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23 maggio 2009

cleone, nerone e laurent

Nel V secolo a.c. Cleone, allenato da Pitagora (si, proprio quello del teorema...) vinse tutte le gare olimpiche. Il suo primato durò cinque secoli, fino a quando Nerone per batterlo si recò ad ad Olimpia e fece aggiungere due gare (tragedia e canto) ai Giochi e promulgò una "leggina" per la quale ai giochi olimpici vinceva tutto l'imperatore.
E' di oggi (ore 17.14) un succoso comunicato stampa: il "concours d’écriture théâtrale dédiée à Magui Maquignaz", organizzato da "l’Assessorat à la Culture, l’Association Vignolet d’Arnad e la Fédérachòn Valdòténa di Téatro Populéro" è stato vinto da Laurent Viérin, con la sua pièce "Lo Trézor perdù".

7 commenti:

  1. Una questione di opportunità o semplicemente di buon gusto avrebbe imposto la non partecipazione al concorso da parte dell'assessore, a maggior ragione se assessore all'istruzione e cultura.

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  2. In quanto membri della giuria scelta quest'anno per premiare la "pièce" vincitrice del "Concours Magui Maquignaz", teniamo molto a precisare alcune notizie riguardanti il concorso, non tanto per lei, Sig.or Ottoz, perchè se commenta, deduciamo conosca a fondo l'argomento trattato, ma per coloro che hanno letto il suo parere e non sanno come si svolge il tutto.
    Partecipano a quest'appuntamento tutti coloro che amano il teatro in lingua popolare, che si cimentano nello scrivere "pièces" in franco-provenzale che possono essere messe in scena o meno nello stesso anno durante il "Printemps Théatral".
    Le "pièces" partecipanti al concorso sono anonime, il nome dell'autore è scritto in busta chiusa abbinato alla "pièce". Ogni membro della giuria ne prende visione e ne valuta con attenzione il contenuto, il soggetto, il modo di scrivere, la terminologia usata....e decide quale, tra quelle in gara,contiene i migliori requisiti. Il tutto prima dell'inizio delle serate del "Printemps Théatral", perchè la messa in scena delle stesse non deve influenzare la valutazione dello scritto. E solo a quel punto, dopo aver deciso la vincitrice, si apre la busta contenente il nome dell'autore.
    La invitiamo con piacere a leggere tutte le "pièces" in concorso, potrà così valutare e commentare la nostra scelta, ovviamente sono scritte in franco-provenzale.
    Della vincitrice è stato apprezzato il tema trattato, il contenuto, leggendola la si poteva già immaginare sulla scena.
    Chi l'ha scritta, questa come tutte le altre partecipanti, lo ha fatto con estrema passione.
    Ed è questo, fondamentalmente, l'argomento di questa nostra risposta:la passione.
    Noi della giuria abbiamo messo il nostro tempo in questo concorso non per fini economici o di altro interesse, ma per la passione per il teatro in lingua popolare, per questa meravigliosa tradizione che perdura e vive più che mai nella nostra regione, di questa passione si nutriva la persona alla quale è dedicato questo premio e di questa passione vanno fieri coloro che hanno scritto e così partecipato al concorso.
    Lei dovrebbe sapere bene di cosa parliamo, ha dedicato la sua vita alla passione per losport.
    E la passione per il teatro e per il patois esula da fatti politici e personali, è una cosa tanto bella quanto forte e niente e nessuno potrà mai portarcela via.

    Nadia Noro
    Luciana Casassa
    Roger Vuillermin
    Denise Marguerettaz
    Liliana Bertolo
    Marco Boch
    Diego Pession

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  3. Purtroppo cara giuria, Ottoz les pièces non potrà leggerle,non per mancanza di volontà, ma perchè non conosce la lingua... POUDZO

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  4. Magari è anche andata come dice Nadia. Il che la direbbe lunga sulla qualità della giuria oppure delle pièces concorrenti. Se pure così fosse, però, rimane l'errore di partecipare in primo luogo, con la possibilità, poi rivelatasi reale, di vedere Viérin Laurent patrocinare un premio dato a Laurent Vièrin.
    C'è comunque qualcosa di interessante, oltre la scoperta che l'anonimo del Verger saprebbe leggere, almeno il francoprovenzale.
    Ed è questa passione per il teatro popolare, in se' senz'altro stimabile, ma che troppo spesso, in valle perlomeno, va a scapito o è vista in sostituzione di ogni altra forma di cultura. A provare l'autoreferenzialità della cosa, e alcuni aspetti profondamente malsani che vi sono insiti, l'ultima riforma dell'ortografia, predisposta, evidentemente, da un tuéno (si può scriverlo?), che fa del francoprovenzale un italoprovenzale, o, peggio ancora, una boiata, nel nome beninteso della "semplificazione" (il tutto, naturalmente, benedetto dall'ineffabile "Università" - virgolette obbligatorie - della Valle d'Aosta. Quando ho letto che "ciel" (cielo, in italiano) si scriverà d'ora in poi "siel", pare per favorirne la facilità di scrittura, mi sono detto che in queste condizioni l'apprendimento del francoprovenzale diventa nocivo al benessere culturale e forse anche mentale dello studente. A. Passerin d'Entrèves aveva già notato come il francoprovenzale, ben dopo Mussolini, fosse ancora usato in funzione anti-francese e anti-cultura. Ora però mi sembra utilizzato in senso anti-intelligenza tout court. Speriamo allora che quest'edizione del premio sia perlomeno l'ultima... Se serve fino nella sua scrittura a perpetuare l'immagine (e speriamo solo l'immagine) del valdostano baccano e ignorante, tanto vale lasciarlo sparire. Questo non è più un vernacolo, ricco come può esserlo la vera lingua del popolo, né un teatro popolare, vivace come lo sono le rappresentazioni della vita reale. E' folklore ormai agonizzante tenuto in piedi (male) per creare un falso senso comunitario all'insegna dell'ignoranza, un po' come il francese farcito di orrendi strafalcioni che ogni tanto si sente parlare in Consiglio viene spacciato per "versione locale" della medesima lingua. Qui la passione non c'entra nulla (un po' come se tu ti fossi creato i tuoi 110 ostacoli personali, con l'ostacolo magari alto la metà, per poi auto-dichiararti campione del mondo). E' altro, non è bello, fa del male persino a chi lo pratica, smettiamola.

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  5. Forse qualcuno no ha ben presente la realtà e l'aspetto sociale che il teatro popolare porta nella nostra regione, chi dice che la maniera di scrivere il patois usando il metodo B.R.E.L. piuttosto che un'altro metodo culturalmente più elevato ha solo l'intenzionalità di dividere con una lingua che indipendentemente da come è scritta dovrebbe unire. Le centinaia di giovani che si cimentano nel teatro popolare portando in scena , e qui inviterei chi critica a informarsi e a conoscere sia le compagnie che gli argomenti trattati, portando in scena dicevo, centinaia di pièce differenti, confrontandosi tra di loro discutendo e sicuramente
    mettendosi in gioco molto più di chi continua e spandere m...a scusate la parola ma è così, sulle proprie origini. In trent'anni la FVTP ne ha fatta di strada e continuerà sicuramente a farne perchè non è mai stata investita dalla Politica e non è suo interesse farlo, se non usando una fine satira all'interno delle proprie "Opere". Non approvando gli scritti anonimi mi firmo. BRANDON e chi fa teatro o lo vede sa chi sono, per gli altri Diego Pession

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  6. a parte il primo commento (anonimo del 25 maggio alle 10.40), negli altri mi pare che la passione spenga la ragione.
    Con buoni spunti.
    Da riprendere in un post?

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  7. IO Imperatore universO SONO PER LA VERSIONE DI NERONE
    COME SCOPO INNEGGIARE SUA MAESTA' MONTE CERVINO CON OLIMPIADI INVERNALI
    POUDZO PER CORDELO
    PER CHI HA STUDIATO

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