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5 maggio 2007

venerdì farcito (kultur und politik)

Capita, come ieri, che alle sei del mattino ti trovi già in ufficio a preparare emendamenti su due nuovi disegni di legge per la V Commissione che attacca alle nove. Lì poi tutto regolare, salvo lo scazzo con il ragazzo di Cervinia. Ok, ha appena nevicato, questo però non autorizza interpretazioni del regolamento ad usum unionis. Tra audizioni, discussioni e votazioni non si finisce comunque prima dell'una meno un quarto e mi tocca mendicare a Dario Comé un passaggio, ero sceso ad Aosta in moto e non attrezzato per la pioggia. Trangugio qualcosa e giù di nuovo: alle due e mezza tavola rotonda su TFR, previdenza integrativa e dintorni. Il tema attizza.
Mons. Anfossi approfondisce gli aspetti etici di una società ormai a geometria variabile, Joseph Rivolin à vol d'oiseau ripercorre la storia della solidarietà in questa valle dalle corvées alle confraternite religiose fino alle società di mutuo soccorso, insomma dal medioevo a stamattina, quindi la parola va ai tecnici. In particolare il Prof. Gianfranco Cerea illustra le tragiche proiezioni del carico delle pensioni sulle risorse del paese se si va avanti così, e l'esperienza delle province autonome di Trento e Bolzano, dove si è riusciti ad innescare un interessantissimo meccanismo virtuoso del quale tassello non secondario è l'accoppiamento di un fondo regionale (PensPlan) con i benefici conseguenti sul riparto fiscale. Resta irrisolto il nodo della comunicazione.
Chiosa e modera Aurelio Marguerettaz, che suggestivamente identifica nella previdenza integrativa la chiave di svolta per la soluzione del problema. Segue interessante, interessato e partecipato dibattito. Il tempo vola e sono ormai quasi le sette, giusto il tempo di passare da casa, rispondere alle email del giorno e partire senza mangiare per Verrès a sentire l'acchiappavirus Paolo Attivissimo e la sua conferenza Ma che male fanno le bufale? Miti e disinformazione creano paure tecnologiche: come fare chiarezza (praticamente come difendersi dalle bufale metropolitane che imperversano sull'internet). Il dibattito si protrae fino a mezzanotte, poi si rientra ad Aosta per una pizza al Bataclan con Elena e Angelo. Alle due a letto.
Ventuno ore, una bella giornata.

4 commenti:

  1. bravo, concordo, ma forse non sai che cosa è un blog (da web log), ossia un diario. Scrivo quello che mi pare, cercando di non offendere nessuno, senza che nessuno sia o si senta costretto a venirlo a leggere. Vedi un po' tu.

    ...e poi, voyons, quelle maiuscole urlate...
    Se per Baudelaire viaggiare era la grande maladie, l'horreur du domicile, la netiquette dovrebbe almeno averci trasmesso l'horreur des majuscules.

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  2. Invece a me è piaciuto.
    Una cronaca piacevole e simpatica di una giornata interessante.
    Bravo Eddy.
    Come avrai potuto vedere sul forum di Caveri io amo definirmi un uomo libero (libero dentro, evidentemente, perché quanto ad essere liberi nella vita quotidiana ...); bene, proprio per questo mi piace chi, con coraggio e dignità, si mette in gioco senza nascondersi.
    Ti faccio quindi i miei complimenti per questo blog che tieni ordinato e pulito come una casetta di montagna (complimenti un po' invidiosi anche, perché anch'io avrei voglia di fare una cosetta così ma non ne ho il tempo).
    Al diavolo l'anonimo che urla in casa d'altri, la sua viltà nel non firmarsi è già di per sè la sua condanna.
    Ciao.
    Corrado Olivotto (unionista libero e, per ciò, sgradito).

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  3. anche a me è piaciuto.
    perchè la gente deve sempre sparare sugli altri?

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