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13 aprile 2010

chi conta tace, chi non conta fa la conta

Scorrendo i giornali locali degli ultimi giorni, dove campeggiano commenti e dichiarazioni sulle prossime comunali, soprattutto quelle di Aosta, pare che le dimensioni di foto e titoli siano inversamente proporzionali alla reale capacità dei personaggi d'incidere sulle scelte che contano. Chi conta tace.
Mi sovviene un racconto anni '60 di Woody Allen, Il diario del rivoluzionario Vargas, una parodia delle avventure nella Sierra che portano due fratelli e la loro banda di guerriglieri, per un gigantesco equivoco finale, a scacciare un tiranno fantoccio e prendere il potere.
Quando stremati ("oggi va meglio, riporta il diario, le defezioni sono limitate a quanti sono in grado di camminare...") si tiene un ultimo lungo conciliabolo notturno (decideranno di arrendersi) attorno al fuoco dell'accampamento, Vargas scrive: "...e io assistevo ammirato a come discutevano ed avevano una soluzione per tutti i maggiori problemi del pianeta. E pensare che, fino alla settimana scorsa, facevano tutti e due i lustrascarpe all'Hilton!"

1 commento:

  1. Meglio ancora (ci hai pensato, ma sei ammalato e quindi prudente): chi tace conta. Che cosa, a ciascuno deciderlo. Ma comunque tanto. Potenza del calcolo...

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