Le cerimonie di laurea non sempre sfornano discorsi retorici e inutili.
Nel 2005, a Stanford, Steve Jobs con il suo "Stay foolish, stay hungry" lanciò ai giovani un ormai famoso caveat contro l'omologazione intellettuale e la pancia piena.
Giampaolo Pansa ci ricorda che nel 1956 Gaetano Salvemini, superando il frusto "la storia la scrivono i vincitori", ammonì i laureandi a non cadere sul versante opposto, quello altrettanto fasullo della santificazione del pezzo di carta:
"Siete tutti molto giovani. E avrete anche voi il feticcio del documento. Ebbene dovete sempre ricordarvi che qualsiasi documento vuole ottenere uno scopo e non attestare la verità. Non cercate nei pezzi di carta, con una firma o una sigla, la verità su quanto è accaduto, perché non la troverete mai."
CLAUDIO CALI’ colpisce ancora con il sold out aostano di “Tutto sull’amore
e altre stranezze”
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“Tutto sull’amore e altre stranezze” è stato l’ennesimo sold out di Claudio
Calì. Riempiendo il Teatro Giacosa di Aosta la sera 21 febbraio, il
giornalista...
1 giorno fa