Ieri, sabato 28 aprile, dibattito ad Aosta. Vi ammannisco le mie note sugli interventi. Se sembrano confuse è sia perché non sono bravo a prendere appunti, sia perché sul tema pare esserci una certa confusione. Fate voi.
I commenti non sono granché (difatti sono miei).
Simona D’Agostino (introduzione)
- Si sente bisogno di un nuovo protagonismo (?).
- Le forze democratiche e autonomiste che si riconoscono nel centrosinistra (virgola o no, dopo autonomiste?).
Carlo Perrin
- Opportuno che si apra questo dibattito in Valle d’Aosta.
- L’abbiamo percepito nel nostro movimento.
- Dibattito che si era fermato per il modo di fare politica.
- Il messaggio del 10 aprile è orizzontale.
- I DS: la ragione ci spinge a questo progetto, il cuore e la storia pongono difficoltà.
- Il centro-destra sta diviso.
- In VdA grossa componente autonomista che lega e permea, poi federalismo legato alla gestione, anzi solidarietà.
- Restaurazione, tendenza allo status quo. La legge elettorale è la conservazione dei vecchi diritti (salvo alcuni spunti) e così nasce la cultura referendaria, la nostra gente deve potersi esprimere.
- Abbiamo una matrice comune con i DS. (applauso)
Roberto Nicco
- Non sarò reticente.
- No a frammentazione nazionale e regionale, che comporta minore democraticità.
- PD strada giusta o no, non so.
- In VdA DS+Margherita significato politico di scarso rilievo, la gente vuole altri segnali.
- Unione di DS, Margherita, Renouveau e Aoste Vive, ma non in tempi biblici e senza complesse liturgie, alchimie ecc. e senza manuale Cencelli.
- Il Panteon (ma il PD non è una tomba, ndr), le famiglie politiche del 900, la gente, ognuno deve dire i quadri che vuole sul muro.
- Ragionare sul programma, pochi punti ma buoni.
- Europa, ma non quella degli eurocrati, quella dei cittadini e dei popoli.
- Stato laico, perché c’è una continua, fastidiosa, inquietante ingerenza, serve uno Stato tollerante ma garante.
- Economia, in cui lo Stato sia un regolatore attento, ma non un attore.
- Un passo indietro, anche in Regione, sull’assistenzialismo falsamente egualitario.
- Promozione delle opportunità e premio al merito.
- Superare la cultura del privilegio.
- Misurarsi con l’esterno, fuori Valle, sia dal punto di vista economico che da quello umano.
- Semplicistico? No, necessario.
Elio Riccarand
- Vediamo favorevolmente la nascita del PD.
- Caveri a due facce sul referendum: qui li combatte vergognosamente, a Roma firma per il referendum abrogativo della legge elettorale…
- Il Consiglio ha approvato leggi elettorali corporative.
- Il PD deve dire prima di costituirsi da quale parte sta.
- Il PD deve avere due gambe: riformista e autonomista.
- Il PD deve essere costituito da tutte le forze del galletto del 9 maggio.
Enrico Bich (a freddo, era appena arrivato)
- In VdA un seguito importante a quanto avverrà in Italia.
- Laicità e diritti civili e individuali sono prioritari.
- Non le due gambe di Riccarand, ma tre: riformista radicale, riformista moderata, autonomista (tre gambe o due colonne? Ndr).
Rollandin (Giuseppe)
- Partiamo stamattina, subito.
- Necessaria approvazione della proposta Castagnetti per l’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione.
- Se necessario, i banchetti (quelli referendari o quelli del Qoelet? Ndr).
Flavio Martino
- Facciamo di testa nostra.
- Angius, ma non mozione, bensì Gavino.
- Non sono Rosa nel pugno, ma Associazione Fortuna.
Robert Vicquery
- PDS unico partico che ha avuto il coraggio di mettersi in discussione.
- Neanche l’Union è riuscita a farlo.
- UV di centro regionalista, autonomista federalista.
- Laicità o laicismo? I DS devono chiarire. C’est différent.
- All’UV il PD piace, ma piace unito.
- C’è chi pensa che l’UV stia andando a destra. Errore grossolano.
- la Giunta Dino Viérin UV-DS è stata la migliore degli ultimi decenni.
- Mandato del Congrès a riaprire ai DS.
- Il mandato del Congrès non è in discussione, per modificare la scelta di riaprire ai DS servirebbe un altro Congrès.
- Non spaccatevi.
- Le leggi elettorali appena approvate accolgono parzialmente alcune istanze referendarie, altre no.
- Il fatto che si prevedano alleanze preventive è importante, si dovrà dire prima con chi si sta, non ci potranno essere crisi come l’ultima, che è stata extra-istituzionale, un golpe delle segreterie, al quale però i DS non sono stati estranei. Per questo le nuove leggi elettorali introducono la sfiducia costruttiva, per riportare la politica dalle segreterie in Consiglio.
Piero Valleise
- Basta con ‘sti valori cristiani.
- Grave errore DS permettere anche solo di parlare a personaggi come la Binetti, che ha ammesso di portare il cilicio.
- Errore di alcuni DS che appoggiano Sarkozy.
- Traspare il tentativo di mettere il contenitore davanti al contenuto (forse intendeva il carro davanti ai buoi, ndr).
- America latina, sinistra in essor. Europa, sinistra in essor. Altrove, sinistra in essor.
- Ciò non è considerato, situazione politica non indagata o indagata con le lenti del secolo scorso.
- Via i vecchi. A casa gli over 65 che al tavolo di congressi e seminari dicono di non saper accendere un computer e che non utilizzano l’email.
- E poi, che cosa ci fanno qui tutti ‘sti politici in passerella, dobbiamo parlare tra di noi, non alla presenza di questi che con noi non hanno niente a che fare. Vengono qui a fare il loro discorsetto, di cui non ci frega niente.
- Rinnovamento secco.
- Sinistra-sinistra (sostantivo-aggettivo o sostantivo-sostantivo, à la caffè-caffè? Ndr).
- Bertinotti, Cossutta, Angius, Mussi: tutti gattopardeschi.
- E qui, se il frutto sono i soliti 10 nomi DS che da 25 anni leggo su La Vallée, siamo bolliti.
- Se volete che il PD funzioni, rinnovamento secco.
Marisa Bracci
- Cattivi con una persona degna come Perrin.
- Potere o consenso?
- Laicità.
Enzo Calì (ou de l’autogol, sauf si…)
- La Margherita era già nata come partito a tempo, nata per sciogliersi raggiunti gli obiettivi.
- Il dibattito sulla costituzione del PD, qui ad Aosta, ha poco senso, è già stato tutto deciso.
- Fortunatamente queste decisioni sono prese a Roma e il processo è guidato da Roma.
- Quindi c’è poco da far dibattiti.
- Io auspico che partecipino anche le culture autonomiste, Galletto e Renouveau.
- Ci siamo bruciati i vascelli alle spalle e ora possiamo andare solo avanti, siamo in mare aperto (o intendeva bruciare i ponti, oppure nuota molto bene, ndr).
- Valle d’Aosta: regime oppressivo, economia pianificata e cloroformizzata.
- Uscire dalla logica di un’autonomia accattona.
- Il PD deve essere forza trainante di tutte le forze che hanno fatto vincere il Galletto, niente inciuci con l’UV.
- Vi siete fatti tutto in casa, non ci avete neppure invitati, avete ignorato la Margherita nell'organizzare questo incontro, è un comportamento scorretto. Il PD non è vostro.
- La margherita cresce (se così è, sarà una marghetira, ndr), con noi dovrete fare i conti. (un applauso, ma proprio uno...).
- Lavoriamo per sconfiggere l’UV ed i suoi alleati.
Guido Dondeynaz
- Il problema è la crisi delle politica nazionale.
- Io non mi ritarderò a guardare i particolari che compongono questo processo.
- Confermiamo l’alleanza senza fare confusione.
- Siamo regionalisti con particolare attenzione all’area progressista (segue analisi semantica del progressismo).
- Auguri.
Lorella Vezza
- Siamo nell’area autonomista.
- Spiace che questa roba sia venuta dal vertice, siamo per le cose più partecipate.
- L’UV non è autonomista.
- L’UV parla di DS ma si rivolge da tutt’altra parte.
- Noi di Renouveau stiamo aspettando che la polvere si posi, che la confusione diminuisca.
Claudio Viale
- Parte iniziale di puro bianco mangiare (isdr).
- Poi, sostanzialmente famo in fretta, ma famo bene, se no non sono d’accordo.
- Partenza in salita.
Giancarlo Barucco
- Bianchissimo mangiare, da analizzare à la Seldon, direbbe Isaac Asimov nella plurilogia della Fondazione (isdr).
Ornella Cheillon
- Non sono iscritta in alcun organismo, partito o movimento, rappresento il là fuori.
- Non dimentichiamo il sentimento di valdostanità.
- No valdostanità, no party (sdr).
Calì (the brother)
- Eufemesegeta del fratello per limitarne i danni (sdr): il primato romano sul PD è in realtà un primato giuridico, tutto è iniziato lì, ma, per carità, decideremo qui tutti assieme.
- Suggestivo plot sulle nuove leggi elettorali: Caveri si dimetterà a settembre per mandarci ad elezioni, poiché non incombe più il rischio del Commissario, così salteranno i referendum.
(trasmettere a Faletti e a Bravo Grazie, ndr).
Ottoz (VUE)
- Dato che non parteciperò alla sua formazione, né m’iscriverò al PD, dopo quanto ha detto Piero Valleise potrei anche andare a casa. E' la conferma che non è morto il metodo facciamoci le nostre cose tra di noi, a porte chiuse… (à la Zucchi, ndr) che non sta a me commentare.
- Apprezzo l’appello di Ornella Cheillon alla valdostanità, a mio avviso archetipo prepartitico, una tutta nostra prestruttura della politica che condividiamo.
- Il mio DNA è referendario, nella gerarchia delle fonti di sovranità al primo posto sta il popolo e l’ho dichiarato in Consiglio. Sui contenuti ognuno ha la sua opinione, ma lo strumento del referendum non si discute. Le tre recenti leggi elettorali non sono forse il massimo, ma, se i referendum s’incagliano, sarà molto meglio votare con queste che con quella precedente. D’altra parte, da indipendente nel gruppo UV, non ho votato l’art. 30 ed ho distinto la mia posizione anche su altri articoli ed emendamenti.
- Di quella su ineleggibilità e incompatibilità tutti parlano male. Non l’hanno letta bene. Non è corporativa. E’ figlia della necessità di coagulare un vasto consenso e della vischiosità che rende inestricabili economia e politica in Valle. Ha ottenuto un largo appoggio, da Frassy a Sandri passando per gli altri in mezzo, anche se Sandri, al solito, dopo averla firmata, gli si è subito rivoltato contro. Un ormai quasi comico déjà-vu. Non sarà poi una tragedia se Louvin dovrà evitare farsi la campagna elettorale in classe. I suoi studenti all’università capiranno.
- Il travaglio del non abbastanza sinistra richiede la lettura di un’Italia e di una Valle d’Aosta che non sono più quelle che i partiti pensano. Lo testimonia lo studio Coesis che Prodi si fece fare nel 2005 (dovrò proprio postarlo qui sul blog, ndr).
- Laicità ok, ma non laicismo, combattiamo tutti gli ismi. E lo Stato sia Stato, senza bisogno di aggettivi.
- Bene il PD come semplificazione del quadro politico, un passo avanti sul cammino della democrazia dell’alternanza.
Simona D’Agostino 2
- nessuno voleva lasciare fuori la Margherita, semplicemente oggi abbiamo organizzato noi.
Vanni Florio (conclusione)
- Lamenta confusione fatta tra ineleggibilità e incompatibilità.
- Apprezzabile analisi del quadro politico (dal suo punto di vista, ndr).
- Discorso di Vicquery abile, ma soprattutto scaltro, non ci facciamo abbindolare.
- Buona sintesi finale.
Leggenda:
DS: Democratici di Sinistra - ndr: nota del redattore - sdr: sintesi del redattore - isdr: italica sintesi del redattore - PD: Partito Democratico - UV: Union Valdôtaine - VdA: Valle d'Aosta - VUE: vostro umile estensore.
Friday Squid Blogging: Transcriptome Analysis of the Indian Squid
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Lots of details that are beyond me.
Blog moderation policy.
16 ore fa
Parte davvero bene, il Pd... E piuttosto maluccio mi sembra messa la Valle d'Aosta tutta. Particolarmente triste l'intervento di Nicco, per cui più partiti significherebbero meno "democraticità" (è vero che è stato a lungo, e per versi rimane, un ascaro dell'Union. Partito unico = democrazia perfetta)e che la fusione dovrebbe farsi così, alla svelta, senza troppe domande o "liturgie" (come per esempio delle elezioni).
RispondiEliminaA' propos: divertenti, le trascrizioni degli strafalcioni altrui. Ce n'è però uno - "leggenda" - anche qui...
touché... ma solo volendosi attenere alla lezione latina.
RispondiEliminaIn italiano però, sullo Zingarelli (il primo che ho sotto mano), trovo proprio "leggenda", che, al 4° significato fa ...didascalia, testo di spiegazioni, tabella di abbreviazioni allegata a carte geografiche, grafici e sim.).
Sempre il buon Zingarelli su "legenda" dice "cose che devono essere lette", oppure "leggenda" nel sig. 4 (già citato).
Sarò mai perdonato?
Tra parentesi ho solo riportato gli strafalcioni che fanno simpatia, ne faccio un sacco anch'io, il faut le dire.
ho aggiunto una riga, relativa all'affermazione fatta da Vicquery sulla Giunta UV-DS di Dino Viérin (la migliore di sempre, secondo lui. Personalmente non sono d'accordo). Avevo pasticciato un post-it, rimedio per dovere di cronaca.
RispondiEliminaSono un tecnico in pensione (ingegnere) ed ora che ho un po' più di tempo libero sto cercando di capire quali siano i tormenti e i travagli del nostro mondo politico. Leggendo i brevi sunti degli interventi durante l'incontro organizzato sabato scorso dai DS locali in previsione della creazione del nuovo PD, ho notato una frequente ricorrenza di alcuni termini e relativi aggettivi, tra cui regionalismo, federalismo e autonomismo. Simona D'Agostino cita le forze autonomiste che si riconoscono nel centrosinistra, Carlo Perrin vede in VDA una grossa componente autonomista ed un federalismo legato alla gestione (?), Elio Riccarand ed Enrico Bich disquisiscono di quante gambe debba avere il nuovo PD, di cui una senz'altro autonomista, Robert Vicquery, per essere sicuro di non dimenticare nulla, afferma che l'UV è regionalista, autonomista e federalista, Enzo Calì accenna alle culture autonomiste, Lorella Vezza è nell'area autonomista, mentre, contrariamente a quanto prima affermato da Vicquery, l'UV non è autonomista. Ho cercato una definizione delle parole in questione nella legenda in calce ai sunti, ma non l'ho trovata. Siccome sono convinto che i politici non usino tali parole in libertà, tenuto anche conto della loro ormai lunga frequentazione reciproca la quale fa sì che tra di loro si capiscano al volo, è possibile conoscere il significato preciso con cui queste parole vengono utilizzate nel linguaggio politico nostrano? Così, tanto per farmi una cultura.
RispondiEliminaGrazie
Bruno Courthoud
Il festival del politically correct: dal bisogna dirlo al se non lo dico anch’io, dal questo non posso proprio non dirlo al che cosa ci perdo se dimentico di dirlo, dal sta molto bene dirlo, fa fine al se no non so che cosa dire, dal l’hanno detto anche gli altri al che figura ci faccio se proprio io… ecc.
RispondiEliminaIn sostanza, applicando la citata analisi sintattica di Seldon, è come se non l'avessero detto.
Si può allora procedere ad una sorta di semplificazione matematica, eliminando gli elementi comuni a tutti per meglio isolare le differenze tra loro. In alcuni casi emergergono cose interessanti o comunque informazioni significative, in altri rimane appunto solo il nulla.
siamo sempre in ogni caso nella grande famiglia del politichese...
RispondiEliminaossia svelare rivelando
RispondiEliminaAh, ma allora è come pensavo: sono parole usate in libertà, e io sono uno dei tanti cretini (o asini)che vi stanno ancora ad ascoltare, pensando che diciate cose serie. Per piacere (l'invito è rivolto a tutti), finitela di prendervi e di prenderci in giro. In fin dei conti siete nostri dipendenti: potremmo licenziarvi.
RispondiEliminaBruno Courthoud
b.courthoud@tiscali.it
in molti casi sono cose serie, ma il linguaggio va ripulito, distillato finché resta il significato. Un codice. Ti ripeto: svelare rivelando.
RispondiEliminaun linguaggio per iniziati, insomma (in fin dei conti con un codice neanche troppo difficile da capire). ma siamo sicuri che la politica, quella vera, abbia bisogno di questo? e che non sia un codice che serve solo ai politicanti, finché dura...? bruno courthoud
RispondiEliminainiziatini, direi.
RispondiEliminaMai dimenticare Fred Barnes:
Il segreto di un candidato politico è di sembrare stupido come chi lo ascolta, così che gli ascoltatori si sentano intelligenti come lui.
e se gli ascoltatori, per un improvviso rinsavimento, non fossero così stupidi come ipotizzato dal candidato politico, e, conseguentemente, invece di sentirsi intelligenti come lui, abbiano l'impressione di essere presi in giro? bruno courthoud
RispondiEliminaè per questo che hanno il voto a disposizione.
RispondiEliminaIn margine alla tua risposta. Io ho l'impressione che il mondo politico valdostano (e non solo)abbia bisogno di un elettroshock ovvero di una benefica scossa tellurica. Altrimenti non cambierà mai (o per lo meno non cambierà per i prossimi venti anni). Questo indipendentemente da qualsiasi idea politica uno abbia. bruno courthoud
RispondiEliminaessendo pessimista non ho mai avuto cattive sorprese.
RispondiEliminaChi mi conosce ti può confermare che sostengo da anni che la Valle d'Aosta dovrà necessariamente attraversare un passaggio traumatico. Mi auguro che sia il meno traumatico possibile e che ciò avvenga il più tardi possibile
D'accordo sul meno traumatico possibile, meno sul più tardi possibile. O meglio, perché il passaggio sia il meno traumatico possibile, credo sia necessario per lo meno imboccare la strada del cambiamento in tempi brevi, ma già per mettersi su questa strada forse è necessario un elettroshock. bruno courthoud
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