematicamente al vaglio la legislazione regionale che le viene notificata. Quella che non le viene notificata non passa alcun vaglio (salvo l’impugnativa eventuale del governo nazionale). L’assistenza e i contributi, per essere considerati turbativa della concorrenza e/o aiuti di stato, devono superare il cosiddetto de minimis, quest’anno aumentato da 100.000 a 200.000 euro nell’arco di tre anni. Al di sotto non si notifica. Sotto la soglia del de minimis le cifre sono poco rilevanti per medie e grandi aziende nazionali, ma in una regione in cui di privato esistono in pratica solo micro-aziende e non esiste libero mercato, esse possono fare la differenza.
    Non si tratta perciò di assistenza illecita, ma di scelta politica. Su questa sarebbe utile e necessario che si aprisse - senza preconcetti - un dibattito per il futuro della Valle.

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  3. Per assistenza illecita non intendevo dire assistenza illegittima, mi sono espresso male, ma assistenza che contraddice in maniera palese gli indirizzi della comunità europea, che vanno invece in direzione contraria. In altre parole, da una parte vorremmo andare in Europa prima e meglio del resto d'Italia (salvo frignare per avere sempre maggiori contributi di cui non sappiamo poi cosa fare se non spenderli per inutili progetti, progetti, progetti interreg), e dall'altra continuiamo a legiferare in modo completamente opposto a quanto la comunità ci richiede. Non è un po' schizofrenico? Su questi temi spero che tra le forze politiche si apra in tempi brevi non solo un dibattito, ma che esse indichino chiaramente la strada sulla quale intendono mettersi. La scelta tipica del politico di "non affrontare oggi quel che puoi rinviare a domani" potrebbe alla lunga essere rovinosa non solo in sé, ma anche per il politico.

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  4. dibattito: sono d'accordo;
    strada: scegliamola senza precondizionamenti;
    rinviare: basta.

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  5. Un magico buongiorno.
    In Italia le uniche voci che hanno sostenuto un'idea di Europa diversa da quella delle banche e del mercato sono state quelle dell'estrema sinistra e della destra di Almirante. Circa l'estrema sinistra non c'è gran ché da dire, o si fa un'Europa comunista o loro saranno sempre contrari. Circa Almirante invece inviterei le persone in buona fede a dare un'occhiata ai suoi scritti sull'Europa Nazione, troveranno che, con un linguaggio e dei concetti ormai passati, l'idea di Europa che lui proponeva era un'Europa fatta di valori nazionali, occidentali e cristiani ampiamente condivisibili.
    E adesso vi prego, non cominciate a gridare al fascista come hanno fatto col Caio Giulio Cesare sull'ex-forum di Caveri, non sono tale, solo che leggo, leggo molto qui nel folto del bosco e vi assicuro che se ci si spoglia dei pregiudizi c'è roba buona un po' dappertutto.
    Vi saluto, il Mago.

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  6. Un mio commento del tutto personale e a latere per chiunque partecipa o parteciperà a questo od altri forum o discussioni di qualsiasi genere: si continua a tirare in ballo comunismo e fascismo (o meglio comunisti e fascisti): credo che si possa parlare ormai con chiunque di qualsiasi cosa ... lasciando però, evangelicamente, che i morti seppelliscano i morti

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  7. perfettamente d'accordo, siamo contrari a tutti gli *ismi. Una battaglia che si sperava vinta con la fine del secolo breve.

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  8. Si sig. Courthoud, capisco, ma il fatto è che essi non sono morti. Io, come Mago, esoterico e millenario, sento fortemente il pericolo costituito dalla devastante ideologia materialista di cui sono portatori i marxiani di ogni tempo. Essi sono ancora qui, padroni di molti campi dell'economia, della cultura e della società in genere. I fascisti invece sono minoritari ed emarginati, ma ci sono ancora anche loro, non sono spariti col 31 dicembre 2000.
    Per il resto concordo perfettamente con Lei che sarebbe meglio superare queste categorie paleopolitiche e andare verso spazi mentali più ampi.
    La saluto, il Mago

    lapostadelmago@email.it

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