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20 aprile 2009

atrazina e Casinò
(Napoli chiama Saint-Vincent)

atrazina
Nel 1988 a Napoli l'acqua del rubinetto non era più potabile. Conteneva atrazina (un erbicida) in misura superiore al livello massimo ammesso dalla legge.
Carlo Donat Cattin, Ministro della sanità, risolse brillantemente per decreto: moltiplicò per 10 (dieci…) la quantità di atrazina consentita. L'acqua, miracolo della politica, restò velenosa ma ridiventò potabile!

A Saint-Vincent, anni '50, il gestore del Casinò (all’epoca un privato) si teneva il 20% degli incassi (l'atrazina) e versava l'80% alla Regione. E ci guadagnava. Per anni e anni le cose non cambiarono gran che. Ma dopo la testardaggine del 1990 (l'appalto, tugno, non voleva capire chi doveva vincere), nel 1993 la Regione decise di gestire più o meno direttamente la casa da gioco.
Da allora il Casinò perde. Ecco perché gli interventi "all'atrazina".

Il ragionamento: "Hai incassato 100 milioni di euro? Me ne devi dare, secondo il disciplinare, il 75% e tenertene il 25%. Così però il tuo bilancio va sotto di 10 milioni? Bene, per quest'anno ti copriamo il disavanzo in Consiglio regionale, ma siccome non ci facciamo bella figura, stabiliamo subito che dall'anno prossimo non ci darai più il 75%, ma solo il 65%, così il tuo bilancio andrà in pari. Ma tu fai il bravo, metti a posto la gestione…".
Però, man mano che il Consiglio riduceva la percentuale dovuta alla Regione, i costi crescevano in proporzione (variando l'ordine dei mal-fattori il prodotto non cambia). Fu quindi periodicamente necessario, pour remettre les pendules à l'heure, diminuire ulteriormente la percentuale. Il giro si ripeteva e si è così arrivati, nel corso degli anni, al punto che la Regione riceve oggi solo il 40% degli incassi.

Non basta, ora ci risiamo.
Da quanto scrive La Stampa sabato la nuova linea del Piave sarebbe ormai il 20% alla Regione e l'80% alla gestione: "Prelevando solo il 20%, signori consiglieri, avremo un Casinò inutile (oops, “in utile”)."
Torneremo così ai numeri magici 80 e 20. Salvo che una volta l'80% andava alla Regione, ora andrà alla gestione.

Finché funzionerà...

1 commento:

  1. Il Ministro Brunetta è antipatico: non perde occasione per segnalarsi con dichiarazioni offensive. Il Ministro Brunetta è ingiusto: ai suoi collaboratori non sono stati applicati i tagli allo stipendio che hanno falcidiato le buste paga dei funzionari statali. Il Ministro Brunetta è presentuoso: crede che, con una carriera diversa, avrebbe potuto vincere il Nobel. Ma il Ministro Brunetta ha ragione: la Valle d'Aosta spende soldi altrui. E li spreca, al punto di mandare in malora una casa da gioco. Per finirla con le stucchevoli polemiche sui privilegi valdostani e per permettere di separare i buoni amministratori dai cialtroni, occorre che la Valle viva dei soldi suoi, tutti ma solo quelli. E' quindi necessario che venga soppresso il trasferimento sostitutivo dell'IVA sulle importazioni. Quest'ultima non avrebbe già dovuto far parte del pacchetto negoziato nel '71 e cui si è dato attuazione nell'81, e, a maggior ragione, non andava compensata con un trasferimento senza nessuna giustificazione, che la VdA percepisce sola tra tutte le regioni italiane e che marcisce la politica locale insieme a fare di noi tutti dei bersagli per sfoghi ministeriali. Abrogare semplicemente la legge del '92 che istituisce questo trasferimento - a motivo per esempio della doverosa soldarietà verso un'altra popolazione di montagna, quella abruzzese - sarebbe un atto igienico per noi e redditizio per il governo. Ecco, il Ministro Brunetta, invece di parlare, dovrebbe presentare un disegno di legge "Misure Straordinarie di solidarietà con le popolazioni colpite dal sisma", nel quale, oltre alle solite mille porcate, si stabilisse anche che l'articolo 8, comma 4, della legge 498 del 23 dicembre 1992 è abrogato. Poi vediamo chi ha davvero "una marcia in più".

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