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12 febbraio 2007

Finché c'è Autan c'è speranza

Tanto per cominciare passi una ventina di giorni a spararti tutti i vaccini possibili e immaginabili, dall'epatite al tifo, dal colera al tetano, scampando solo a quello contro la meningite, ritenuto inutile per chi non corre rischi per mancanza dell'organo bersaglio. Il tutto condito da profilassi antimalarica. In ogni caso rigorosamente senza ticket. Poi, mercoledì 7 e giovedì 8 consiglio regionale. Si parte a metà seduta dell'8: fai appena in tempo a votare sulla mozione relativa alle cariche di Finaosta e ti tocca subito lasciare l'aula dei franchi tiratori per andare a prendere l'aereo per Bamako (Mali), entrando di diritto tra coloro che qualcuno, maliziosamente, chiama i franchi viaggiatori.
L'appuntamento è questa volta con la Troisième Rencontre Internationale des Régions Francophones, organizzata dall'AIRF (Association Internationale des Régions Francophones), che si penchera sul tema Entreprendre en Francophonie.
La sessione dedicata alle Conditions du développement local sarà presieduta da Luciano Caveri.
I temi sono tutti interessanti. Affascinante quello sulle Infrastructures numériques, illustrato con rigueur cartésienne da Louise Lassonde. Illuminante quanto (purtroppo) esilarante quello sul commerce équitable grazie all'esposizione del laotiano Sengdao Vangkeosay, imprigionato a suo tempo dai colleghi comunisti perché troppo liberale, considerato oggi troppo a sinistra da quando i suoi ex-colleghi comunisti l'hanno scavalcato a destra (e vittima di due bombe sulla sua auto), ma sempre fedele alla ricerca della società civile nella giungla di montagna. Sconfortante l'appello per la Santé di Youssouf Issabré, che illustra un quadro desolante dello stato sanitario del paese.
Durante la colazione di lavoro un'esaustiva presentazione a dieci mani dell'universo della microfinanza. Dai micro-prestiti alla raccolta del micro-risparmio, fino alle micro-assicurazioni. Tutto micro salvo i tassi, contrariamente a quanto pensano e/o propagandano nei paesi occidentali i duri e puri dell'universo equo e solidale. Il 2% al mese accontenterebbe anche i boss di Secondigliano. Alle obiezioni gli enti erogatori rispondono con una massima di Catalano: più conveniente il 25% che l'85%. Neppure Monsieur de La Palisse avrebbe saputo dirlo meglio.
Pomeriggio dedicato alle tecniche del finanziamento al credito per l'agricoltura, e in seguito ai problemi dell'alimentazione. Si chiude con il Forum des Régions e l'adesione all'AIRF di una ventina di nuove regioni, tutte quelle del vicino Burkina Faso più altre in vari paesi.
Bamako, la capitale del Mali, è un'immensa periferia marrone. Sabbia, case, capanne, tende, tettoie, una sinfonia di marroni, ton sur ton. Il Niger, il grande fiume che l'attraversa e la taglia, dà vita e cibo. E' già enorme qui, dove è quasi appena nato, per diventarlo ancor di più 1500 km a valle quando entra nello stato al quale dà il nome, il Niger, appunto, e finire in ultimo, gigantesco, in Nigeria.
Si scopre subito che per noi la scelta vincente sarebbe stata Vodafone o Tim, poiché chi, come il sottoscritto, ha H3G, rimane isolato dal mondo e piomba in crisi da astinenza da telefonino. Figuriamoci internet. Il business Center dell'albergo vende sì, banda e connessione, ma alle ore più strane, di solito quando non ti serve, e cambiando continuamente orario. In sostanza è sempre aperto, salvo quando ci vai tu.
Prima di cena cocktail in giardino. Gli unti sono gli europei e i canadesi, ma non per messianica predestinazione, nulla di mistico. E' solo l'effetto di spray e pomate anti-zanzara. Il rischio paludisme si concentra infatti dal tramonto all'alba. Al termine dîner libre, domani si va a Tombouktou (i pozzi di Bouktou), crocevia delle carovane Touareg, città dei 333 santi marabout, la porta sul Sahel.
Si parte alle 6,45: grande accoglienza all'aeroporto: il presidente della 6° regione del Mali, il Governatore e il sindaco di Tombouctou. Tutti i notabili in pista, in fila a stringere la mano agli ospiti à la basket. Spettacolo folkloristico con canti inneggianti all'eroico Presidente della Repubblica Amadou Toumani Touré, e poi tutti, con carovana di toyotone 4x4, alla sede del Consiglio regionale di Timbouktou, a dire il vero molto più modesto del nostro.
Nel patio, sotto un portico, gigantografie di tutti i consiglieri regionali (gli abitanti non hanno la televisione e vengono qui per vedere in effigie i loro governanti). Sabbia più fine, vento che te la infila dappertutto, e colore nocciola più chiaro che a Bamako, rotto però dai colori vivaci dei boubou e dei turbanti. Splendido il blu, distintivo dei touareg.
Discorsi di circostanza, presentazione dei due grandi progetti della regione: il Système Fabiguine, un canale di 18km per ricollegare il Niger a Tomboutkou e ai laghi che stanno scomparendo, e con essi l'agricoltura e la vita, e uno studio per il lancio turistico della regione. Riparte la carovana nel deserto, per farci ispezionare i lavori di scavo del canale, opera dei libici.
E poi via al centro intitolato ad Ahmed Baba, famoso marabout del 16° secolo, dove oltre 25.000 preziosi volumi sfidano il tempo grazie al clima secco del deserto, accuditi e restaurati da specialisti formati nelle università islamiche.
Non ci facciamo mancare nulla: è la volta della visita alla moschea, e poi tutti alla Maison des artisans, sorta di Chambre de Commerce locale, florilegio di tutte le attività, dai tessitori ai forgerons, dai fabbricanti di coltelli a quelli di gioielli, di tutto un po'. Ci accoglie il presidente, lo sceicco Djen Es Tron, che in arabo significa l'immarcescibile. Attorno alla Chambre il mercato, spazzato dalla sabbia, che ricopre tutto il paese e impedisce di distinguere l'età delle cose e delle case.
La visita si conclude con un banchetto nel deserto (altra carovana di 4x4), in mezzo ai Touareg, ospiti di Oumarou Ag Mohamed Ibrahim, Président du Haut Conseil des Collectivités Territoriales du Mali et Ancien Président de l'Assemblée Régionale de Tombouctou, nonché Trésorier général de l'AIRF.
Sontuoso cammello arrosto, con montone al suo interno, entro cui sta un pollo, e nel pollo un piccione, dentro al quale sta un uovo. La matrioska della cucina Touareg, insomma. Accompagnamento di musica dei nomadi, giro in cammello per chi vuole e, infine, tutti all'aeroporto ad imbarcarci sull'uccello di acciaio. Tout nouveau tout beau, ma troppo breve, giusto un assaggio per farti venire voglia di tornare. La prossima volta, però, con calma.

5 commenti:

  1. Prego di cambiare, nel secondo sondaggio, "geometri" con "ragioneria"...

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  2. Caro consigliere,
    trovo il suo blog molto interessante, onesto e scritto bene.
    Una boccata di ossigeno, in un contesto di "editoria telematica" regionale asfissiante, reso illegibile dalla cattiveria gratuita, dal cecchinaggio meschino, dall' egocentismo patologico... continui, la prego.

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  3. "Tout nouveau tout beau, ma troppo breve, giusto un assaggio per farti venire voglia di tornare. La prossima volta, però, con calma."
    E magari non a spese del contribuente...
    Senza nessuna polemica, stante che Lei rappresenta sicuramente la nostra regione molto meglio di altri viaggiatori in Russia o negli Emirati Arabi, ma non pensa che sarebbe ora di finirla con questi viaggi-premio offerti a consiglieri già strapagati ?
    A proposito, conoscendo il gusto per il lusso del presidente Caveri, posso chiederLe se avete viaggiato in prima classe? E magari anche il totale delle spese impegnate dalla Regione per questa trasferta? Che sarà piaciuta a voi e avrà gratificato almeno il vostro senso cromatico, ma che dubito sia servita granché ai "poveri dei poveri".
    Ancora un punto, questo invece decisamente polemico: Lei dice di essere partito dopo il voto su Finaosta e ci fa capire di non essere un franco tiratore. Se ne deduce che è Lei uno dei 18 che ha salvato il governo Caveri dalla mozione presentata dai Verdi contro la vergognosa nomina di Gianni Coda nel CdA della finanziaria regionale. A questo punto, mi scusi, ma come fa a scandalizzarsi per altri abusi, quando, prima di andarsene in gita, di fatto Lei si rende complice di uno dei peggiori mai commessi in VdA? Come può indignarsi per i tassi di interesse applicati in Mali, quando favorisce la creazione di un monopolio assicurativo e avalla un conflitto di interessi così gigantesco, dove i soldi dei poveri (sì, ce ne sono anche in Valle) vengono spesi abusivamente per arricchire chi ricco è già diventato, e in circostanze altamente sospette?

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  4. Constato innanzitutto che c’è anonimo e anonimo…
    L’anonimo che esprime il suo apprezzamento mi conforta, l’anonimo che insulta non lo “modero” perché fino a quando attacca personalmente solo me non ho problemi a lasciarlo sul blog e a rispondergli.
    Non conosco i dettagli di altri viaggi-premio, come li definisce. Non sono mai andato in Russia o negli Emirati a spese della Regione. Durante la legislatura passata sono stato due volte all’estero, su mia richiesta, e precisamente a Barcellona alle due conferenze europee sull’energia e i trasporti che organizzò la compianta Commissaria Loyola de Palacio. Stato di avanzamento del libro verde e del libro bianco, protocollo di Kioto, trafori, intermodalità, dorsali di trasporto internazionale di energia elettrica, armonizzazione delle reti ferroviarie, idrogeno, smaltimento del CO2, fonti rinnovabili, sviluppo sostenibile, per intenderci. Ogni volta due giorni di lavori di estremo interesse, durissimi, anzi estenuanti. Non ebbi la fortuna di incontrare nessuno dei talebani del risparmio energetico o dell’inquinamento zero, italiani, o valdostani, unionisti o verdi che fossero. Su seicento partecipanti e quattordici sessioni solo quattro italiani il primo anno (un ingegnere dell’Eni, uno della Fisia, un dirigente ministeriale e il sottoscritto), e sotto la ventina il secondo, al quale partecipò con me anche il Prof. Bertolini. Guarda caso, il secondo anno proprio Luciano Caveri intervenne in qualità di Presidente della Commissione Trasporti europea. Fu mio scrupolo al ritorno far avere la documentazione alla Giunta e ai consiglieri regionali Dina Squarzino e Carlo Curtaz. Mi permetta l’anonimo di non considerarli due viaggi-premio, anche se nel secondo anno portai con me mia moglie, interessata all’architettura di Gaudì, la quale si pagò viaggio, albergo e ristoranti.
    Viaggio-premio in Mali 2007: partenza alle 10 da Aosta e, via Caselle-Parigi, arrivo a Bamako alle 23, seguire l’indomani tre tavole rotonde e una conferenza: 9,00-11,30 Les conditions du développement local; 12,00-14,30 La micro-finance (durante il pasto, sei oratori); 14,30-17.30 Le financement du crédit à l’agriculture; 17.30-19,00 Forum des régions, alle 21,00 partire per l’aeroporto, e volare tutta la notte per arrivare ad Aosta alle 11,00 del mattino. Viaggio 27 ore, permanenza a Bamako 22 ore, compreso sonno, pasti e sessioni di lavoro. Questo è il viaggio-premio Caveri.
    Supplemento-premio Ottoz: un giorno in più di permanenza: sveglia ore 5,00, ore 6,00 aeroporto, aereo per Tombouktou, arrivo ore 9,00, trasferimento al Consiglio regionale, cerimonia di accoglienza del Presidente della régione, del governatore e del sindaco di Tombouktou, illustrazione dello stato dell’arte della décentralisation dans la région de Tombouktou, sul grande progetto del Système Fabiguine (il canale per riattivare il porto della città, ormai disseccato) e dello Schéma régional de développement touristique. Di corsa (di toyota, à vrai dire) in mezzo al deserto per un sopraluogo al canale in via di scavo, di corsa indietro in paese a visitare l’Institut de recherche Ahmed Baba, dove si conservano, recuperano, catalogano, studiano, 25.000 testi medioevali (quasi tutti sacri, quasi tutti arabi, ma non solo), infine visita al Centre de l’artisan, uno dei nuclei della nascente (eufemismo) vocazione turistica di Tombouktou. Sono ormai le 13,00 e ci si toyotizza di nuovo in pieno deserto, sulla duna della pace per un déjeuner traditionnel, ospiti sotto le tende Tuareg di Omarou Ag Mohamed Ibrahim, Président du Haut Conseil des Collectivités Territoriales du Mali, nonché Trésorier général de l’AIRF. Ovviamente, durante il mechui spettacolo folcloristico. Alle tre via all’aeroporto à la Paris-Dakar, solcando le dune e la tôle ondulée. Atterraggio con tempi impiccati a Bamako, doccia e scartavetrata per essere presentabili e alle 21,00 aeroporto. Poi viaggio tutta la notte, arrivo ad Aosta ore 11,00.
    Segnalo en passant che la gita-premio a Toumbouktou non era a carico dell’AIRF o di mamma regione, ma di quel bastardo di consigliere che va in giro a spese del contribuente. Se anonimo ha modo di fornire un indirizzo anonimo restando, posso produrgli il relativo bollettino di bonifico Banca Sella di 250 euro. D’altra parte il bastardo ha ritenuto opportuno non essere scortese con Omarou Ag Mohamed Ibrahim ed accettare l’invito a Tombouktou, conoscendo il valore attributo in questi paesi ai rapporti di ospitalità.
    Descritta una tipica gita-premio, per quanto riguarda l’utilità di questa ed altre trasferte, ricordo che esistono tutta una serie di rapporti internazionali che la Regione intrattiene con le comunità francofone attraverso organismi, l’APF, L’AIRF ed altri, di progetti in comune e di scambi di esperienze. Potrà non piacere a tutti, ma è di fatto il settore nel quale la nostra autonomia speciale, ed in particolare il potere legislativo, è oggetto di grande attenzione da parte di tutte le realtà regionali straniere. Mi sembra superfluo ricordare che, in un mondo in cui il baricentro decisionale si sposta vieppiù dallo Stato alla Comunità Europea, la dimensione regionale e la democrazia di prossimità acquistano maggior peso. L’attenzione dei cittadini è per il loro territorio e per l’Europa, lo stato nazionale progressivamente si appanna.
    Se poi anonimo non apprezza il tono con il quale nel post ho sintetizzato la trasferta, non so che farci. Ho l’abitudine di osservare la realtà in modo critico e autocritico e di descriverla con un pizzico d’ironia. E’ il mio modo di combattere il politically correct, piaga dei nostri tempi.
    Veniamo ai franchi tiratori.
    Innanzi tutto, caro anonimo, non ho scritto di non averne fatto parte, ma, dato che mi ci tira, per correttezza e trasparenza le dirò chiaro che non sono stato tra i franchi tiratori e quindi ho votato contro la mozione sulla nomina di Gianni Coda.
    Primo perché le nomine sono competenza della Giunta e non del Consiglio, e spero non le sfugga il fatto che la Giunta è sostenuta da una maggioranza e che di questa maggioranza faccio parte. Qualunque sia la mia opinione, se decido di votare in modo difforme lo faccio apertamente con una preventiva dichiarazione di voto. O devo ritenere che lei preferisce il cecchinaggio all’assunzione pubblica della responsabilità delle proprie azioni? Su questioni di nomine, poi, con non e cognon? O mi considera nella quota di un’altra maggioranza?
    Personalmente la nomina non mi è parsa un’iniziativa brillante né opportuna, ma approvare la mozione avrebbe solamente sollevato un inutile polverone politico, senza alcuna conseguenza pratica sulla nomina stessa. Rifiuto l’atteggiamento del tanto peggio tanto meglio.
    Sulla pretesa creazione di un monopolio assicurativo non potrebbe essere più fuori strada. Mi pare proprio il contrario, considerato che il conflitto d’interessi si ritorcerà inevitabilmente contro Coda. Non partecipo alle riunioni dei segretari, dei capigruppo o della Giunta, e i motivi per i quali la Fédération Autonomiste abbia richiesto ed ottenuto la nomina non mi sono noti. Ancora meno quelli per cui Gianni Coda si sia sovraesposto accettandola.
    Infine, non mi sono indignato per i tassi applicati in Mali, ma per quelli applicati in Laos. In Mali e nell’Africa occidentale i tassi sono ancora più alti.
    La mia indignazione riguarda però il fatto che si tratta di tassi di micro-finanza, quella con cui tutti i sacerdoti degli aiuti al terzo mondo si sciacquano la coscienza e inneggiano alla bontà di chi effettua i micro-crediti, promuovendo ed ottenendo addirittura l’assegnazione di premi Nobel (anche se, lo ammetto, nulla so dei tassi praticati in Bangladesh).
    Sorry for the pippone, ma quanno ce vo', ce vo'.

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