PRENDRE PARTOUT
METTRE CHEZ-NOUS
____________

20 febbraio 2013

molto prima di Merkhollande
che cosa si pensava di noi
già 136 anni fa?


"Per duemila anni l'Italia ha portato in se' un'idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un'idea reale, organica... l'idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale... la scienza, l'arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale... ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l'Italia, che cosa ha ottenuto di meglio con la diplomazia del Conte di Cavour?

E' sorto un piccolo regno unito di second'ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, cedendola al più logoro principio borghese... della prima rivoluzione francese, un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un'unità meccanica e non spirituale (cioè non l'unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto di essere un regno di second'ordine.

Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del Conte di Cavour."
 
(Fëdor Michajlovič Dostoevskij, "Diario di uno scrittore", 1877)
 .

4 commenti:

  1. dicono che con i se e con i ma non si fa la storia ...
    ma ... se... ci potessimo immaginare una storia diversa, quale ti piacerebbe vedere?

    Enzo ... Asperix

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Si può condividere o meno la prima frase, sia per quanto dice che per quanto nasconde, sia per quanto lascia intravedere.
    E' il secondo paragrafo il più suggestivo. Una descrizione ancora di grande attualità, impietosa ma calzante.
    La storia poi, mi chiedi.
    Quale storia? Quella che ci hanno insegnato a scuola, il libro delle grandi omissioni?
    Non esiste "la storia", esistono tante storie, che a tratti scorrono parallele, a tratti s'intersecano, ognuna con la sua verità, ognuna diversa.
    Un solo elemento comune: nessuna descrive la realtà.
    Ammesso che esista.
    Tutte queste storie si sviluppano in universi del pensiero paralleli. Ognuna gronda di un suo particolare politically correct, e man mano che cambia il costume, il comune senso del sentire, alcune diventano più vere e altre più false.
    A scuola siamo ancora fermi a De Amicis.
    Ci hanno preso per il culo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è vero quel che scrivi, da tempo penso che l'unificazione sotto la bandiera dei Savoia equivalga né più né meno ad una guerra di conquista della penisola, permessa, voluta, favorita, da chi ne aveva interesse, non ho elementi né fonti per approfondire e comprendere chi avesse questi interessi, è solo una mia opinione, e vale quel che vale.

      Elimina