Sotto schiaffo di referendum fervono le consultazioni tra i gruppi politici per trovare la quadra sulla nuova legge elettorale regionale. In Italia, com'è noto, siamo passati dal Mattarellum al Tatarellum, per finire con il Porcellum. In Valle d'Aosta, diciamocela tutta, siamo più bravi. Coordina le trattative Guido Cesal, con l'obiettivo di una legge partagée, capace di mettere d'accordo 32 consiglieri, ossia tutti meno i tre arcobaleni verdi referendari, le cui proposte, secondo gli antireferendari, porterebbero ad un Bordellum (prendetela com'è, non è colpa mia se il relatore Bortot non si chiama Bordot...). La Fédération ha buttato sul tavolo due proposte (Lavellum e Foyellum), due anche i DS (Fontanellum e Sandrellum), mentre Forza Italia spinge il Latticellum. La Stella Alpina tace ma non acconsente. Cesal, su indicazione degli shogun che condividono la cabina di regìa del Conseil Fédéral, si è avvalso della consulenza del noto costituzionalista Don Fabrizio Corbera. La succulenta proposta Cesal si chiamerà Cesellum e si annuncia rivoluzionaria, soprattutto per il nuovo numero delle preferenze, che saranno, incredibile a dirsi, tre, per di più innestate su un inedito sistema proporzionale con sbarramento a due consiglieri. Pare che i costruttori potranno proporre la sfiducia e che i consiglieri potranno esternare le proprie emozioni ad un singolo assessore. Da definire bene ancora incompatibilità ed ineleggibilità. In Valle d'Aosta avremo dunque il Cesellum. A Roma, Romano Prodi parrebbe intenzionato ad affidare la trattativa alla Sen. Silvana Pisa (Ulivo): si passerà così dal Porcellum al Pisellum.
Italiani, attenti al Fornellum.
Friday Squid Blogging: Transcriptome Analysis of the Indian Squid
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10 ore fa
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