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15 gennaio 2009

aridatece er puzzone!

Dopo alcune (furtive) avvisaglie, ballon d'essai e carotaggi in trasmissioni radio locali, ieri sera, su richiesta di migliaia di fedeli, si è aperto il processo di canonizzazione "da vivo" di Luciano Moggi.
Il Consiglio superiore della nomenklatura si è riunito in sessione pubblica ante telecameras nella chiesa di Porta a Porta, che conserva la preziosa reliquia della Santissima Gobba di Notre Dame de la Juventus.
Per l'iter si è scelto di procedere magnis itineribus: 8 gennaio condanna di Moggi, 14 gennaio apertura della causa di behatificazione. In sei soli giorni dalle stalle alle stelle. Non avendo ancora all'epoca ricevuto le stimmate, Moggi aveva impiegato più tempo, negli anni '70, per progredire dalla stazione al pallone. La fulmineità della sua santificazione, oltre a derogare al principio del tempo necessario ("Un lasso di tempo considerevole deve trascorrere prima che qualsiasi causa di beatificazione o di canonizzazione possa essere terminata, dai primi passi dell'informativa, dell'inchiesta, o del processo, alla emissione del decreto super tuto", questa la regola della Congregazione), richiederà forse di "saltare" il gradino della behatificazione, stabilendo che qui consuetudo non est lex, malgrado Isidoro da Siviglia sostenesse, fin dal sesto secolo che "Mos est vetustate probata consuetudo, sive lex non scripta".
Per accelerare i tempi, alla Congregazione (altissimi prelati) è stata sostituita una Congrega (giornalisti e reality-opinionisti). Si è inoltre fatto riferimento ad un principio sancito nella causa di beatificazione di Papa Wojtila: "Per la canonizzazione di confessori o martiri in questa fase è soltanto richiesto che i due miracoli operati dopo il permesso che concede il culto pubblico siano discussi in tre riunioni della Congregazione". Avete letto bene: null'altro che "due miracoli" attribuiti "all'intercessione della persona oggetto del processo". Robetta, per Big Luciano.
Ci siamo in pieno: le intercettazioni telefoniche, addirittura certificate dal tribunale, provano che Moggi ha svolto l'attività di "confessore" (era addirittura il cappellano degli arbitri) e la vergognosa persecuzione alla quale è sottoposto lo qualifica come "martire". Sulle "intercessioni", poi, vorrei vedere chi ha qualcosa da dire...
Tre trasmissioni di Porta a Porta ed è fatta. "Ho anche due etti di Matrix: lascio o tolgo?".
Di miracoli, altro che due...! Il primo è documentato addirittura in un libro edito nel 1998: "Lucky Luciano". Dice l'ultima di copertina (tutto lì, bello stampato): "Da ferroviere a padrone miliardario del Calcio: il "miracolo italiano" di Lucianone Moggi" (proprio nel 1998, alla sua uscita, ne regalai per natale una copia a Dino Vierin, uno dei due grandi sacerdoti del culto della Gobba in Valle d'Aosta). Miracoli a bizzeffe, diciamolo: scudetti della Juventus, titoli mondiali, apparizioni, sparizioni, promozioni, globalizzazioni (Gea World, la prova tautologica dell'esistenza di Moggi), la moltiplicazione dei rolex, delle sim e delle sum, la tariffa magica tutto gratis. E infine, il miracolo più grande: l'autoriabilitazione in sei giorni: 8 gennaio condanna, 14 gennaio beatificazione. Solo un suo illustre predecessore era riuscito a fare di più in sei giorni, ma si era poi dovuto riposare. Lucianone non riposa mai.
La decisione finale sull'opportunità di procedere alla canonizzazione è in ogni caso riservata al Papa.

2 commenti:

  1. Standing ovation. Pezzo memorabile, Eddy. Degno del grande Eddy maestro di ironia e sarcasmo che conosco e ammiro da una vita.
    Ma chi lo legge sarà in grado di apprezzare finezze come "behatificazione" con la acca, che tira in ballo il giornalista sportivo (e non) Oliviero Beha?
    Ti prego, dimmi che non mi sono sbagliato, che era una chicca volutamente lasciata lì con nonchalance, per i palati raffinati!
    Grazie per le citazioni dal mio blog, comunque.
    In quello sugli Agnelli sono saltate le ultime due righe, ma il senso della battuta finale si capisce lo stesso.

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  2. chi ha seguito ieri sera p2p ha certamente capito che Oliviero faceva il cavaliere nero.
    In proposito Gianni Agnelli disse: "Molte volte ti trovi di fronte a qualcuno di cui sai benissimo che gli è necessario mentire, e conosci le ragioni che glielo fanno fare: e dal momento che hai capito, hai quasi perdonato".

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